Il cliente, recensione

L’undicenne Mark Sway (Brad Renfro) vive con la madre e il fratellino in una roulotte in quel di Memphis, un pomeriggio come tanti il ragazzo ruba delle sigarette dalla borsa della madre e rifugiatosi nel bosco per fumare di nascosto incappa nell’avvocato della mafia Romey Clifford intento a suicidarsi.

Interrotto dai due ragazzini Romey fa salire in macchina Mark e gli racconta del suo lavoro, del famigerato boss Barry la lama Muldano (Anthony LaPaglia) e prima di uccidersi fornisce al ragazzo l’ubicazione del corpo del Senatore Boyette, ucciso e occultato proprio da Muldano.

A suicidio avvenuto Ricky sotto shock viene ricoverato in ospedale e Mark è interrogato da un agente convinto che stia mentendo, ma prima che il ragazzino finisca nelle mani dell’ambizioso procuratore Roy Foltrigg (Tommy Lee Jones) in piena campagna politica, Mark incontra l’avvocatessa Reggie Love (Susan Sarandon) che intuito l’andazzo e il destino del ragazzo decide di assumerne pro bono la difesa.

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Il falsario-Operazione Bernhard, recensione

Salomon Sorowitsch (Karl Markovics) di origini russe ed ebreo è uno dei migliori falsari in circolazione a Berlino, un vero mago della contraffazione di documenti, purtroppo per lui siamo alle soglie della seconda guerra mondiale e la sua vena artistica attirerà l’attenzione della polizia e Sorowitsch arrestato, prima finirà in un carcere e poi in un campo di concentramento, sino a che la sua abilità non gli salverà la vita portandolo in un campo di prigionia molto particolare che raccoglie i migliori tecnici e artigiani ebrei esperti di stampa su carta, che verranno impegnati in un ambizioso piano segreto applicato su scala internazionale.

Sorowitsch scoprirà che a volerlo nel campo è stato una sua vecchia conoscenza, quell’ispettore di polizia che lo incarcerò per contraffazione che ora è un ufficiale nazista a capo dell’Operazione Bernhard, un’operazione che ha l’obiettivo di minare l’economia inglese attraverso l’immissione di grossi capitali in valuta inglese contraffatta, Sorowitsch farà così bene il suo lavoro da ingannare persino le autorità bancarie inglesi spingendo la Germania nazista ad utilizzare le sue sterline per transazioni internazionali.

L’ottimo risultato però non basterà perchè i nazisti vorranno alzare il tiro e passare ai dollari americani, Sorowitsch è d’accordo nel tentare, forse con tutta l’attrezzatura messagli a disposizione dai nazisti potrebbe finalmente creare il suo dollaro perfetto, ma tra i suo collaboratori c’è il tipografo Burger che comincia a sabotare il lavoro di Sorowitsch cercando di fargli capire le conseguenze delle sue azioni sul conflitto in atto

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Bomber, recensione

Bud Graziano  (Bud Spencer) lavora su una barca da pesca, ma in realtà è un ex-pugile che ha calcato il ring da campione conosciuto nell’ambiente come Bomber, sino a che non si ritrova senza un lavoro e ad allenare in una scalcinata palestra improvvisata frequentata da un gruppo di volenterosi, ma decisamente negati atleti capitanati da Jerry (Jerry Calà), quest’ultimo salvato da Bomber durante un pestaggio di cui era la vittima designata gli chiede di trovare qualcuno che possa sfidare l’allenatore della palestra avversaria, il losco e scorretto sergente Rosco Dunn (Kallie Knoetze).

Bomber troverà il suo campione durante una rissa scatenata dai militari in un bar, Giorgio Desideri  (Stefano Mingardo) per gli amici Giorgione è un talento naturale con nessuna esperienza sul ring o preparazione atletica, ma alcuni colpi ben assestati mostrano all’ex-pugile un boxeur grezzo ma con indubbie doti da knock-out, convinto il ragazzo per lui inizierà una dura preparazione.

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I fantastici viaggi di Gulliver 3D, recensione in anteprima

Lemuel Gulliver (Jack Black) è un addetto all’ufficio posta di una testata editoriale di New York City, il lavoro gli regala solo frustrazioni, così quando l’ultimo assunto si becca una bella promozione al posto suo Lemuel decide che è il momento di darsi da fare e si inventa un talento per la scrittura plagiando alcuni articoli da internet e raccontando alla giornalista Darcy Silverman (Amanda Peet) di essere un esperto di viaggi, quest’ultima gli crederà a tal punto da affidargli un articolo sul misterioso Triangolo delle Bermuda.

Imbarcatosi Lemuel si ritrova ben presto nel bel mezzo di una tempesta dove verrà inghiottito da una gigantesca tromba marina, persi i sensi al suo risveglio si ritroverà legato come un salame e circondato da un esercito di minuscoli uomini, che viste le sue pericolose dimensioni lo confineranno in una caverna dove Lemuel, scoperto di essere finito sull’isola di Lilliput, farà la conoscenza di Horatio (Jason Segel), lillipuziano esiliato dall’ambizioso e malvagio generale Edward (Chris O’Dowd) e reo di essersi invaghito della bella principessa di Lilliput (Emily Blunt) su cui però lo stesso generale ha messo gli occhi.

Lemuel capito ben presto che la sua dimensione e la capacità di raccontar fandonie lo potrebbero trasformare in una superstar, salverà in due occasioni sia la principessa che suo padre il re di Lilliput (Billy Connolly) finendo per diventare tanto popolare quanto odiato dal generale Edward bramoso di potere ed attenzioni, poi la farsa avrà un suo invitabile tracollo, lui confesserà di non essere un fenomenale Presidente in patria, ma solo un impiegato e la delusione dei lillipuziani per il loro gigantesco protettore sarà immensa, ma un provvidenziale attacco della flotta di navi dei bellicosi blefuschiani, abitanti dell’isola di fronte a Lilliput diventerà l’occasione per Lemuel di riscattarsi e dimostrare tutta la sua buona fede, ma anche se la sua mole avrà la meglio sulla flotta nemica i guai per Lemuel saranno tutt’altro che finiti.

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Rabbit Hole, recensione in anteprima

Becca ed Howie Corbett (Nicole Kidman e Aaron Eckhart) hanno da poco perso il loro bambino investito da un’automobile di fronte a casa per una tragica fatalità, un trauma che ne ha sconvolto le vite rendendoli attoniti e impotenti di fronte alla crudeltà di un destino che sembra voler divorare senza pietà tutto l’amore e l’affetto di cui un tempo erano capaci, lasciando un immenso vuoto incolmabile che sembra inghiottirne giorno dopo giorno il quotidiano.

Mentre Howie profondamente innamorato della moglie prova in tutti i modi a combattere il dolore partecipando ad un gruppo di sostegno per genitori che hanno perso figli in tenera età, Becca attraversa tappa dopo tappa tutte le fasi di una dolorosa e fisiologica elaborazione del lutto dalla negazione iniziale al riversare sugli altri la rabbia inespressa, sino a provare invidia per la sorella minore che scopre essere rimasta incinta.

Howie non ha intenzione di mollare, vuole salvare il suo matrimonio e supererà anche la tentazione di tradire Becca e condividere il proprio dolore con un’altra donna, Becca invece scoprirà un pò di conforto nell’incontrare il giovane studente che quel maledetto giorno guidava l’automobile che ha investito e ucciso il figlioletto.

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Somewhere, recensione

Johnny Marco (Stephen Dorff) è una star partorita dalla Hollywood più vacua e dissoluta, la sua è un’esistenza totalmente scollegata dalla realtà, tanto che la sua residenza è una suite del leggendario hotel di Los Angeles Chateau Marmont dove ha trovato la morte l’attore John Belushi, si è ferito Jim Morrison e dove hanno transitato la Garbo, Marilyn Monroe e James Dean.

Il quotidiano di Marco è scandito da festini a base di droga, discinte spogliarelliste e sesso occasionale, il tutto immerso in un torpore che aiuta a nascondere un’apatia di fondo a cui si aggiungono interminabili corse senza meta in Ferrari, sedute fotografiche, conferenze stampa e via così, un caotico giorno vuoto dietro l’altro.

A sconvolgere il torpore delle giornate di Marco spunterà la figlia undicenne Cleo (Elle Fanning) frutto di un matrimonio fallito che spingerà l’uomo al cambiamento con piccole invasioni di campo, non facendo altro che mettere di fronte a Marco un diverso punto di riferimento e le responsabilità di un ruolo, quello di padre, mai realmente preso in considerazione.

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Benvenuti a Zombieland, recensione in anteprima

Le città statunitensi sono ormai territorio di caccia per orde di famelici zombie, i pochi sopravvisssuti al mortifero olocausto vivono asserragliati  o cercano di trovare un luogo sicuro dove rifugiarsi, tra questi c’è Columbus (Jesse Eisenberg) uno studente che decide di intraprendere un viaggio in Ohio per raggiungere i genitori che vivono li e accertarsi se siano vivi o morti, o al limite entrambe le cose.

Durante il tragitto Columbus incontra Tallahassee (Woody Harrelson) una sorta di cowboy fuori di testa e si unisce a lui, la coppia tra le varie tappe si fermerà in un supermercato infestato, così dopo aver bonificato il luogo e fatto fuori i claudicanti e decomposti ospiti indesiderati, farà la conoscenza di altre due sopravvissute, Wichita (Emma Stone) e Little Rock (Abigail Breslin) due sorelle decisamente scaltre che avranno un incontro/scontro con Columbus e Tallahassee, ma alla fine stabiliranno una tregua.

L’idea di Wichita è di raggiungere un parco divertimenti che si vocifera libero da zombie, nonostante qualche perplessità i quattro decideranno che la meta finale del viaggio sarà proprio quella, ma non prima di aver fatto tappa nella villa hollywoodiana dell’ex-Ghostbusters Bill Murray che con loro grande sorpresa non solo è ancora vivo, ma non è infetto.

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Giallo, recensione in anteprima

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Il vero giallo dell’ultima fatica di Dario Argento e che fine abbia fatto la pellicola, finita di girare a giugno del 2008 e transitata per alcuni festival, tra cui la prestigiosa vetrina di Cannes, ma di una eventuale distribuzione italiana non se ne è saputo più nulla, lo stesso Argento in una recente intervista al Korea Film Fest di Firenze ha dichiarato di essere all’oscuro del destino della pellicola, affermando che i produttori americani ne hanno il pieno controllo, e intanto il giallo si infittisce.

E mentre i fan di Argento attendono con ansia l’ultima opera del loro regista prediletto, se non in sala almeno in un versione direct-to-video, sul mercato europeo spunta qualche copia import per chi mastica un pò di inglese, ed è stanco di aspettare.

Così eccoci pronti a recensire l’ultima fatica di Argento dedicandogli uno speciale della rubrica The Horror Zone, opera che arriva dopo gli eccessi trash de La terza madre, e una serie di film che negli ultimi anni hanno testimoniato un vistoso calo di qualità nelle opere del cineasta romano.

Chi è intenzionato a proseguire nella lettura deve essere consapevole che non si è potuto argomentare al meglio la recensione senza entrare nei dettagli della sceneggiatura con tutti gli inevitabili spoiler del caso, quindi lettore avvisato…

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The Departed-Il bene e il male, recensione

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Due poliziotti di Boston, due carriere agli antipodi, il primo è Colin Sullivan (Matt Damon) pupillo del boss Frank Costello (Jack Nicholson) che grazie al suo padrino riesce senza fatica ad entrare in polizia, e prefigurarsi una veloce e indolore carriera.

Il secondo è Billy Costigan (Leonardo DiCaprio), stessa provenienza di Colin, un’adolescenza tumultuosa e nessun aggancio strategico, quindi l’unico modo per lui di continuare a fare il poliziotto e mettere la propria vita sul piatto, e accettare un pericoloso incarico da infiltrato nella banda di Costello.

Sullivan e Costigan lavoreranno così da talpe su opposti fronti, il primo passa informazioni decisive al boss onde anticipare le mosse delle autorità, l’altro dopo essersi fatto arrestare, tramite il cugino si inserisce nella gang e comincia a passare informazioni ai suoi referenti del dipartimento, e per poco non riesce a fregare il boss, che però avvertito in extremis la farà franca.

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