Straordinari al lavoro, è molto tardi, Giulia si appresta a tornare a casa, saluta i colleghi, monta in macchina e si avvia, è quasi l’alba, tutto sembra a posto, ma la ragazza nota una macchina che sembra pedinarla, un’occhiata allo specchietto retrovisore.
I fari dell’altra vettura improvvisamente si alzano accecandola per un istante, la macchina si avvicina minacciosa, casa non è tanto lontana, forse ce la può fare, la macchina avccelera, Giulia fa lo stesso ed inizia un lungo ed interminabile inseguimento…
Death hour è un cortometraggio tutto italiano, diretto a quattro mani da Vincenzo Puglisi e Roberto Mannelli, girato da un gruppo di entusiasti giovani con tanta palese passione per il cinema e in particolare quello degli anni ’70, quello che ancora si definiva in generi e che ha creato veri e propri stili di regia, ancora oggi imitati e citati in molte produzioni odierne.
Questo corto è un omaggio al thriller ed al cosiddetto poliziottesco all’italiana, l’uso di inquadrature a finestra multipla, un certo montaggio frenetico, specialmente durante l’inseguimento notturno, rivelano un certo stile emulativo che omaggia il cinema italiano che fu, più volte citato anche dal grande Quentin Tarantino.
Nella parte finale molte inquadrature citano i thriller di Fulci e Argento, lo facciamo notare, senza fare paragoni insensati, ma solo sottolineandone la divertente visione cinefila.
Nella prima parte montaggio e inquadrature sembrano alquanto incerti e lasciano perplessi per una confusionaria sequenza iniziale che risulta visivamente scollegata, mentre, iniziato l’inseguimento nella seconda parte tutto funziona perfettamente, anche la recitazione.
Il finale lo lasciamo giudicare a voi, ma ci è sembrato più che adeguato, senza grandi sorprese, ma almeno non eccessivamente telefonato, musica e fotografia fanno il loro dovere, divertente e, a parte qualche minuto di assestamento iniziale, nel complesso estremamente godibile.