Un vento freddo attraversa la Croisette quest’oggi a Cannes, mentre è in programma la giornata numero 2 del Festival. Gli Yacht cominciano ad affollare il porticciolo, malgrado il mare mosso.
I rumours, invece, cominciano ad incuriosire gli addetti ai lavori. Sono, per certi versi ‘strategici’. In concorso, per la giornata di oggi, i film Ma Loute, del francese Bruno Dumont, e I, Daniel Blake di Ken Loach, regista arrivato alla sua tredicesima presenza presso la kermesse . Dumont ha diretto nove film, tra cui L’età inquieta e Camille Claudel 2015.
Il suo Loute è una commedia che sulla carta appare molto divertente, scelta rara per i festival che in genere preferiscono storie serie, tristi e impegnate (sì, persino a Cannes): parte come un giallo d’epoca (è ambientato nel 1910 nella baia di Slack, nel nord della Francia, in una piccola comunità scossa da sparizioni misteriose: un ispettore indaga) e si trasforma in una storia d’amore tra il rampollo di una famiglia alto borghese in decadenza e la figlia di un pescatore.
Ken Loach, in coppia con il fido sceneggiatore di sempre Paul Laverty, torna con I, Daniel Blake su temi che gli sono cari: proletariato, disoccupazione, difficoltà di vita quotidiana dei quasi ultimi attraverso i guai di una ragazza madre e di un falegname rimasto senza lavoro.
Cresce la curiosità per The Dancer di Stéphanie Di Giusto nella sezione Un certain regard: un altro film ambientato all’inizio del Novecento, nella cornice delle Folies Bergères, sul rapporto ambivalente tra due ballerine, Loie Fuller, ispiratrice di Toulose Lautrec, e Isadora Duncan. Curiosità per la scelta delle protagoniste, soprattutto: la cantante Soko (nella foto; a Cannes recita in due film, oltre a questo Voir du Pays) e la giovanissima Lily-Rose Depp, 17 anni.
Alla Quinzaine passa Neruda del cileno Pablo Larrain, con Gael Garcia Bernal nei panni di un ispettore di polizia degli anni Quaranta in cerca del poeta in fuga per essersi iscritto al partito comunista.