Sono tanti i film tratti da libri o liberamente ispirati a romanzi di ogni genere. L’opinione più ricorrente è che quasi sempre il film non rende giustizia al racconto del libro che invece ci aveva così preso.
A volte, succede invece, che sia proprio il film ad attirare più del libro, vuoi per la bravura di attori e registi, vuoi perché l’arte cinematografica è riuscita a dare un senso ad una storia che scritta sembrava non averne, ed ecco che il film diventa più famoso del libro.
Uno dei casi eclatanti in cui la trasposizione cinematografica è più nota dell’opera letteraria è “Colazione da Tiffany” di Blake Edwards. Film del 1961 con una fantastica Audrey Hepburn, tratto dal romanzo di Truman Capote del 1958.
Nel film ci sono diversi cambiamenti e alcune omissioni rispetto al libro. La differenza più sensibile è nel finale, quello del libro è piuttosto aperto, quello filmico è un lieto fine, con Holly la protagonista, che ritrova il suo gatto e bacia Paul sotto la pioggia.
Sicuramente Audrey Hepburn ha svolto una funzione magnetica per questa storia.
Poi c’è “Fight Club” film di David Fincher del 1999, tratto dal romanzo di Chuck Palahniuk del 1996. In questo caso il romanzo ha sicuramente brillato di luce riflessa, dopo l’uscita del film furono ristampate ben due edizioni del libro.
Le due opere non mostrano differenze sostanziali, ciò che si nota è la linearità del libro di Palahniuk rispetto al montaggio caotico e frenetico del film di Fincher, che tra l’altro aggiunge un sottotono beffardo ed ironico del tutto assente nel romanzo.
Ad ogni modo le scelte di Fincher ben rispecchiano il sapore allucinatorio e provocatorio del libro, sottolineando un scintilla geniale che di sicuro già c’era.