Si sono celebrati ad Asiago i funerali di Ermanno Olmi, regista autodidatta, pioniere nel campo del documentario, creatore di un linguaggio personale e fuori da ogni schema fin da opere come Il tempo si è fermato, I recuperanti e La Circostanza, sperimentatore incessante che ha portato per la prima volta al cinema il dialetto come lingua ed i grandi miti della tradizione cristiana; l’artista si è spento ad ottantasei anni dopo essere rimasto in ospedale per diversi giorni a causa della malattia che già ne aveva minato le condizioni di salute.
La scomparsa di un grande maestro del cinema italiano
Ai funerali, tenuti in forma strettamente privata, sono state presenti poche decine di persone, tra cui i familiari più stretti.
La salma di Olmi, secondo quanto riferito da alcuni persone vicine alla famiglia, sarà cremata per espressa volontà del Maestro.
La cerimonia, svoltasi di primo mattino, è stata recitata ad Asiago con il sindaco che ha dichiarato il lutto cittadino; non è stato reso noto dove verranno tumulate le ceneri del regista.
Ecco come ha commentato il ministro Dario Franceschini la scomparsa dell’autore:
La scomparsa di Olmi priva la cultura italiana di un gigante, uno dei grandissimi maestri del cinema italiano. Intellettuale profondo che ha indagato e esplorato i misteri dell’uomo e raccontato, con la poesia che contraddistingue le sue opere, il rapporto tra uomo e natura, la dignità del lavoro, la spiritualità.