Dal primo luglio 2011 andare al cinema costerà un euro in più: un emendamento al decreto mille proroghe proposto dal governo prevede infatti una tassa sul cinema (fino a 31 dicembre 2013) da versare al momento dell’acquisto del biglietto, per finanziare (45 milioni nel 2011 e 90 nel 2012) le agevolazioni fiscali a favore del settore (quali Tax Credit e Tax Schelter). Al ritocco del prezzo del biglietto, pari al 10% in più dell’attuale, sono esentate le sale diocesane. Le commissioni riunite Bilancio e Affari costituzionali hanno approvato l’emendamento.
Il vicepresidente dell’Agis Maurizio Roi commenta:
Tutto lo spettacolo italiano aderente all’Agis condivide le preoccupazioni ripetutamente espresse dalle rappresentanze dell’esercizio cinematografico sull’intenzione del governo di introdurre, attraverso il decreto Milleproproghe, un prelievo sul biglietto del cinema.
Giuseppe Corrado, amministratore delegato di The Space, maggior circuito di cinema in Italia ribadisce (fonte La repubblica):
Con l’aumento per protesta sospenderemo la programmazione di film italiani.
Il CASPER, Comitato contro le speculazioni e per il risparmio (formato da Adoc, Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori) parla di decisione folle che danneggia i cittadini italiani, gli appassionati di cinema e che avrà ripercussioni negative per gli stessi esercenti cinematografici:
Si tratta di una vera e propria stangata per le tasche dei cittadini. Già oggi i cinema italiani sono tra i più cari del mondo, e il costo medio di un biglietto è pari a 7,50/8,00 euro, mentre per le visioni di film in 3D può arrivare a 12 euro. Se approvato il provvedimento del Governo, un biglietto arriverà a costare 9 euro, 13 euro per i film in 3D. Si tratta di prezzi improponibili, che avranno come effetto quello di tenere i cittadini lontani dalle sale cinematografiche, con enorme danno per gli stessi esercenti. Per tale motivo, se non verrà ritirato il provvedimento, presenteremo ricorso al Tar e avvieremo iniziative di protesta tra cui lo sciopero degli spettatori.