Seguiamo le epiche avventure del prode Conan (Jason Momoa) nella selvaggia, splendida e spietata Hyboria, da adolescente a possente guerriero cimmero in cerca di vendetta dopo la distruzione del suo villaggio e la morte di suo padre Corin (Ron Perlman) brutalmente ucciso. La sete di vendetta porterà Conan sulle tracce del responsabile della morte del padre, il temibile signore della guerra Khalar Zym (Stephen Lang), ma sulla strada che porterà il cimmero a compiere il suo destino ci saranno ostacoli di ogni sorta, magia oscura e spietati avversari.
Prima di proseguire nella recensione di questo nuovo Conan bisogna fare alcune premesse, prima di tutto questo film non a nulla a che fare con l’epico cult di John Milius ne tantomeno con il sequel di Fleischer, l’idea del regista Marcus Nispel è stata quella di pescare suggestioni ed intenti direttamente dalle pagine dei libri di Robert E. Howard in cui il cimmero ha avuto i suoi natali letterari e dal fumetto della Marvel che poi ha creato tutto uno stuolo di cultori a prescindere dal dittico cinematografico, idea questa di prendere le distanze dai film con Schwarzenegger lodevole che però non è bastata purtroppo a dare corpo e anima ad un nuovo eroe che potesse, come dice il termine stesso dell’operazione, riavviare con efficacia la saga.
Veniamo ora ai pro e ai contro dell’operazione Conan the Barbarian, tra i pro senza dubbio la scelta del protagonista Jason Momoa memorabile guerriero e sovrano dothraki nel recente serial HBO Game of Thrones, dotato di quel carisma e di quella fisicità tipici degli eroi action a tutto tondo, stessi elementi che hanno permesso nell’82 all’esordiente Schwarzenegger di svettare nel capolavoro di Milius, nonostante un’espressività all’insegna del monocorde che però di contro ben si prestava al ritratto di guerriero forte e di poche parole ritratto nei libri di Howard, tra i contro dell’operazione invece troviamo una regia poco a fuoco, che sembra stavolta non riuscire a dare il giusto spessore visivo a personaggi e dinamiche, i primi seppur visivamente fascinosi troppo spesso appena abbozzati, mentre le seconde afflitte da una dinamicità troppo altalenante e da una messinscena forse per scelta troppo spartana rispetto al respiro epico della narrazione.
Conan The Barbarian purtroppo resta sospeso a mezzavia, indeciso tra il rutilante contesto action di ultima generazione patinato e semplificato all’inverosimile, per andare incontro ad una rumorosa platea da popcorn-movie e un afflato epico latitante che in questo caso manca di dare all’operazione la giusta assonanza con il genere fantasy a sfondo eroico a cui il creatore di Conan si ispirava per le sue opere e una gradevole digressione nel cosiddetto filone Sword and Sorcery, regalata in questo caso al personaggio dal dittico confezionato dalla coppia Milius/Fleischer, insomma posta di fronte alla recente produzione di serie tv di altissimo profilo, come il già citato Game of Thrones di George RR Martin, questa versione giovanilistica del Conan made in Nispel, con tanto di modaiolo 3D pocò più che funzionale, pur avendone i mezzi non riesce a sfruttare appieno le immense potenzialità immaginifiche del franchise.
Nelle sale a partire dal 18 agosto 2011