Siamo nel 1960, Paul Kemp (Johnny Depp) giornalista e scrittore newyorkese con una smodata passione per la bottiglia approda in quel di San Juan, Porto Rico con un lavoro in un quotidiano locale, il San Juan Star, che a dire il vero naviga in bruttissime acque. Il direttore Edward J. Lotterman (Richard Jenkins) affida a Kemp, che nel frattempo ha subito legato con il collega Paul Sala (Michael Rispoli), la rubrica degli oroscopi, ma presto Kemp riceverà una promozione e passerà alla cronaca nera grazie al licenziamento in tronco di Moberg (Giovanni Ribisi), un giornalista alcolizzato e dalla personalità borderline ormai bruciato dall’abuso di alcol e droghe. Durante il suo soggiorno sull’idiliaca isola Kemp perderà la testa per la fascinosa Chenault (Amber Heard), che è la donna dell’uomo più potente di Porto Rico, il ricco ed ambiguo affarista Hal Sanderson (Aaron Eckhart) che irretirà il giornalista dall’etica alla deriva con belle parole e la prospettiva di una vita di agi, ma quando le cose si metteranno male a Kemp non resterà che ripescare quel poco di giornalista sobrio che è rimasto in lui e denunciare un lucroso ed illegale affare immobiliare che Sanderson ha in ballo e che sta per devastare, inondandolo di cemento e turisti, uno dei pochi paradisi tropicali ancora incontaminati.
Johnny Depp torna a cimentarsi con un’altra opera dello scrittore e giornalista Hunter S. Thompson a quattordici anni da Paura e delirio a Las Vegas di Terry Gilliam. Se nel caso di Gilliam, l’estro goliardico all’insegna del facinoroso dell’ex-Monty Python trasformava l’opera di Thompson in un deformante trip all’insegna del grottesco ad oltranza, in questo caso accade l’esatto contrario e la lettura del regista Bruce Robinson, che ha anche curato la sceneggiatura fatica un po’ a star dietro alla graffiante controparte cartacea e alla surreale ferocia del linguaggio dell’autore e preferisce tratteggiarla con spirito costruendo un film molto hollywoodiano, senza dubbio godibile, ricco di humor e una gradevole punta di sarcasmo, confezionando però una pellicola morbida concepita in modo tale da poter essere fruita da un target di spettatori il più ampio possibile e che vada oltre i lettori e cultori delle opere del Dr. Gonzo.
The Rum Diary-Diario del desiderio nel suo complesso risulta amabile, fascinoso e a tratti davvero esilarante, Depp indossa il suo personaggio con ricercata nonchalance, non calca mai la mano e gioca di fino circondato da un cast di gran lusso tra cui spiccano, in postivo e negativo un allucinato Giovanni Ribisi, un’appannato Aaron Eckhart e una radiosa Amber Heard. Insomma tra sirene del Connecticut, galli da combattimento, oracoli ermafroditi e una Porto Rico ad alto tasso alcolico l’accoppiata Bruce Robinson/Johnny Depp diverte ed intrattiene con indubbia classe.
Nelle sale a partire dal 24 aprile 2012
Note di produzione: Il film, che è una sorta di ideale prequel di Paura e delirio a Las Vegas è stato co-prodotto da Johnny Depp con la sua Infinitum Nihil. Il regista, sceneggiatore e attore Bruce Robinson, che torna dietro la macchina da presa a diciannove anni dal suo Jennifer 8, ha raccontato al quotidiano britannico The Independent di essere stato un alcolista, aggiungendo che prima di lavorare a The Rum Diary era riuscito a restare completamente astemio per sei anni e mezzo, ma negli ultimi due anni ha ricominciato a bere un po’ di vino. “Il motivo per cui ho iniziato di nuovo è stato The Rum Diary“.
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