Frank Goode (Robert De Niro) è un vedovo ormai in pensione che ha visto crescere e uscire di casa tutti e quattro i suoi figli, ognuno ha lasciato il nido ormai da un pò, ma Frank risente della loro lontananza da quando la moglie è scomparsa, le giornate si sono fatte infinite, il silenzio quasi assordante e la solitudine l’unica taciturna amica.
Così Frank decide di riunire i suoi figli e organizza un weekend, tutti danno il loro benestare e così si compra il meglio, una spesa che possa celebrare degnamente una così tanto attesa riunione di famiglia, purtroppo uno dopo l’altro i figli di Frank, tranne uno che risulta irreperibile, danno forfait ognuno troppo impegnato almeno all’apparenza per passare qualche giorno con il proprio padre.
Frank non vuole rinunciare a vedere i suoi figli, così senza avvertirli decide di partire contro il parere del suo medico e andarli a trovare uno per uno, un viaggio che per Frank equivarrà ad un percorso a ritroso nella memoria per scoprire di non conoscere realmente i propri figli ne tantomeno le loro vite che hanno preso direzioni a lui completamente sconosciute, un infarto e un lutto faranno crollare il castello di bugie e cose non dette per poter ricostruire sul dolore comune una nuova e ritrovata sincerità.
Il regista inglese Kirk Jones, all’attivo per lui il delizioso Nanny McPhee-Tata Matilda, si cimenta con il remake del nostrano Stanno tutti bene di Giuseppe Tornatore, che nel 1990 vedeva nel ruolo affidato al veterano Robert De Niro un malinconico Marcello Mastroianni.
Jones e De Niro collaborano affinchè l’originale venga rispettato, ma danno comunque una loro impronta ben definita alla pellicola, il primo attualizzandone alcuni elementi con una regia sempre attenta a non scivolare nelle tipiche furbizie da melò, il secondo smorzando con decisione innato carisma e gigionerie da divo per lavorare in sottrarre su un personaggio che senza dubbio regala emozioni.
Everybody’s fine-Stanno tutti bene scorre piacevolmente tra suggestioni da road movie, un cast all’altezza e una recitazione mai forzata di un protagonista che ci ha ricordato l’intenso minimalismo del Richard Jenkins protagonista de L’ospite inatteso, insomma un dignitoso remake che non sfigura di fronte all’originale e ci regala una godibilissima performance del miglior De Niro.
Note di produzione: nel cast nel ruolo dei figli del protagonista compaiono Sam Rockwell, Drew Barrymore e Kate Beckinsale, mentre la colonna sonora ha visto Paul McCartney comporre appositamente per il film la ballata(I Want To) Come Home nominata ai Golden Globe 2009 come miglior canzone.