Dopo tanta attesa, ieri la prima proiezione per la stampa, quest’anno particolarmente rumorosa, di Antichrist del danese Lars Von Trier, infatti come già era successo per Non ti voltare, psicho-thriller con Monica Bellucci, ecco altri fischi e sonore stroncature per un altro thriller psicologico stavolta a tinte horror.
Il film racconta la lenta e inesorabile scoperta della natura malefica dell’uomo da parte di una coppia di coniugi che hanno perso il figlioletto in un tragico incidente domestico. Ora in attesa della proiezione per il pubblico vi elenchiamo di seguito qualche commento e reazione di critici cinematografici di importanti testate internazionali presenti al festival.
Roger Ebert (Chicago Sun-Times): Va oltre il malevolo, verso il mostruoso…è il film più disperato che abbia mai visto.
Jeffrey Wells (Hollywood elsewhere): una delle più grandi debacle della storia del cinema di Cannes…una delle più grandi calamità di comicità involontaria che abbia mai visto.
Alex Billington (Firstshowing.net): Penso mi sia piaciuto…questo è il problema Antichrist è un casino…guardare questo film è semplicemente esilarante, tuttavia non riesco a capire se mi sia piaciuto o meno.
Variety: Questo potrebbe essere un ottimo film da appuntamento per coppie sadomaso, ma la maggior parte dei fan del regista lo troveranno risibile, pessimo o entrambi.
Movieline: Bello, violento e da brividi, Antichrist è il film piu bello e violento che Lars Von Trier ha realizzato da Le onde del destino…voto 9 su 10.
Entertainment Weekly: Una provocazione dall’aspetto allettante, praticamente è come mostrare il dito medio al pubblico di cannes, tuttavia ogni anno c’è un film destinato a far infuriare il pubblico e la critica.
TheWrap: mi sento travolto da un progetto cosi ben calcolato, penso di aver amato il film, all’inizio è un elegante e addolorato dramma, improvvisamente si trasforma in Shining che incontra La Casa con tematiche ecologiste, torture porn e astrazioni linchiane.
Insomma Antichrist è un film che farà discutere anvora per molto, merito in parte dell’attesa creata ad arte per pubblico e stampa, comunque il regista ha voluto durante la conferenza stampa precisare alcuni punti: Non mi devo giustificare con voi, non ho fatto un film per voi, ma per me stesso.
Il regista continua citando alcune sue fonti d’ispirazione come Stridberg e aggiungendo come il film sia nato dopo un lungo periodo di despressione e terapia psicanalitica. Non il film come terapia, ma la routine di fare un film come terapia.
Ed ora passiamo alle altre proiezioni dii ieri, pellicole messe in ombra dal Titanic di Lars Von Trier, comunque tra i film più interessanti c’è sicuramente il pamphlet storico-romance Agora ambientato in Egitto durante il quarto secolo. Tiepida l’accoglienza della stampa, visivamente e tecincamente ineccepibile, all’ultimo sontuoso lavoro di Alejandro Amenabar sembra mancare di cuore.
Ottima accoglienza e applausi invece per la commedia di Ken Loach Looking for Eric, che commuove e convince la platea, stesso entusiasmo per Claudio Bondi e il suo documnetario sul regista Pietro Germi, accolto con un caloroso applauso dal pubblico presente alla proiezione.
Il regista era in compagnia della figli di Germi, Marialinda e dei produttori. Il documentario Pietro Germi: il bravo, il bello e il cattivo, andrà in onda su la7, rete sempre molto attenta alla divulgazione della cultura cinematografica.
Ed ora una scorsa al programma odierno, in concorso le canoniche due pellicole, stavolta due pezzi da novanta da tenere d’occhio, la prima pellicola vede ritorno di Pedro Almodovar con Los abrazos rotos, dramma con Penelope Cruz che vede un uomo, che a causa un incidente d’auto perde oltre alla vista anche la donna che amava, combattere e difendersi da un incancellabile e devastante dolore.
Mentre la seconda pellicola in concorso è l’unica italina presente al Festival quest”anno, il regista Marco Bellocchio con il suo Vincere ci racconta il fascismo e la figura del duce attraverso gli occhi di una donna combattiva e mai rassegnata in un intenso e partecipato melò storico.
Per la Quinzaine des Réalisateurs verrà proiettata la commedia dark I Love You Philip Morris, pellicola americana basata su una storia vera girata a quattro mani dai registi Glen Ficarra e John Requa, in cui potremo vedere un inedito Jim Carrey in una veste alquanto inconsueta.
Concludiamo con la proiezione speciale del film ad episodi Manila diretto dai registi filippini Adolfo Alix Jr. e Raya Martin e per la sezione A Certain Regard il nuovo film del regista francese Denis Dercourt Demain des l’Aube con Vincent Perez e il dramma storico sulla Romania comunista Tales From the Golden Age, girato dal quartetto di registi Hanno Hofer, Cristian Mungiu, Costantin Popescu, Loana Uricaru.