Non sempre gli spettatori premiano le storie intramontabili, le argomentazioni ‘cult’, i miti. Una di queste, senza dubbio, è quella di Romeo e Giulietta. Riproporla, talvolta, può essere un rischio. Un rischio a cui si va incontro volentieri, pensando che il pubblico abbia voglia di riconoscere e premiare i clichet. Avrà pensato questo Carlo Carlei, quando ha deciso di assumersi tale responsabilità e dando alla luce il ‘suo’ “Romeo&Juliet”. Il film, da lui diretto, ha come protagonisti i giovanissimi Hailee Stenfield (nei panni Giulietta) e Douglas Booth (nei panni Romeo). Ieri il film è stato proiettato al Festival Internazionale del Film di Roma. Senza, però, convincere gli spettatori presenti.
Ciò che non ha funzionato, a grandi linee, è stato proprio il voler prendere come input una storia orami ‘trita e ritrita’, rivista in chiave standard. Una storia che ormai tutti conoscono e che dunque non sorprende nessuno. Così, questa pellicola da ben venti milioni di euro, fatta dunque molto bene, pecca di mancanza di novità. Carlei ha provato a spostarla temporalmente, collocandola nel pieno del Rinascimento anziché nel Medioevo. Ma questo salto nel tempo è valso a poco.
Giulietta, interpretata dall’attrice diciassettenne Hailee Stenfield, non colpisce. Non ha il carisma, la passione, il fascino, che da lei il pubblico si aspetta. E neanche il bel Booth sembra essere adatto nel ruolo di Romeo.
Carlei, senza dubbio, ha avuto coraggio. Il suo scopo era quello di far avvicinare le giovani generazioni alla storia di Romeo e Giulietta. E’ ancora presto per dire se ce la farà. Certo è che la partenza è stata poco entusiasmante.
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