Il patriarca di una famiglia afroamericana di New York viene a mancare e Aaron (Chris Rock), il figlio più grande, si assume il compito di preparare la cerimonia funebre in casa facendosi aiutare da sua moglie Michelle (Regina Hall). Il giorno dell’ultimo accorato saluto, sono presenti tutti i parenti, da Ryan (Martin Lawrence) il fratello scrittore giramondo che tutti amano, a Elaine (Zoe Saldana) accompagnata dal fidanzato Oscar (James Marsden), dallo zio Russell (Danny Glover) scortato dall’amico di famiglia Norman (Tracy Morgan) e dall’ex di Elaine Derek (Luke Wilson), a mamma Cynthia (Loretta Devine).
Il funerale va peggio del previsto perché ogni invitato si porta dietro i propri problemi personali che creano imprevisti di ogni genere senza contare che all’orizzonte compare Frank (Peter Dinklage) un nano che dice di essere un vecchio e grande amico del defunto.
Festa col morto è il remake in salsa americana di Death at a funeral, la commedia brillante inglese di Frank Oz, scritta nuovamente da Dean Craig, ma diretta questa volta da Neil LaBute.
Partiamo subito col dire che il film a stelle e strisce, non aggiunge niente di nuovo a quella originale, così, se qualcuno tre anni fa è andato al cinema ed è uscito soddisfatto è avvisato: le gag principali (dall’amico del padre all’invitato che inavvertitamente assume droga anziché valium) sono pressoché identiche, cambiano solo gli attori. Non spendete soldi, non ne vale la pena.
Tutti gli altri devono sapere che il cast è certamente di prim’ordine (anche se Chris Rock non sembra a suo agio nel ruolo) e la storia è ben sviluppata, eppure non diverte quanto il film originale ( non bastano tanti bravi attori e una bella idea a creare un bel film) perché non c’è una buona amalgama: le diverse trame non si intrecciano, rimangono troppo sfilacciate tra di loro, come due linee che non si incontrano mai. Ad un certo punto il funerale, che dovrebbe essere il collante che manda avanti la narrazione, cessa quasi d’esistere e il duo Chris Rock – Martin Lawrence, che dovrebbe tenere le fila, passando da una situazione all’altra rendendole veloci, fresche e piacevoli, si perde, così si iniziano a vedere tanti sketch sparsi qua e là (più o meno belli).
Così facendo il black humor che contraddistingueva l’originale nel remake svanisce e il senso della commedia remake, a soli tre anni di distanza dall’originale, con esso.