Sergio Castellitto spiega come si comporterà in veste di presidente di Giuria al Festival di Roma (fonte Repubblica.it):
Mi mette a disagio giudicare i colleghi, al di là del gusto (possono esserci ammirevoli talenti e bellissimi film che si fanno detestare), c’è sempre il dovere di rispettare un lavoro comunque molto faticoso. Ma lo dico subito: non aspettatevi da me la protezione del cinema italiano. A Cannes feci la mia parte, ma per premiare due grandi film. Non due film italiani.
L’attore e regista, però, porterà al Festival i temi tirati in ballo nell’occupazione della Casa del Cinema da parte dei Cento autori e dell’assemblea dell’Eliseo:
Sono naturalmente a favore delle motivazioni della mobilitazione, in particolare ai dispositivi fiscali così importanti per la vita di questa industria. E penso che il grande problema da risolvere sia arrivare a una legge che affronti complessivamente un segmento importante della nostra vita produttiva e civile. Ma raccomando grande attenzione a non mandare un segnale sbagliato di una casta che difente il proprio interesse e chiede soldi allo Stato. Anche noi chiediamo un tavolo di discussione. Perché abbiamo a cuore l’investimento in quella che è una ricchezza di tutti e anche dello stato. Più che occupare il red capret in occasione dell’apertura, io direi di presidiarlo per tutta la durata del Festival. Resistenza e presenza più che una fiammata.