Unknown-Senza identità, recensione

Il dottor Martin Harris (Liam Neeson) e signora sono in trasferta in quel di Berlino per assistere ad un congresso scientifico, giunti all’albergo dove la coppia ha prenotato una suite, Harris si accorge di aver dimenticato all’aeroporto una valigetta contenente tutti i suoi documenti, così preso un taxi lascia la moglie in hotel per tornare a recuperare la preziosa valigetta.

Durante il tragitto in taxi però un incidente lo vedrà coinvolto e ferito in maniera piuttosto grave, salvato in extremis dalla giovane tassista (Diane Kruger) che lo stava trasportando Harris perderà conoscenza entrando in coma per quattro giorni, al suo risveglio in ospedale la sua memoria ed uno stato confusionale dovuto ad un trauma cranico lo renderanno particolarmente instabile.

Una volta ripreso un minimo di controllo Harris racconterà al medico che lo ha in cura di avere una moglie che lo attende in un albergo della città, ma dopo un controllo nessuna denuncia di scomparsa sembra essere stata presentata alle autorità e quando Harris raggiungerà la moglie in albergo quest’ultima non solo farà finta di non conoscerlo, ma presenterà come il vero dottor Harris un’altro uomo che sembra aver preso il suo posto.

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Trappola in fondo al mare, recensione

Jared (Paul Walker) e Sam (Jessica Alba) sono una coppia che vive alle Bahamas, lei lavora in un parco acquatico, lui invece sfrutta la sua abilità come sommozzatore per svolgere qualche lavoro saltuario in attesa di trovare qualche antico relitto sommerso, magari carico di oro ed oggetti preziosi che possa dare in un solo colpo una svolta alla sua vita.

Quando una coppia di amici provenienti da New York fa loro visita, i quattro decidono di passare un pò di tempo insieme facendo qualche immersione ed è proprio durante una di queste immersioni che Jared si imbatte in alcuni reperti che sembrano provenire da un carico di preziosi, forse appartenente ad un relitto sito nelle vicinanze.

L’entusiasmo è alle stelle perchè per Jared quello è il primo rinvenimento di un certo valore, visto che i reperti sembrano appartenere proprio al carico perduto di un’antico vascello che si racconta trasportasse un ingente quantitativo d’oro, così Jared coinvolge i suoi amici e Sam in questa nuova ed eccitante caccia al tesoro.

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La volpe e la bambina, recensione

La voce narrante di una donna ci racconta di una bambina (Bertille Noël-Brunea) che in un giorno d’autunno al ritorno da scuola, camminando ai margini di una foresta tra le montagne, incontra una volpe intenta a dar la caccia ad una imprendibile talpa, guardandola ne rimane affascinata a tal punto da volerla avvicinare, ma l’animale spaventato si darà alla fuga.

Arriva l’inverno e la ragazzina determinata a trovare la volpe si avventura in mezzo alla neve scoprendone le tracce, ma accorgendosi anche di un sin troppo vicino branco di lupi, spaventata la la bambina corre trafelata verso casa finendo per ferirsi ad una gamba. Così costretta per il resto della stagione a rimanere in casa si consola con un libro sulle volpi regalatogli dai genitori su cui fantasticare.

Nel frattempo la volpe affronta il periglioso inverno scampando ad un affamato predatore, incontrando altre volpi e salvandosi fortunosamente dalle grinfie di un cacciatore, un inverno decisamente impegnativo per la nostra amica, ma la primavera finalmente fa capolino e il disgelo è pronto a traformare il paesaggio innevato in una moltitudine di colori e profumi.

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Vanishing on 7th Street, recensione in anteprima

Michigan, città di Detroit un improvviso black-out fa piombare tutta la città nell’oscurità più completa, all’alba l’intera popolazione sembra letteralmente svanita nel nulla, al loro posto solo abiti ed effetti personali sparsi sui marciapiedi e all’interno delle vetture che giacciono abbandonate lungo strade completamente deserte.

Un manipolo di sopravvissuti che per loro fortuna al momento del black-out era vicino a fonti luminosi come candele o torce elettriche scampa alla misteriosa e inspiegabile sparizione di massa, per ritrovarsi in un bar ancora dotato di energia elettrica grazie ad un generatore d’emergenza.

Luke (Hayden Christensen) un inviato della tv locale, Rosemary (Thandie Newton) una fisioterapista che ha perso il figlioletto di pochi mesi,  Paul (John Leguizamo) un proiezionista che sembra essere l’unico ad aver provato da molto vicino il fenomeno e infine James (Jacob Latimore) un dodicenne rimasto solo dopo che la madre avventuratasi all’esterno del locale non ha più fatto ritorno.

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Rango, recensione in anteprima

Rango è un camaleonte che vive una sorta di crisi d’identità, insomma passare una vita intera a mimetizzarsi in un terrario casalingo avendo una personalità forte e una grande fantasia di stampo cinematografico, con tanto di virtuale troupe composta da gadget di plastica tra cui un pesciolino e il busto di una Barbie, creerebbe scompensi a chiunque, ma il destino per Rango ha in riserbo una sorpresa, un tantinello inaspettata e decisamente repentina rispetto a ciò che il nostro amico sognava, ma come si dice a caval donato non si guarda in bocca e così durante un viaggio in auto Rango finisce accidentalmente catapultato nel bel mezzo di un inospitale e assolato deserto.

L’impatto con la perigliosa location da spaghetti-western lo porterà a conoscere da subito e da molto vicino il mondo dei predatori grazie o meglio a causa di un incontro molto ravvicinato con un falco che ha intenzione di trasformarlo in un lauto spuntino, schivato il rapace in una sequenza degna di un action Rango comincerà a far conoscenza con la fauna locale e a stringere amicizie, in men che non si dica troverà la sua clac formata da Borlotta la prima camaleonte femmina incontrata da Rango e l’armadillo Carcassa, insieme raggiungeranno la vicina Polvere, classica cittadina vecchio West dove Rango in men che non si dica verrà eletto nuovo sceriffo e dovrà scoprire un mistero che riguarda l’elemento più prezioso nel deserto, oltre che  preziosa merce di scambio nella cittadina, a mettergli i bastoni tra le ruote la prima nemesi ufficiale dello sceriffo Rango, il malvagio serpente di malaffare Jack Sonagli.

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Manuale d’amore 3, recensione in anteprima

Tre nuovi capitoli all’insegna del vademecum sentimental-emotivo sulla tematica amorosa all’italiana, ironicamente snocciolata tra romanticismo, tentazione, abbandono e una buona dose di ottimismo che come si sa è il sale della vita.

Tre storie che affrontano tre età differenti, c’è la giovinezza quella che spesso è foriera di colpi di testa capricciosi, repentini ma facilmente metabolizzabili, poi c’è la maturità in cui il colpo di testa può causare danni irreparabili e cicatrici difficilmente rimarginabili e infine c’è l’infatuazione che arriva irrimediabilmente oltre il tempo limite, ma che colpisce con passionali affondi a cui difficilmente si può resistere.

Grazie ad un simpatico tassista romano, che come una sorta di Cupido (Emanuele Propizio) di nome e di fatto diventa romantica connessione tra i personaggi e le rispettive traversie amorose, faremo la conoscenza del bel Roberto (Riccardo Scamarcio) ambizioso e giovane avvocato che grida tutto il suo amore eterno alla promessa sposa Sara (Valeria Solarino), per poi tracollare di fronte ad un passionale colpo di fulmine scatenato dall’incontro con la fascinosa tentatrice Micol (Laura Chiatti).

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Hotel Rwanda, recensione

Ruanda 1994, il paese africano è in fibrillazione, Hutu e Tutsi, due fazioni da sempre in conflitto sul territorio, sembrano aver raggiunto il punto di rottura e presto si scatenerà un vero e proprio massacro dettato da una inarrestabile follia genocida che porterà gli Hutu a giustiziare brutalmente oltre un milione di connazionali Tutsi.

In questa cornice in cui gli osservatori internazionali avvertono le prime avvisaglie di quello che diventerà uno dei più grandi genocidi della storia africana, non riescono ad intervenire celandosi dietro ad una neutralità che lascerà un solo uomo, il direttore d’albergo Paul Rusesabagina (Don Cheadle) da solo ad affrontare un esercito di invasati connazionali pronti a perpetrare una strage che non risparmierà neanche donne e bambini.

Rusesabagina è Hutu, sua moglie Tatiana (Sophie Okonedo) Tutsi, la coppia con figli scoprirà ben presto che l’hotel presidato dai caschi dell’ONU sembra al momento l’unico luogo sicuro, così lo raggiungeranno portando con loro un gruppo di vicini di etnia Tutsi formato da anziani, donne e bambini, Rusesabagina dovrà pagare la milizia anti-Tutsi per salvare la propria famiglia e darà tutto ciò che possiede per strappare alla morte più persone possibile.

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Come lo sai, recensione

Lisa (Reese Witherspoon) è una giocatrice di softball professionista che ha sempre frequentato atleti, ma sembra che a livello sentimentale le manchi quel quid che possa regalargli quell’emozione che vada oltre del buon sesso e una bella serata in qualche locale alla moda, così ci penserà una sua compagna di squadra a farle conoscere George (Paul Rudd), un uomo d’affari che lavora in un grossa società e che sta attraversando un momento difficile a causa di un accusa di frode che potrebbe farlo finire in prigione.

Quando Lisa perderà il suo posto in squadra e il suo mondo costruito sullo sport come stile e obiettivo di vita vacillerà, la sua confusione sul come affrontare una vita al di fuori di un mondo che l’ha vista crescere la spingerà tra le braccia di Matty Reynolds (Owen Wilson), un atleta professionista di baseball con un braccio d’oro e la personalità di un dodicenne entusiasta ed egocentrico, che offrirà a Lisa ormai alla deriva un appiglio con una convivenza e una relazione all’insegna dell’immaturo andante.

Così mentre Matty proverà con tutte le sue forze a praticare una difficoltosa monogamia e instaurare con Lisa una relazione che vada oltre sesso e divertimento, quest’ultima si vedrà spesso con George anch’egli con una relazione fantasma ormai naufragata, guai giudiziari che incombono sulla sua testa e una vita che proprio come a Lisa sembra decisa a remargli contro.

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Amore & altri rimedi, recensione

Siamo all’inizio degli anni ’90 il fascinoso Jamie Randall (Jake Gyllenhaal) lavora come commesso presso un negozio di elttronica e grazie ad una dote innata per la vendita e un certo carisma misto a faccia tosta è il miglior venditore del negozio, almeno sino a che non viene beccato con la fidanzata del direttore e finisce buttato fuori a pedate.

Jamie però non si arrende e sa che il suo fascino che sino ad ora ne ha fatto infallibile playboy e letale macchina da vendita lo porterà lontano e così si cimenta con l’industria farmaceutica diventando un rappresentante di medicinali e scoprendo da subito la concorrenza spietata dell’ambiente e di contro applicando in men che non si dica la sua capacità fascinatoria su segretarie, infermiere e tutto l’apparato organizzativo in gonnella chesi cela dietro ad ogni ambulatorio medico.

Mentre Jamie è impegnato a piazzare i suoi prodotti fa la conoscenza dell’affascinante Maggie Murdock (Anne Hathaway) di cui si invaghisce e che scopre essere affetta da Parkinson al primo stadio, situazione questa che la costringe ad assumere una corposa dose di medicinali per combattere l’insorgere dei tremori, ma questo non sembra scoraggiare Jamie che per la prima volta vede incrinato il suo lato cinico e manipolatorio dell’universo femminile per scalfire quella che ha tutti gli effetti si dimostrerà un’anaffettività solo costruita e palesata come forma di difesa, lasciando che i sentimenti finalmente prendano il sopravvento.

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Arctic tale, recensione

Nanu e Seela fanno parte della fauna che popola i ghiacci del circolo polare artico, la prima è un cucciolo di orso polare, la seconda rarissima prole di una mamma-tricheco che sembra generi cuccioli molto di rado.

Assisteremo alla crescita e alla lotta per la sopravvivenza di entrambi i cuccioli, protetti dalle loro madri dai predatori che nei primi anni di vita tenteranno di divorarle, predatore su tutti proprio l’orso polare maschio che se non disdegna di attaccare inermi cuccioli di tricheco, non lesina aggressioni, quando affamato a piccoli della sua stessa specie.

Durante la crescita di Nanu e Seela scopriremo quanto nel loro percorso verso l’età adulta sia importante la famiglia, per Nanu sarà la madre a procacciare il cibo per lei ed il fratello quando ancora entrambi non ne avranno la capacità, ma sarà la stessa genitrice ad allontanarla dopo la morte del fratello per garantire la sopravvivenza di entrambe, messa a rischio dal repentino cambiamento delle condizioni climatiche in costante evoluzione.

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Uibù-Fantasmino fifone, recensione

Anno domini 1399, Baldovino è un baro che dopo una partita in cui vince con l’inganno soldi e terre ad una coppia di nobili viene scoperto e mentre sta per avere la giusta punizione un fulmine ne anticipa l’inevitabile fine, trasformandolo nel fantasma Uibù condannato a girovagare nel castello sede della sua dipartita per l’eternità.

500 anni dopo, mentre Uibù tenta invano di fare il suo dovere di fantasma spaventatore senza alcun successo, al castello giunge re Julius (Christoph Maria Herbst) legittimo erede della proprietà con un esercito di servitori al seguito, pronti a supportarlo nel suo intento romanrico di chiedere in sposa la bella contessa Leonora (Heike Makatsch).

Lo sfortunato Julius non sa che sarà proprio Uibù ad aiutarlo quando si troverà improvvisamente sul lastrico e al centro di un complotto che vedrà coinvolta una vendicativa ed ectoplasmatica vecchia conoscenza del fantasma pasticcione tornata dall’aldilà a batter cassa ed accampar diritti sul vetusto maniero.

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A 30 secondi dalla fine, recensione

Oscar Manheim (Jon Voight) conosciuto come Manny è una sorta di eroe tra i detenuti del carcere di massima sicurezza di StoneHaven, ogni tentativo di piegarne la volontà da parte del direttore del carcere, lo spietato Warden Ranken (John P. Ryan), non ha sortito alcun effetto e Manny dopo l’ennesimo periodo di isolamento, che stavolta gli è costato tre anni di luce, è pronto una volta uscito a tentare un’evasione, nonostante all’esterno del penitenziario situato in Alaska neve, ghiaccio e una temperatura di venti gradi sotto lo zero rendano l’impresa un vero e proprio suicidio.

Manny comunque nonostante le condizioni proibitive riuscirà ad evadere con l’aiuto di Buck (Eric Roberts) un altro detenuto che lo seguirà in questa folle impresa, una volta all’esterno e raggiunta una stazione ferroviaria, la coppia abbandonerà le divise carcerarie e rubati alcuni indumenti sceglierà un convoglio in cui nascondersi in attesa che terminata la sosta il treno riprenda la sua corsa,  allontanandoli il più possibile dal penitenziario e dagli uomini che nel frattempo Ranken ha sguinzagliato sulle loro tracce.

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Final Impact, recensione

Il colonnello Ryan Beckett (Mark Dacascos) riceve una convocazione nientemeno che dal Presidente degli Stati Uniti (Rutger Hauer) in persona che sta affrontando con tanto di task-force una crisi di quelle che potrebbero distruggere l’intero pianeta.

Un test nucleare del governo cinese ha creato un vero e proprio disastro dalle proporzioni bibilche, l’esplosione ha reso instabili le maggiori placche tettoniche nonchè il nucleo terrestre, due effetti collaterali catastrofici capaci in soli tre giorni di materializzare  l’inferno in  terra scatenando una devastante eruzione globale.

L’unico modo per riportare la situazione all’origine è un’altra esplosione nucleare, il sito prescelto sarà Los Angeles e toccherà proprio a Beckett e al suo team piazzare e far detonare in città due ordigni nucleari.

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Match Point, recensione

Chris (Jonathan Rhys Meyers) è un talentuoso campione di tennis mancato che ha abbandonato le competizioni per darsi all’insegamento, quando trova un lavoro in un esclusivo club di Londra comincia a toccare con mano i lussi e gli agi di un mondo sino ad allora preclusogli dalle sue umili origini.

Chris fa amicizia con uno dei suoi allievi Tom Hewett (Matthew Goode) proveniente da una famiglia ricchissima impegnata a sistemare con partner adeguati sia lui che la sorella Chloe (Emily Mortimer), quest’ultima si invaghisce subito di Chris che si dimostra molto disponibile a corteggiarla e ad accettare senza troppi scrupoli tutta una serie di bonus offertigli dalla famiglia di lei, tra cui un prestigioso lavoro in una società finanziaria.

Mentre Chris da modesto insegnante di tennis fa carriera nell’azienda di papà ed è ben accetto da entrambi i genitori di Chloe, Tom dal canto suo frequenta un’aspirante attrice, l’americana Nola Rice (Scarlett Johansson) malvista dalla madre di lui e in perenne frustrazione tra un provino fallito e l’altro.

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