Festival di venezia dalla undicesima alla ventesima edizione: Senso o Romeo e Giulietta?

Dopo un lungo tramonto, durato qualche anno, Venezia è riuscita a rialzare la testa, ad appoggiarsi sulle proprie mani, e ha cominciato a scrollarsi di dosso le macerie della guerra. Macerie fisiche, macerie culturali. Come una fenice nascitura, il festival ha continuato ad ardere sotto la cenere (mio dio, sembro Louis Miguel!) fino alla resurrezione, con l’arrivo del 1946.

Come per tutti, anche per il Festival di Venezia l’uscita dal tunnel non è stata nè immediata, nè indolore. Aiutato da una incredibile voglia di ricomincire, a dall’esplosione dell'”artisticità” repressa in quei difficili anni, il Festival riprende, stavolta a pieno regime.

Ed è il Neorealismo a fare da testimone a questo secondo inizio, anche se i film che lo rappresentano più da vicino, sembrano inizialmente non riscuotere il successo meritato; in questi anni si riaprono le porte al cinema internazionale, che torna, portando orgogliosamente sul vassoio una sequela interminabile di grandi registi e divi di ogni genere.

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Gli Arquette: una famiglia non proprio tranquilla

Come buona parte delle grandi famiglie del cinema americano anche gli Arquette, non si esimono da una buona dose di istrionismo e senso della ribellione nei confronti degli stereotipi, oltre a una tradizione di lunga data che li vede tramandare di padre in figlio la nobile arte della recitazione.

Da Cliff Arquette, celebrato attore, comico, musicista fino alla metà del secolo scorso, nasce nel 1935, Lewis Michael Arquette, colui che dal matrimonio con Mardi Olivia Nowak, darà vita alla nutrita discendenza composta da cinque figli: Rosanna, Patricia, David, Richmond ed Alexis, che un tempo si chiamava Robert.

Così mentre papà Lewis si convertiva all’islam, Rosanna mostrava i primi segni di insofferenza verso le regole familiari, raggiungendo in autostop San Francisco per poi spostarsi a Los Angeles dove nel 1977 debutterà in teatro. La sua carriere cinematografica non la si può definire propriamente gloriosa, con una serie di comparsate in film di successo tra cui New York Stories di Martin Scorsese, Pulp Fiction di Quentin Tarantino nonché Crash di David Croneberg aggiunte a diversi flop, successivamente preferisce al ruolo di attrice quello di produttrice e regista. La sua vita privata è contrassegnata da tre matrimoni e relativi divorzi: prima con il musicista Tony Greco, in seguito con il compositore James Newton Howard, poi con il restauratore Jon Sidel, da cui avrà una figlia Zoe Blue. La celebre canzone Rosanna dei Toto, è dedicata proprio a lei.

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Festival di venezia dalla prima alla decima edizione: dalle origini a Bengasi

Non credo che la Biennale di Venezia abbia bisogno di alcuna presentazione. Si tratta infatti di una delle istituzioni culturali più importanti e note del globo, nonchè, udite udite, il festival cinematografico più antico del mondo! Il festival è nato infatti nel 1932. Pensate a quel momento decisivo. Oggi ne parlano tutti, ma io quasi li vedo, il presidente della Biennale di Venezia, il conte Giuseppe Volpi di Misurata, Antonio Maraini, lo scultore e segretario generale, Luciano De Feo, il segretario generale dell’Istituto internazionale per il cinema educativo, tutti lì, riuniti attorno a un tavolo, che annuiscono tutti convinti e consapevoli del futuro successo della manifestazione.

Tutto è iniziato nei lontani anni ’30. Cosa vi viene in mente, se vi dico anni ’30? A me non molto, a parte il fatto che Indiana Jones era nel pieno della sua forma. Ma se la macchina del tempo ci portasse lì, sicuramente ci porterebbe a Venezia, in quel remoto e ingiallito 1932. Ci troviamo sulla terrazza dell’Hotel Excelsior al Lido di Venezia, ma ancora non si tratta di una rassegna competitiva. L’inizio è valoroso, e vengono già proposti quelli che diverranno veri e propri classici.

E come simbolo del cambiamento, vince Dr. Jekyll and Mr. Hyde di Fredric March, sia nella categoria Migliore Attore, sia in quella relativa alla storia migliore. Miglior regista invece è il sovietico Nikolaj Ekk per il film Il cammino verso la vita, mentre il film più divertente è A noi la libertà di René Clair. La cosa più pazzesca è che è stato menizonato anche – si – Topolino, Mickey Mouse. Sempre sulla breccia, il topastro.

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Recensione : La Mosca

Il tema della metamorfosi, filtrato dalla mente di David Cronenberg, ha dato vita nel 1986, a una rappresentazione di come si diventa schiavi della trasformazione, e di come si giunge a diventarne dipendenti, quando se ne perde il controllo.

La Mosca è il remake dell’omonimo The Fly, del 1958, in Italiano L’Esperimento del Dottor K, con Vincent Price. Tuttavia il remake diviene in questo contesto un pretesto, un modo per approfondire ben altri temi. Seth Brundle (Jeff Goldblum), più che uno scienziato, infatti, è un artista. Studia in incognito il teletrasporto, e arriva a realizzare un prototipo funzionante di un macchinario che ne implementa i principi fondamentali.

Ci siamo quasi, il programma riesce a trasferire le cellule da una capsula all’altra, manca veramente poco al lieto fine, e a una rivoluzione, in campo scientifico, di quelle epocali. Accanto allo scienziato, in questi intensissmi momenti, la giornalista Veronica Quaife (Geena Davies) vive con lui una storia d’amore intensa e bellissima.

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Presenze sul set: fantasmi dietro la macchina da presa?

Nessuno di noi ha bisogno di sapere cos’è un fantasma; del resto, credo che quasi nessuno di noi possa affermare di averne visto uno. Eppure tutti ne parlano, tutti sanno cosa sono, e nonostante certi fenomeni ancora non siano stati definiti in modo rigoroso, ognuno di noi si ritiene evidentemente in grado di vederne uno.

Alzando i piedi da terra rispetto all’articolo in cui si parlava dei morti sul set, adesso si sfora nel paranormale, nell’incertezza dell’allucinatorio, nella parapsicologia cinematografica e nei potenti effetti della suggestione.

Prendiamoci dei punti di riferimento: se i fantasmi esistono, non c’è motivo che neghi loro di andare al cinema. Men che mai di recarsi su un vero set cinematografico per assistere alle riprese di un film. Immaginatevi infatti la situaizone: siete più o menoinvisibili, evanescenti, potete attraversare i muri e, all’occorrenza, terrorizzare chi vi dà fastidio; in più avete di fronte a voi l’eternità. Avete presente le potenzialità di una vita del genere?

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I Sutherland: Donald e Kiefer destini incrociati

La caratteristica che più accomuna Sutherland padre (Donald) al figlio (Kiefer) è senza dubbio la duttilità, la capacità di ricoprire i ruoli più disparati con la garanzia pressoché matematica d’ottenere un risultato che risponde alle aspettative, la chiave del successo dei due attori è tutta qui, quanto basta per includerli nel novero dei più amati dal pubblico.

Che Donald McNichol Sutherland fosse capace di tutto lo si intuisce dalla sua biografia. Nato in Canada nel 1934, fa il dj in una radio privata e nello stesso tempo si paga gli studi per diventare attore, un sogno destinato a divenire realtà che il nostro persegue strenuamente, al punto da imbarcarsi per l’Inghilterra dove si iscriverà alla London Academy for Dramatic Arts.

Ogni ruolo sembra adatto a lui, Donald non sfigura mai neanche quando a inizio carriera, il cinema italiano gli concede la grande occasione di proporsi ma in film di bassa qualità. Col passare del tempo parti più decorose si profilano all’orizzonte come quella del capitano Pierce nella versione cinematografica di Mash a firma Robert Altman. Anche il nostro Federico Fellini, si accorge di lui e gli offre il ruolo del protagonista in Casanova, cosi come un altro grande maestro di casa nostra Bernardo Bertolucci lo trasforma nel cinico Attila del suo Novecento: il legame con l’Italia è forte. Con quel viso da eterno marpione, il sorrisetto ironico e irriverente Donald Sutherland da l’idea di saperla lunga e nulla sembra poterlo turbare.

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Film italiani 2009: quattro titoli su cui puntare

Il momento è giunto, e, credetemi, era inevitabile. Anche il cinema di casa nostra nel 2009 dirà la sua, e nessuno di noi potrà far finta di niente, nessuno potrà ignorare il richiamo del cinema italiano.

La scelta non è vastissima, e questo ci permette di soffermarci con un certo zelo su qualche particolare della cinematografia futura battente bandiera tricolore. Vi anticipo subito che cuore e amore saranno le parole chiave. Poi ci sarà qualcos’altro, poi torneranno cuore e amore, e così via.

Intraprendiamo dunque senza pregiudizi questo tortuoso percorso, ricordandoci che se le aspettative sono quello che sono, in sostanza non potrà che andarci bene; in fin dei conti questo è un principio che può essere applicato un pò ovunque, quindi non vedo sinceamente il motivo di non sfruttarlo in questa sede.

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Maledizione sul set: i film uccidono?

La recente scomparsa del non ancorra ventinovenne Heath Ledger ha risollevato un polverone che abbiamo già visto alto, nella storia del cinema: quello dei film maledetti. Film funestati da sciagure indicibili, e le cui riprese sono accompagnate da morti e disgrazie.

Detta così, non può che sembrare una leggenda metropolitana. Eppure effettivamente, analizzando strettamente i fatti, emerge che qualcosa è successo e succede davvero. E’ possibile infatti decorare la realtà, ma non lo è cambiare il numero di morti avvenuti nel contesto delle riprese di un film.

Il segreto per non perdere tutte le informazioni interessanti è proprio quello di non lasciarsi sommergere da superstizioni e da eventi inspiegabili, cosa che puertroppo si tende a fare con una certa facilità, considerato che le storie di fantasmi ci affascinano incredibilmente.

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Film Storici 2009: dal Conquistador al 1776

C’è poco da fare, il film storico asolve oggi ad una funzione che teoricamente tenderebbe a spingersi oltre quella del puro intrattenimento: la diffusione di certi aspetti della storia dell’uomo è sato infatti appannaggio della sola letteratura, e laddove si tende a leggere sempre meno, è assolutamente necessario estendere il set di mezzi di diffusione delegati a svolgere tale compito.

A chi tocca dunque nel 2009? E’ presto detto: iniziamo da Conquistador. Diretto da Andrucha Waddington, e prodotto da una serie di nomi altisonanti, quali sono quelli di Gianni Nunnari, Oliver Stone, David Fincher, e Robert Rodriguez, il film si ripromette di raccontarci la storia di Hernan Cortes, interpretato da Antonio Banderas, a partire dalla partenza da Cuba finalizzata ad espandere la potenza spagnola, fino alla tragica distruzione dell’impero Azteco.

Interessante, no? Quanto avevate a storia alle superiori ? Tanto per smorzare la prima affermazione di questo articolo, è ovvio che qui si tratterà di una bella avventura, epica e romanzata, siamo pure sempre al cinema!

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Film musicali 2009: Scorsese tra Miles Davies e Mick Jagger

Non poteva mancare, per il prossimo anno, un confortevole tappeto di note e di passi di danza su cui rigenerarci dopo lunghe sessioni lavorative. I film musiacli sono da sempre un genere a sè, ed ho visto atteggiamenti estremi adottati nei loro confronti: c’è chi li ama, cè chi li odia. Come al solito mi colloco in una posizione intermedia, impossibile generalizzare, ce ne so9no di fantastici e di invedibili.

Per questo mi chiedo come sarà questa Untitled Miles Davis Biopic, di cui attualmente si sa molto poco. Quel che è certo è che non si trattta di una vita come tutte, e le note del trombettista, bandleadere e compositore jazz faranno da cornice a una storia finita anche troppo presto, nel 1991. Non c’ è alcun bisogno di sottolineare cosa è stato Davies per la musica e cosa quest’ultima è stata per lui. Un solo nome legato alla pellicola:Don Cheadle alla regia e nel cast.

E sempre nel complesso mondo della musica si svolge The Long Play, diretto niente meno che da Martin Scorsese, affiancato dall’icona del rock Mick Jagger. La storia narra dell’avventura di due amici, durata quarant’anni, nel mondo del business della musica, dal R & B delle origini all’oggi dell’ Hip Hop. Sicuramente l’approccio permette di avere uno scorcio a grana larga di un pezzo molto importante di storia della musica.

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La saga dei Coppola: il cinema nel sangue

La storia del cinema risulterebbe priva di alcuni dei suoi più importanti capitoli se Francis Ford Coppola non fosse mai esistito. Basta riflettere anche solo per una attimo su una frase come questa, per rendersi conto di come il destino abbia avuto un ruolo importante nel determinare le sorti di un autentico genio della macchina da presa, colui che non si è mai posto limiti, quando si è trattato di raccontare vicende, anche tragiche, relative alla storia del proprio Paese. Già… gli Stati Uniti, il luogo dove i sogni possono divenire realtà e l’estro dell’individuo se riconosciuto come tale, può portarlo in cima alla piramide del successo sociale.

Ci chiediamo quale sarebbe stata la sorte del giovane Francesco, aspirante cineasta se qualche anno prima i nonni, valigie alla mano, non avessero deciso di emigrare oltre oceano da Bernalda, paesino della Basilicata. Probabilmente il grande regista non avrebbe goduto di quel clamore che tutte le sue vicende pubbliche e private hanno invece ottenuto in tutti questi anni di attività.

Nato da papà musicista Carmine Coppola e mamma Italia Pennino, di professione attrice, è il secondo di tre fratelli: il maggiore August Coppola, professore di letteratura è il padre di Nicolas Cage, di Christopher Coppola regista e produttore e di Marc Coppola anch’egli attore, mentre la sorella minore Talia Rose Coppola in arte Talia Shire fa l’attrice ma è anche madre dell’attore e musicista Jason Francesco Schwartzman e di Robert Schwartzman, guarda caso anche lui attore, nati dal matrimonio con il produttore Jack Schwartzman.

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Film d’Animazione 2009: Tin Tin vs Scrat

Non c’è che dire, i film d’animazione sono assolutamente uno specchio della nostra evoluzione. In un dato momento, l’umanità si pone delle domande su se stessa, si chiede, in preda a una crisi, dove andrà a finire.

Ed ecco che in tutta risposta giunge Ice Age 3:l’alba dei dinosauri, e l’umanità tace guardando attentamente ciò che viene proiettato e smette di farsi sciocche domande esistenziali. Insomma, l’avete vista la locandina? Avete notato le inquietatissime facce dei nostri amici, con il mega dinosauro che appoggia il suo enorme muso addosso a loro.

E poi, cos’altro ancora di terribile succederà al povere Scrat? Ci sarà veramente da divertirsi, a giudicare dalle premesse. Il film è di Carlos Saldanha e pare che uscirà tra un anno esatto, giorno più giorno meno, nelle sale cinematografihe. La controindicazione nel parlare di anteprime è che ti viene la voglia di vederli subito, i film.

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Film comics 2009: Wonder Woman in visita a Sin City

Ormai divenuto a tutti gli effetti un genere, quello dei film tratti dai fumetti ci ha offerto fino a questo momento prodotti dalla qualità altalenante. Dopo il colossale Cavaliere Oscuro, portato di recente sugli schermi da Christopher Nolan, campione d’incassi di quest’anno, non si può fare altro che cercare di immaginare quali saranno gli sviluppi futuri di questo tipo di film, chiedendoci se effettivamente ci sono dei limiti nella “trasponibilità” dalla carta alla celluloide.

Ad aprire la nostra breve rassegna è il sequel del discusso Sin City di Frank Miller: Sin City 2. Il primo ha suscitato pareri contrastanti, Frank Miller ha ascoltao cosa aveva da dire il mondo e poi è andato per la sua strada senza troppe preoccupazioni. Il sequel è basato sul secondo volume della serie creata da Miller intitolato Una donna per cui uccidere ed è il prequel di Un’abbuffata di morte. Rivedremo volti noti, come Marv (Mickey Rourke) e Dwight McCarthy (Clive Owen). Il film è di Frank Miller e di Robert Rodriguez, con Devon Aoki, Rosario Dawson, Jessica Alba, Brittany Murphy, Clive Owen, Mickey Rourke e Jaime King. Come lasciarselo sfuggire?

Tornando a figure più solari, pensate un pò chi torna a rinnovarsi nel 2009: Lauren Montgomery porterà sul grande schermo il film di animazione Wonder Woman. La principessa e Amazzone Diana scorta il pilota Steve Trevor a casa negli Stati Uninti dopo che il suo aereo si è andato a schiantare, per l’appunto, nella misteriosa isola di Themyscria; ecco l’inizio di Wonder Woman, la più grande di tutte le eroine; e speriamo che riescano a rinnovarla a dovere, dato che si tratta veramente di un gran personaggio, che ci piaccia o no. (Non) sentiremo le voci di Rosario Dawson, Nathan Fillion, Keri Russell, Virginia Madsen, e Alfred Molina.

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Film biografici 2009: Di Caprio gioca a Space Invaders

Prima o poi doveva succedere: anche i videogiochi sono diventati ufficialmente storia: qualcuno si chiederà se si trova nel blog sbagliato. No, assolutamente no. Il problema è che il titolo parla chiaro: Atari sarà ufficialmente oggetto di una biografia. O meglio, il suo più celebre esponente.

Scritto da Brian Hecker e da Craig Sherman, il film Atari renderà omaggio e parlerà della vita di Nolan Bushnell, il padrino dell’industria dei videogiochi. Si parlerà dell’evoluzione del suo pensiero, e di come passerà da riparatore di flipper rotti a implementatore delle sue stesse idee, rivoluzionarie idee, all’inizio degli anni settanta.

Sarà Leonardo di Caprio a interpretare il protagonista della storia narrata, a sottolineare che ormai è cresciuto, è grand e si è liberato dei suoi ruoli efebici di un tempo; non so a voi, a me piace molto come attore, ma mi fa sempre impressione vederlo con la barba come primo impatto. La sfida di questo film è meno banale di quello che si pensa: su tratta di portare sullo schermo la storia di una delle maggiori case produttrici di videogiochi della storia.

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