Siamo nell’anno 2041, Alex Garel (Daniel Bruhl) famoso ingegnere cibernetico noto nell’ambiente scientifico tanto per le sue avveniristiche ricerche che per il suo carattere introverso e la sua volubilità, torna dopo dieci anni a Santa Irene per portare a termine un progetto per la facoltà di Robotica. Durante la sua assenza molte cose sono cambiate, il fratello David (Alberto Ammann) e Lana (Marta Etura), la sua ex, hanno avuto Eva (Claudia Vega) una bambina che si affeziona da subito ad Alex e che quest’ultimo sceglie immediatamente come modello per la realizzazione di un nuovo avanzatissimo robot.
Il regista spagnolo Kike Maíllo per la sua opera prima decide di mettere in scena un thriller-fantascientifico che esplora il mondo della robotica e la sua evoluzione umanoide, tematiche trattate da grandi autori come Asimov e Philip K. Dick, il primo coniando le tre celebri Leggi della robotica, il secondo dando il materiale di base a Ridley Scott per lasciare un segno indelebile nel cinema di fantascienza con il suo Blade Runner.
Il film di Maillo si dimostra sin troppo ambizioso nel volersi inserire in un contesto in cui l’immaginifico spielberghiano di A.I. Intelligenza Artificiale ha tracciato un solco visivamente ben definito. Se il lato prettamente drammatico e umano della storia funziona in toto, quello thriller e soprattutto il lato visivo dell’operazione risultano inadeguati allo spessore delle tematiche messe in campo.
Non sappiamo se ci siano state imposizioni di budget nella scelta di ambientare il film in futuro tanto prossimo, ma quello che stride in maniera piuttosto fastidiosa e l’aver voluto miscelare con troppa nonchalance un’ambientazione contemporanea con effetti visivi di ottima fattura e intenti tecnologici palesemente anacronistici.
Durante la visione del film si ha come la sensazione di entrare in una casa vittoriana e trovare un computer portatile come parte dell’arredamento originale, questo sarebbe plausibile se si stesse in qualche modo approcciando una digressione steampunk del genere, ma il film di Maillo è ben lontano da tale filone e la messincena finisce per creare una sorta di scollamento visivo che indebolisce la complessiva buona riuscita del film.
Premesso ciò Eva resta comunque un godibile dramma a tinte thriller, come abbiamo già detto il lato umano e narrativo dell’operazione farà la felicità di chi cerca una fantascienza che tratta temi universali e sia fortemente radicata nella realtà, resta questo neo dell’impronta visiva scelta, una scelta secondo noi azzardata, che però potrebbe avere anche un lato positivo, quello di rendere fruibile il film anche a chi la fantascienza proprio non la digerisce.
Nelle sale a partire dal 31 agosto 2012
Film correlati: A.I. Intelligenza artificiale – Blade Runner – Io, Robot – L’uomo bicentenario – Hardware: Metallo letale
Note di produzione: Nel cast figura anche uno degli attori prediletti da Almodovar Lluìs Homar (La Mala Educacion, Gli Abbracci spezzati); il film oltre ad aver ricevuto 3 Premi Goya è transitato al Festival di Venezia 2011 vincendo un premio collaterale e al Sitges – Festival internazionale del cinema della Catalogna dove ha ricevuto un premio per i migliori effetti speciali.