Romanzo criminale, recensione

In un incipit ambientato negli anni ’60 facciamo la conoscenza di quattro ragazzini romani in fuga da un posto di blocco della polizia dopo il furto di un’auto, la fuga dei quattro soprannominati il Libano (Pierfrancesco Favino), il Freddo (Kim Rossi Stuart), Il Dandi (Claudio Santamaria) e il Grana però durerà ben poco perchè verranno raggiunti dalla polizia e dei tre il Grana avrà la peggio perdendo la vita a causa delle ferite riportate durante la fuga.

Anni dopo di quel quartetto ritroviamo Libano, Freddo e Dandi che riunita la banda decidono di tentare il colpo grosso con un sequestro di persona, per l’occasione vengono reclutate altre vecchie conoscenze del quartiere e l’ambiguo sicario Nero (Riccardo Scamarcio) simpatizzante di gruppi di estrema destra ed esperto di armi.

Il sequestro su cui sta indagando il commissario Scialoja (Stefano Accorsi) nonostante la morte dell’ostaggio va a buon fine, ma una volta che la banda si riunisce per spartirsi i proventi, Libano propone di creare una cassa comune e darsi allo spaccio di droga su larga scala puntando a conquistare il mercato di stupefacenti e l’intera rete di spacciatori della città, in mano ad alcuni boss locali tra cui il Terribile (Massimo Popolizio) che fiutato l’andazzo proverà anche a farli arrestare.

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Il petroliere, recensione

Stati Uniti fine ‘800, il cercatore di metalli preziosi Daniel Plainview (Daniel Day-Lewis) scopre per caso durante lo scavo di un filone d’argento in California un giacimento di petrolio e deciso a rischiare sulla nuova risorsa in una manciata di anni riuscirà a metter su un lucrosa compagnia di estrazione.

Insieme a Plainview nell’azienda il figlio H.W. (Dillon Freasier) che il rude petroliere sfrutta a dovere visto che orfano di madre diventa una sorta di testimonial per addolcire a modo l’immagine dell’azienda di famiglia, H.W. in seguito perderà l’udito a causa di un’esplosione che ucciderà anche uno degli operai di un pozzo appena acquistato da Plainview per una cifra irrisoria.

Plainview pur di sfruttare in toto quel giacimento che promette meraviglie accetterà di finanziare una chiesa locale e il suo giovane predicatore Eli (Paul Dano), mentre nel frattempo spunta anche un impostore che si finge fratello di Plainview e il cui inganno porterà H.W. ad essere allontanato dal padre e quest’ultimo scoperta la recita dell’uomo ad uccidere a sangue freddo l’impostore.

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La morte ti fa bella, recensione

Sul finire degli anni ’70 in quel di New York l’attrice Madeleine Ashton (Meryl Streep) ruba per l’ennesima volta il partner della sua rivale la scrittrice Helen Sharp (Goldie Hawn) così come era uso fare dai tempi della scuola, ma stavolta l’abbandono da parte del chirurgo plastico Ernest Menville (Bruce Willis) di Helen causerà un crollo nervoso di quest’ultima e il ricovero in un istituto pschiatrico della furibonda sedotta e abbandonata.

L’azione si sposta al 1985 mentre Madeleine è da tempo convolata a nozze con l’ex di Helen, quest’ultima per nulla dimenticata l’antica ossessione per l’odiata rivale riesce a convincere i medici che la tengono in cura di aver superato rancori e desideri di vendetta e finisce per essere dimessa.

Tornata a scrivere scopre che il matrimonio tra il suo Ernest e l’odiata Madeleine è ormai alla deriva, lui alcolizzato ora ricompone e trucca salme di star decedute, lei ha un amante molto più giovane che la frequenta a puro scopo di lucro e che ben presto verrà colto con le mani nella marmellata, causando un crollo nervoso di Madeleine che comincerà a sentire il peso degli anni che passano e  di una bellezza ormai troppo sfuggente.

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Heat-La sfida, recensione

In quel di Los Angeles l’esperto in rapine Neil McCauley (Robert De Niro) organizza l’ennesimo colpo ben pianificato, stavolta l’obiettivo è un furgone portavalori che l’uomo assalta con una squadra composta da vecchie conoscenze, Chris Shiherlis (Val Kilmer), Michael Cheritto (Tom Sizemore), Trejo (Danny Trejo) più una new entry, l’instabile cane sciolto Waingro (Kevin Gage).

Sarà proprio Waingro ad uccidere contro gli ordini di McCauley una delle tre guardie di sicurezza che scortano il blindato costringendo McCauley ad ordinare l’esecuzione del resto degli agenti, terminato il colpo Waingro si da alla macchia e McCauley cerca di piazzare il più velocemente possibile le obbligazioni al portatore rubate finendo nel frattempo in un’imboscata da cui riesce fortunosamente ad uscire illeso.

Nel frattempo ad investigare sulla rapina al portavalori e sugli annessi omicidi viene chiamato il veterano della sezione rapine ed omicidi Vincent Hanna (Al Pacino), un tormentato detective dalla vita privata disastrata e con l’intuito e l’esperienza necessari a capire che dietro al colpo si cela un professionista e non la solita banda di rapinatori fuori di testa.

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L’incredibile viaggio della tartaruga, recensione

Assistiamo all’odissea di una piccola tartaruga che dalle coste dell’assolata Florida  intraprende un lungo e faticoso viaggio seguendo il proprio istinto, che come una sorta di navigatore naturale gli fa ripercorrere il tragitto battuto per milioni di anni dai suoi anternati, incontrando mille difficoltà lungo una rotta irta di ostacoli che si frapporranno tra lei e il suo obiettivo ultimo, toccare le spiagge del continente africano per poi ripercorrere a ritroso il tragitto per tornare alle natie spiagge statunitensi.

Un viaggio che ha coinvolto il regista Nick Stringer apprezzato documentarista per un periodo di cinque anni, documentando i mille pericoli figliati dalle insidiose acque dell’oceano Atlantico che la coraggiosa protagonista ha affrontato e fortunosamente evitato in tandem con la troupe di Stringer, che dal canto suo tra tempeste, squali e meduse velenose ha dato doverosamente il proprio contributo.

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Sanctum, recensione

Papua Nuova Guinea, un team di esperti speleologi e sommozzatori sta esplorando un intricato sistema di caverne sotterranee locate al di sotto di una foresta e a pochi chilometri dalla costa, l’idea è di mappare le numerose cavità cercando un passaggio che conduca all’oceano.

Nell’incipit assistiamo all’arrivo in elicottero all’imboccatura della caverna di Josh (Rhys Wakefield), giovane appassionato di arrampicata che ha il compito affidatogli dal padre Frank (Richard Roxburgh) speleologo di fama mondiale di accompagnare il finanziatore della spedizione Carl Hurley (Ioan Gruffudd) e la sua fidanzata Victoria sino alla caverna dove il team ha posto il campo-base con le attrezzature.

Un’imminente tempesta tropicale che subirà una repentina e inaspettata accellerazione, trasformandosi di fatto in un violento ciclone, costringerà il team a lasciare in fretta e furia il sito, ma non tutti ci riusciranno perchè le acque del vicino fiume inonderanno la caverna e una frana isolerà cinque membri del team che dovranno inoltrarsi nella parte inesplorata del sistema di caverne alla ricerca di una via d’uscita alternativa.

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Senna, recensione in anteprima

Ayrton Senna un nome che per chi è appassionato di Formula 1 riecheggia potente ed inciso a fuoco nella memoria, purtroppo non solo per  i tre campionati del mondo conquistati su pista in qualsiasi condizione atmosferica grazie alla sua completezza di pilota, ma anche per quel tragico incidente che nel maggio del ’94 ne stroncò vita e carriera sportiva.

Dal folgorante esordio sulla pista del Gran premio di Monaco nel 1984 che anche senza una vittoria piena ne mise in luce le ardimentose capacità su tracciati bagnati, alla serie di podi mancati, scontri all’ultimo giro e il conflitto con un sistema sportivo altamente politicizzato e alle cui regole economiche Senna si dimostrò piuttosto insofferente.

La rivalità con il compagno di scuderia Alain Prost, la sfida  che ogni pilota affronta nella propria cabina con se stesso, il proprio corpo e l’avversario che gli si pone di fronte, la morte sempre in agguato e pronta a ricordare la fallibilità di tanta tecnologia e talento, il divenire per Senna un’icona sportiva per tutti i connazionali che dal natio Brasile trovavano in lui un simbolo di rivalsa e riscatto su un quotidiano fatto di stenti e povertà.

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Professione assassino, recensione in anteprima

Arthur Bishop (Jason Statham) è un killer prezzolato metodico, solitario e molto richiesto che si è costruito una solida fama grazie al suo distacco emotivo e alla capacità di adattarsi a complicazioni impreviste, pianificando in modo decisamente creativo e minuzioso ogni lavoro affidatogli a seconda di come la dipartita dell’obiettivo dovrà apparire, con varianti che vanno dal suicidio all’incidente.

Arthur non ha amici e frequenta regolarmente una prostituta con cui oltre al sesso non condivide nulla, l’unica cosa che sembra avvicinarsi più ad un amico è il suo contatto Harry McKenna (Donald Sutherland) che purtroppo dovrà ben presto eliminare perchè divenuto pericoloso traditore per i suoi datori di lavoro.

L’amico Harry però ha un figlio, l’irrequieto Steve (Ben Foster) che Arthur incontrerà per caso e a cui insegnerà i trucchi del mestiere non rivelandogli mai di aver dovuto eliminare il padre, ma quando si scoprirà che Arthur è stato ingannato a proposito del tradimento di Harry, entrerà in gioco la vendetta e la faccenda diventerà giocoforza una questione personale.

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Il trasformista, recensione

All’indomani di una disastrosa alluvione il quarantenne Augusto Viganò (Luca Barbareschi) diventa parte di quella massa di cittadini non più silenziosa che scende in piazza per gridare il proprio sdegno e il bisogno di supporto da parte delle autorità.

Viganò ed altri manifestanti bloccano le rotaie dove transita  un treno che sta trasportando un politico e fatto scendere l’uomo Viganò stesso gli racconta la vergogna perpetrata contro la sua terra e la devastazione lasciata dalle acque del fiume.

Il suo intervento, la sua faccia e il suo carisma vengono notati durante una diretta tv in cui Viganò denuncia lo sfruttamento del territorio come discarica di rifiuti tossici e si confronta senza remore con il politico di turno, di li alla proposta di candidatura il passo è davvero breve.

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Gianni e le donne, recensione in anteprima

Gianni (Gianni Di Gregorio) è un pensionato romano come tanti, uno di quelli di ultima generazione con un’età importante, ma ben portata, una passione per gli animali e una pazienza infinita che ogni giorno viene messa alla prova da una moglie iperattiva coinvolta in mille impegni lavorativi, una figlia che sta per diplomarsi e che si accompagna con uno scansafatiche professionista e da una madre che ha tagliato il traguardo dei novant’anni e vive in un passato fatto di titoli nobiliari, mani bucate e servitù a iosa.

La vita di Gianni, nevrosi famigliari a prescindere, segue comunque un suo immutato tran tran quotidiano, tra passeggiate con cane al seguito, qualche commissione da sbrigare e due chiacchiere con gli amici e sarà proprio chiacchierando con uno dei suoi amici che Gianni scoprirà un mondo parallelo di tranquilli pensionati con una sorprendente e inaspettata vita sessuale che prevede amanti e ritrovati amor perduti.

Così cercando di combattere una strisciante depressione che sembra si stia impadronendo della sua vita, Gianni cercherà di forzare la sua natura mite e riservata per crearsi una relazione che vada oltre la distante e scostante moglie e così comincerà a guardarsi intorno tra sensuali vicine di casa, badanti, un primo amore mai dimenticato ed uno tanto desiderato, idealizzato e mai realizzato.

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Il truffacuori, recensione in anteprima

Alex Lippi (Romain Duris) è una sfascia-coppie professionista, avete presente il playboy americano Hitch che supportava giovani e imbranatissimi corteggiatori alla ricerca del vero amore il più delle volte irraggiungibile? Beh Alex fa esattamente l’opposto supportando chiunque lo paghi con l’intenzione di minare irreparabilmente un rapporto di coppia, naturalmente se le motivazioni rientrino in un codice che Alex e il suo team si sono autoimposti e che la donna su cui si interviene sia realmente infelice.

Alex ha un’organizzazione impeccabile e fruisce di un team, sorella e cognato, che gli forniscono tutto l’indispensabile per portare a termine queste vere e proprie missioni che richiedono una grande capacità interpretativa, fascino da tombeur de femmes e un repertorio romantico capace di far capitolare qualunque tipo di fidanzata, anche quella più morigerata e restia, sobillandone senza pietà il lato più intimo e frustrato.

Alex non consuma alcun rapporto fisico con i suoi obiettivi, un unico bacio è cio che concede, un bacio che insieme ad una serie di frasi ben assestate servirà ad instillare un unico e incancellabile dubbio sul vero amore, quel tanto che basta a creare una minuscola e singola crepa in un rapporto amoroso ormai a scadenza.

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Parto col folle, recensione

Peter Highman (Robert Downey Jr.) è in procinto di prendere un volo per tornare a casa a Los Angeles dove l’attende la moglie (Michelle Monaghan) in attesa di far nascere il loro primo figlio, l’arrivo in aereoporto sarà funestato da un incidente che farà incrociare casualmente Peter con Ethan Tremblay (Zach Galifianakis), uno strambo tipo con cagnolino al seguito che Peter reincontrerà sull’aereo e con il quale finirà su una lista di persone indesiderate che non gli permetterà di prendere più voli.

Peter senza documenti ne soldi, lui è sceso dall’aereo ma la sua valigia no, sarà costretto ad accettare un passaggio proprio da Ethan che ha noleggiato un auto ed è diretto a Los Angeles, con le ceneri del padre appena morto, per realizzare il sogno di diventare una star della tv.

Purtroppo per Peter il viaggio si rivelerà un vero incubo, Ethan sembra davvero fuori di testa e non perderà occasione per far uscire dai gangheri il compagno di viaggio e se questo non bastasse arriveranno una serie di catastrofici contrattempi che rischieranno di far perdere a Peter la nascita del figlio.

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Passengers-Mistero ad alta quota, recensione

All’indomani di un disastro aereo la psicoterapeuta Claire Summers (Anne Hathaway) è chiamata a fornire supporto psicologico ad un gruppo di sopravvissuti, tra di loro Claire incontra l’affascinante Eric (Patrick Wilson) che sembra sia quello che tende a negare con più forza a se stesso lo shock subito e a reprimere una dolorosa, ma necessaria elaborazione del trauma.

Eric comincia a cambiare drasticamente il suo approccio al quotidiano ignorando volutamente che molte delle sue scelte derivano da una paura non esteriorizzata, così mentre Claire si avvicina sempre più al suo paziente cominciando a provare sentimenti che travalicano la terapia, i pazienti coinvolti nella terapia di gruppo cominciano a sparire instillando in lei il dubbio che la compagnia aerea stia cercando di insabbiare una propria responsabilità nell’accaduto e  stia intervenendo in maniera occulta sui testimoni sopravvissuti all’incidente aereo.

La paura di trovarsi in una situazione a rischio e la richiesta piuttosto esplicita di un rappresentante della compagnia aerea, che le intima di non occuparsi di ciò che è accaduto all’aereo, non fermerà Claire che però non potrà far nulla per evitare che i suoi pazienti scompaiano uno ad uno visto che chi sta tramando nell’ombra è sempre un passo avanti a lei.

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The Green Hornet 3D, recensione

Britt Reid (Seth Rogen) è il tipico prodotto di un padre ricco, severo ed anaffettivo che sin da piccolo sviluppa un rancore verso una figura paterna incapace di dimostragli il minimo sindacale di comprensione, trasformandolo di conseguenza in un adulto immaturo che tra una sbronza e l’altra cerca attenzione finendo di continuo sulle pagine dello stesso quotidiano di proprietà del genitore, diventando protagonista di imbarazzanti articoli scandalistici.

La morte del padre però innescherà in Britt l’inizio di un cambiamento che condividerà con uno degli impiegati del padre, il meccanico campione di kung-fu e cappuccino Kato (Jay Chou) che dimostrerà oltre ad un talento per le arti marziali, anche sorprendenti doti tecniche che gli permettono di progettare e costruire strepitosi optional che trasformano il parco macchine di casa Reid in letali meraviglie su quattro ruote.

Dopo l’ennesima sbronza, stavolta in compagnia di Kato, Reid decide di vendicarsi del padre sfogandosi sulla statua eretta in memoria del genitore proprio in occasione della sua morte ed è proprio in quel parco, in piena notte che i due salvano una coppia aggredita da un gruppo di teppisti, salvataggio che farà balenare l’idea a Reid di trasformarsi, insieme all’amico e spalla Kato, in una coppia di vigilantes mascherati.

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