Ormai videogiochi e celluloide sono diventati come il Gatto e La Volpe. Non si tratta ancora di un fenomeno di massa, ma fa comunque un certo effetto appoggiare il joypad, andare al cinema ed esperire un curioso senso di deja vu.
La situazione è chiara: molti personaggi dei videogiochi stanno per seguire i primi, sparuti pionieri, nel salto verso il mondo del cinema. I primi tentativi non sono andati tutti tutti a buon fine, per usare un eufemismo, sia come realizzazione, sia al botteghino. Molti di voi avranno visto, ad esempio, Doom. Il film è un live action del 2005, basato sull’omonima, celebre saga di videogiochi.
Doom è l’FPS per eccellenza, una sorta di icona sacra, e forse le aspettative erano un pò eccessive. Il film in sè è una pellicola d’azione/horror abbastanza nella norma, veramente niente di cui scrivere sil diario. Qualche mostro carino, qualche salto sulla sedia se il volume è altissimo, ma poi, a parte una pioggia di piombo, non c’è molto altro.
Interessante la scena finale, girata in prima persona, chiaro omaggio al videogioco. Altro tentativo, passato abbastanza inosservato, è Cacciatori di zombi , film horror del 2005 diretto da Michael Hurst, sequel del film del 2003 House of the Dead. Il film è il secondo adattamento cinematografico della serie videoludica di House of the Dead, mentre il terzo capitolo è stato pubblicato esclusivamente per la televisione, e questo la dice lunga.
Arriviamo a qualcosa di più interessante. Vi dice niente il nome Alice? Il film doveva uscire nel 2000, ma poi è stato cancellato tutto, e rimandato a chissà quando. Quel “chissà quando” sembrava aver guadagnto, fino a poco tempo fa una collocazione precisa a livello temporale. Stavolta un progetto caldo, un’ambientazione indimenticabile per chi ha giocato almeno una volta a American McGee’s Alice. Un’ambientazione inquietante per un’Alice innovativa, che avrebbe dovuto avere il volto di Sarah Michelle Gellar.
Il condizionale, purtroppo, è obbligatorio. E’ dal 2000 che le voci sul progetto cambiano, vanno e vengono, e le ultime notizie non sono positive: sembra che ci troviamo di fronte all’ennesimo annullamento, notizia, questa, che è circolata proprio quest’estate. E pensare che Sarah Michelle Gellar si era mostrata così interessata al progetto e così risoluta, che aveva addirittura affermato che avrebbe portato avanti il progetto lei stessa, se ci fossero stati dei problemi.
Io ancora incrocio le dita. Il gioco è stato, per me, un’esperienza pazzesca. Parlando invece di realizzazioni effettive, progetti che in un modo o in altro hanno infine visto la luce, non posso non citare Final Fantasy VII: Advent Children. Anche qui stiamo citando nomi leggendari.
Trattasi nello specifico di un film di animazione basato sulle vicende del settimo capitolo della lunga saga. La trama e l’atmosfera sono state catturate con molta cura, e la realizzazione tecnica è veramente notevole e colma di effetti suggestivi.
Ci sono poi film basati su videogiochi legati a nomi di una certa importanza. Pensate che alla ormai datata trasposizione cinematografica di Street Fighter, sono associati i nomi di Jean Claude Van Damme e del compianto Raul Julia.
L’interesse per questo tipo di trasposizioni è vivo già da molto tempo, pensate infatti che che solo l’anno prima, nel 1993, era uscito il film di Super Mario Bros, interpretato niente meno che da Bob Hoskins – fisicamente adatto alla parte – e da Dennis Hopper. Il film è divertente, e si presenta come un’interpretazione comica e goffa che cerca di aderire il più possibile alle indimenticabili e indimenticate atmosfere 8 bit del videogioco.
E adesso passiamo a qualcosa di più forte: Silent Hill è un film del 2006, diretto da Christophe Gans, basato sulla saga horror videoludica omonima. Ambientazioni crepuscolari, e la percezione continua di trovarsi all’interno di un incubo sono elementi che lo rendono un horror di tutto rispetto, riuscendo c creare momenti di grande tensione.
E quando si ha l’impressione che l’incubo sia finito, tutto ricomincia da capo. Al cinema mi sono divertito tantissimo, anche per come sono stati ripresi e ricreati i mostri del videogioco. L’origine stessa del film smorza un pò i toni di alcune scene, come quando ad una poveretta viene strappata integralmente (senza esagerazioni) la pelle del corpo da parte di uno dei mostri che infestano la pellicola, che scuoia la poveretta come se la pelle della stessa fosse effettivamente un guanto.
Ho volutamente omesso il super citato Tomb Raider, il trascurabile Mortal Kombat, Christopher Lambert e Talisa Soto, e i tre colossali titoli riferiti alla complessa serie Resident Evil, mentre cresce l’attesa per Prince of Persia, il film di Mike Newell con Jake Gyllenhaal nei panni di Dastan, per Warcraft, il cui nome non ha bisogno di aggiunte, e per Halo.