A pochi giorni dall’epilogo della 65ma Mostra del Cinema di Venezia, non ci sembra prematuro tracciare un primo bilancio senz’altro positivo della rassegna tacciata da più parti di proporre fin troppe produzioni nostrane. Premesso che secondo noi non importata la provenienza di questa o quella pellicola, quanto la qualità delle stesse, riteniamo che si possa affermare senza ombra di dubbio come l’edizione di quest’anno, confermi una netta ripresa del cinema italiano.
Dopo una lunga malattia, lo stato di convalescenza sembra quasi superato, se si proseguirà in questa direzione è possibile profetizzare un futuro roseo. I prodromi di un ritorno alla ribalta delle nostre pellicole era riscontrabile già al Festival di Cannes, con il successo di Gomorra e Il Divo, dal Lido di Venezia è arrivata l’ulteriore conferma che quelli di Cannes, non erano casi isolati. Nonostante gli inevitabili pareri contrastanti della critica e del pubblico, nessuna delle pellicole in gara ha deluso le premesse e anche se il Leone d’Oro non venisse assegnato a nessuna di esse, un prestigioso obiettivo lo si sarebbe comunque raggiunto: quello di riportare il nostro Cinema verso il raggiungimento dei fasti di un tempo.
Intanto la rassegna si snoda tra i passato e il futuro, ieri si è discusso del passaggio al digitale con l’obiettivo di convertire entro un periodo accettabile tutte le sale italiane: ”La transizione al digitale per le sale cinematografiche italiane e’ un passaggio importante che va affrontato in modo concreto e veloce, sia dal punto di vista tecnico che da quello economico”, ha dichiarato Paolo Protti, presidente dell’Associazione Nazionale Esercenti Cinema, al convegno organizzato da Microcinema dal titolo: ”Il punto sul digitale: flessibile, interoperabile, sostenibile”.