Tutto ebbe inizio nei lontani anni ’80 quando una serie di traduttori spinti da alcuni produttori in preda ad una sorta di follia mistico-commerciale ebbero la malaugurata idea di rendere più appetibili le pellicole internazionali che approdavano nelle nostre sale modificandone di sana pianta i titoli che come tutti ben sanno sono l’anima e la summa del pensiero e del contenuto del film stesso, ma a loro la cosa parve non essere vitale.
Si cominciò col massacrare gli horror, dopo che il successo di cassetta Evil Dead di Sam Raimi era diventato La casa, qualsiasi film che seguì divenne una sorta di brochure immobiliare, La casa 2,3, fino al thrillerThe horror show diventato La casa 7, ma non dimentichiamo The Texas chainsaw massacre di Tobe Hooper divenuto Non aprite quella porta che scatenò la fantasia dei produttori sfornando una sequela di risibili e minacciosi avvertimenti come Non entrate in quella scuola (Prom Night), Non aprite quell’armadio (Monster in the closet), ormai si sfiorava veramente il ridicolo.