Gil Kenan: la fantasia al potere

Gil kenan nasce a Londra il 16 Ottobre 1976,  di origini israelo-americane, la sua famiglia si trasferisce a Los angeles dove Kenan cresce e  nel 2002 si diploma in cinematografia alla UCLA ricevendo un MFA, un master molto prestigioso in arte e performance visive, un talento prodigioso che i grandi produttori hollywoodiani adocchiano subito.

Tra di loro Robert Zemeckis (Forrest Gump) e Steven Spielberg (La guerra dei mondi) che dopo aver visionato un suo corto, The lark, gli propongono di dirigere il film di animazione Monster house, kenan accetta la sfida e si confronta con questo non semplice esordio, produce la Dreamworks.

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Richard Gere: la lunga strada del successo

Richard Gere nonostante una densa e fruttuosa carriera nel cinema non ha mai trascurato la sua vena più mistica e il suo impegno sociale, mettendoci come si dice la faccia, promuovendo in giro per il mondo la sua religione, Gere è  buddista, e la causa tibetana, attraverso un impegno costante che dura ormai da anni, e che l’attore instancabile ad ogni occasione non manca mai di ricordare.

Richard Gere nasce a Phildelphia, città della Pennsylvania (USA) il 31 agosto 1949. secondo di cinque figli, madre casalinga e padre assicuratore, è studente brillante e promettente atleta. La carriera scolastica è piena di soddisfazioni e riconoscimenti, ma oltre alla scuola e allo sport il giovane Gere si farà notare anche per una predisposizione naturale per la musica che metterà in pratica imparando a suonare pianoforte, chitarra, basso, ma si distinguerà come ottimo trombettista.

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Michelle Hunziker, la diva del piccolo schermo prestata al cinema

Michelle Hunziker nasce il 24 gennaio 1977 a Sorengo, vicino Lugano, nella Svizzera italiana. La madre ha origini olandesi, il padre è uno svizzero tedesco.

Sin da piccola viaggia molto trasferendosi dapprima nei pressi di Berna e successivamente con la madre vicino a Bologna dove studia per diventare interprete. Dopo la scuola, tuttavia, le donne Hunziker si spostano a Milano dove Michelle lavora come modella.

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Mark Herman: l’Inghilterra che sogna

Mark Herman, regista inglese dalla non prolificissima filmografia, classe 1954, studia cinema in due prestigiose scuole inglesi, la National Film School e la Leeds polytechnics, il suo primo lungometraggio Tutta colpa del fattorino (1992) è una commedia dai toni farseschi interpretata da Dudley Moore e Bryan Brown, un’opera sopra le righe, ben recitata, ma alla continua ricerca di un equilibrio, un film riuscito a metà, ma non dimentichiamo che è pur sempre un’ opera prima.

Già con la seconda pellicola, Grazie signora Thatcher (1996), Herman raggiunge quell’equilibrio tanto cercato, una commedia sul proletariato inglese che ha ancora voglia di sognare, una miniera chiude, molti lavoratori restano disoccupati, la passione per la musica, alcuni di loro suonano in una banda musicale, li porterà a realizzare un sogno, nonostante le traversie incontrate lungo il cammino.

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Vincent Garenq: tra commedia e impegno

al centro il regista Vincent Garenq

Vincent Garenq (nella foto, al centro), regista francese, classe 1966, autore di molti cortometraggi e documentari, studia alla scuola di cinema FEMIS, la sua palestra registica sono i documentari di viaggio, di cui diventa vero specialista, ma lavora anche come assistente di produzione per prodotti televisivi inglesi, americani e australiani.

I cortometraggi che lo faranno conoscere al grande pubblico sono Une vie à deaux (Una vita a due, 1992), Vita Sexualis (Vita sessuale,1993) e Demière seànce (L’ultima lezione, 2002).

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Aldo, Giovanni e Giacomo: tre uomini e un comò

Stabiliamo un fatto acclarato, i film di Aldo, Giovanni e Giacomo sono e rimangono l’unico antidoto comico ai cinepanettoni, antidoto che nel bene e nel male ci salva dalle farneticazioni coatto-sordiane dei vari De sica, Salvi e compagnia bella. Ammettiamo che i loro lavori cinematografici hanno negli anni evidenziato una deriva, ma comunque ne appaludiamo il coraggio nel cercare di distaccarsi dall’immagine macchiettistica e caricaturale tipica dei loro personaggi televisivi e dei loro corti teatrali. Detto questo, con il loro nuovo film presto nelle sale diamo una scorsa alla carriera di questo terzetto dalla comicità surreale e al contempo non astrusa, ma al contrario, vicina alla gente.

Cominciamo questa carrellata di successi ricordando che Aldo (Cataldo Baglio nato a Palermo,classe 1958) e Giovanni (Giovanni Storti, nato a Milano, classe 1957), solo nel 1991, dopo una gavetta durata dieci anni trascorsi tra cabaret e apparizioni televisive decidono di trasformarsi in un trio, inserendo un nuovo elemento, Giacomo (Giacomo Poretti, nato a Villa Cortese -VA-,classe 1956) con il quale il trio sviluppa quelle dinamiche comiche tipiche che li contraddistingueranno e che li porteranno ad un repentino e duraturo successo, che a tutt’oggi tra tv,cinema e teatro non accenna a scemare.

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Ludovico Fremont, poco cinema tanta tv

Ludovico Fremont nasce il 26 settembre del 1982 da madre italiana ballerina di danza classica, e padre francese di professione pittore.

L’ambiente artistico respirato a casa avrà certamente influenzato le scelte di questo giovane protagonista che abbiamo imparato a conoscere più per le sue frequenti presenze sul piccolo schermo che per i ruoli cinematografici.

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George C. Wolfe: da Broadway ad Hollywood

George C. Wolfe nasce il 23 settembre 1954 a Frankfort (USA), attore, produttore, ma principalmente regista.  Attore di teatro e scrittore per riviste letterarie lascia il liceo nel 1972, lo aspettano i riflettori di Broadway, dove intraprende una fruttuosa carriera di produttore ed autore, qui collabora alla realizzazione del grande successo Jelly’s Last jam e vince un il prestigioso Tony award per il suo lavoro in Angels of America.

La sua carriera è costellata di premi e riconoscimenti che ne testimoniano l’impegno artistico e professionale, alla domande sulla sua poliedricità artistica e sul come faccia a conciliare tutti questi impegni, lui risponde che il suo è un talento istintivo, non sa come, ma riesce a conciliare. e molto bene aggiungiamo noi, tutti questi ruoli grazie alla passione unita ad una totale dedizione per il proprio lavoro.

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Eran Riklis: Sguardi dal fronte mediorientale

Classe 1954, israeliano, attivo in campo cinematografico dal 1975, laureatosi in Inghilterra presso la Beaconsfield National Film school, sposato con due figlie, vive a Telaviv, ha al suo attivo numerosi spot pubblicitari, corti e serie tv.  Riklis esordisce nel 1984 con il suo primo lungometraggio On a clear day you can see Damascus , thriller a sfondo politico basato su fatti realmente accaduti. ma il suo debutto ufficiale è con Finale di coppa (1991) che lo impone all’attenzione della critica mondiale, i mondiali di calcio 1982 sono lo sfondo ed il pretesto per raccontare l’invasione del Libano da parte di Israele attraverso gli occhi di due soldati fatti prigionieri da un commando palestinese.

Finale di coppa verrà selezionato da molti festival, tra cui Berlino e Venezia, critica e pubblico apprezzeranno la leggerezza e la sobrietà di questo regista che racconta della guerra come quotidianità, A questo lavoro seguirà nel 1993 Zohar, biopic musicale su un  famoso cantante israeliano, che dai bassifondi raggiunge la notorietà ed il successo per poi distruggersi con la droga,  il film è un successo e campione d’incassi in Israele.

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Fabio De luigi: il comico della porta accanto

Classe 1967, romagnolo Doc e comico di razza. Fabio De luigi ha un’inizio folgorante, brucia le tappe e si fa subiro notare per la sua aria da bravo ragazzo, mista ad una follia appena percettibile, ma pronta ad esplodere a comando, cosa che succede sempre quando interpreta la sua nutrita e folle galleria di personaggi, il successo è dietro l’angolo, arrivano prima Zelig e  poi la Gialappa’s che lo lancia definitivamente nell’olimpo dei comici televisivi più amati, e da lì al cinema il passo è breve.

La filmografia di Fabio De luigi contiene molti titoli interessanti e sicuramente poco conosciuti, l’esordio è con una parte nello sfortunato, ma brillante Asini (1999), al fianco di Claudio Bisio e Giovanna Mezzogiorno, una comunità romagnola e un personaggio un pò sopra le righe ma estremamente divertente, poi è la volta di due progetti non propriamente memorabili, il primo Se fossi in te (2001) commedia corale, assolutamente anonima, nonostante il grande cast, tra cui la bravissima Paola Cortellesi, e il lungometraggio dell’esordiente Dario Migliardi , Un aldo qualunque (2001), pellicola tra il serio e il faceto, senza equilibrio, De luigi però convince.

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James Franco: non solo Harry

Le sue origini sono estremamente eterogenee: italiane, portoghesi, svedesi. questo suo “essere multiformre” potrebbe averlo ispirato nella scelta della carriera da intraprendere. Fratello di David e Tom, ha studiato inglese alla UCLA, e poi si dedica anima e corpo alla recitazione.

Non passa molto tempo che arriva il debutto in tv in un episodio di Pacific Blue, poco dopo quello al cinema nella commedia Mai stata baciata. Sempre in televisione prende parte a Freaks and Geeks, anche se la serie viene poi sospesa.

Il suo volto e le sue capacità lo rendono l’interprete ideale per il film James Dean, ovviamente nel ruolo di protagonista. La partecipazione al film gli vale il Golden Globe come migliore attore protagonista, segnando una svolta notevole nella sua carriera.

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Gabriele Salvatores: cineasta da romanzo

Prima di dare fondo alle notizie, e sono molte, raccolte per questa monografia, spendiamo due parole per uno dei più originali e spiazzanti registi italiani, Gabriele Salvatores, che con il suo Mediterraneo, ha rappresentato l’Italia nel mondo accaparrandosi un Oscar, ma non si è mai adagiato sul filone che lo ha così tanto gratificato, non ha soffiato su un fuoco per goderne fino all’ultimo il calore creativo, ma ha rischiato, esplorato, sperimentato generi, concetti, suggestioni, a volte con risultati discutibili, ma mai risultando banale, mai propinandoci una minestra riscaldata e in tempi pre-Gomorra, artisticamente aridi, ogni suo film innescava nuove domande, esplorava nuove strade, sempre con un’impronta registica immediatamente riconoscibile.

Salvatores nasce a Napoli il 30 Luglio del 1950, ma è Milano dove si trasferisce giovanissimo che lo forgia artisticamente, diploma al liceo Beccaria e poi il teatro, palestra di  anima e concetto, e Salvatores prima si iscrive all’Accademia del Piccolo Teatro, poi cresciuto e artisticamente maturo fonda il Teatro dell’Elfo è il 1972, dove saggia le sue capacità, dirigendo diversi spettacoli, che per contenuti e concezione visiva venivano allora definiti d’avanguardia, un’esperienza che porterà avanti fino al 1989.

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Scott Derrickson: Ultimatum ad Hollywood

Scott Derrickson è uno di quei registi poco conosciuti, ma dotato di una tecnica notevole nonchè di una predisposizione registica per il fantastico, genere in questo caso inteso nel più ampio significato possibile toccando cioè tutti i generi che ad esso si legano o che ne sono debitori, come l’Horror, il thriller sovrannaturale, o la fantascienza.

nel suo curriculum scolastico abbiamo  studi  di teologia, comunicazione e cinema presso la Biola university in California, seguiti da un master presso la USC School of Cinematic Arts, il suo esordio dietro la macchina da presa è con il cortometraggio Love the ruins, in veste oltre che di regista anche di produttore e sceneggiatore, e in questa tripla veste lo si vedrà in molti suoi lavori a testimoniare una totale e professionale preparazione che lo contraddistingue.

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Jennifer Connelly

Jennifer Connelly è bellissima, lo era quando ha iniziato la sua avventura nel mondo del cinema, lo è ora, che l’avventura continua, con sempre maggiore entusiasmo. Il suo nome è legato a quello di pellicole come Labyrinth, il film fantastico di Jim Henson del 1986, o a quello di Sergio Leone, che l’ha diretta nel capolavoro C’era una volta in America.

Niente male come inizio, dopo un pre-inizio come modella nel campo della pubblicità; Labyrinth, che sfoggiava un David Bowie in grande spolvero, è un film fantastico, un viaggio in un mondo fantasy i cui tratti inquietanti sono diventati cult.

Collabora, nel 1985, con Dario Argento, recitando accanto a Daria Nicolodi e a Donald Pleasence in Phenomena. Fa uno strano effetto pensarla su un filo diretto che collega un lontano Dario Argento a un certamente più attuale Darren Aronofsky.

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