Mancano ormai pochissime ore all’annuncio dei vincitori di questa edizione del Festival di Berlino. Un’edizione anomala, in cui non è stato proiettato il vero e proprio “capolavoro”, inteso come quel film che sicuramente sarà acclamato da tutti nel corso dell’anno.
Un Concorso che d’altra si sapeva a priori essere modesto, in cui alcuni tra i più attesi hanno deluso oppure non hanno convinto a pieno – ed è il caso senz’altro di Midnight Special e The Commune.
Con United States of Love e A Dragon Arrives! si sono ufficialmente chiuse le danze. Sostanzialmente dunque non c’è quel titolo che spicca alla grande, davanti al quale non si hanno dubbi. Spiccano sicuramente L’avenir, Crosscurrent, Fuocoammare e Zero Days: sono state a detta di molti le cose migliori che questa edizione del Festival ha offerto, seguiti a ruota da Quand on a 17 ans e Death in Sarajevo. Le cose peggiori? Probabilmente Alone in Berlin e United States of Love. Il primo oggettivamente inutile, fuori posto; il secondo può piacere, se si premette che un certo tipo di cinema sia nelle corde di alcuni.
Ecco, dunque, i pronostici degli addetti ai lavori:
Orso d’Oro al Miglior Film: Fuocoammare
Orso d’Argento per Gran Premio della Giuria: Quand on a 17 ans
Premio Alfred Bauer per il film che apre nuove prospettive: Crosscurrent
Miglior Regista: Mia Hansen-Løve (L’avenir)
Miglior Attore: Majd Mastoura (Hedi)
Miglior Attrice: Tryne Dyrholm (The Commune)
Miglior Sceneggiatura: Death in Sarajevo
Miglior Contributo Artistico: Cartas da guerra
Come andrà a finire? Lo scopriremo prestissimo.