The Keeper, recensione

Dopo un’irruzione in un covo di spacciatori il poliziotto Rolland Sallinger (Steven Seagal) subisce un imboscata dal suo stesso partner corrotto che gli spara e finge una collutazione con alcuni criminali freddati in precedenza dalla coppia appena entrata nell’appartamento.

Sallinger purtroppo per l’avido partner sopravvive a due colpi potenzialmente mortali e quando il premuroso collega lo raggiungerà in ospedale per finire il lavoro gli renderà la pariglia freddandolo senza pietà.

Dopo un lungo periodo di riabilitazione Sallinger vorrebbe tornare in servizio, ma invece si ritrova congedato dal dipartimento di polizia di Los Angeles con un pensionamento anticipato per motivi di salute, nonostante ciò il poliziotto proseguirà la sua riabilitazione e con l’aiuto di un buon training tornerà alla forma di un tempo.

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Dylan Dog-Il film, recensione

L’ex-indagatore dell’incubo Dylan Dog (Brandon Routh) ritiratosi in quel di New Orleans si ritrova di nuovo a cimentarsi con eventi sovrannaturali quando la bella Elizabeth Ryan (Anita Briem) lo incarica di far luce sull’omicidio del padre.

Tormentato e per nulla intezionato a ritrovarsi in faide tra mostri ed esseri infernali Dylan Dog sarà costretto suo malgrado ad accettare l’incarico quando lo stesso killer che ha ucciso il padre di Elizabeth uccide il suo assistente e miglior amico Marcus (Sam Huntington) che si trasforma in uno zombie.

L’indagatore dell’incubo di nuovo al lavoro scoprirà che ci sono due clan, uno di vampiri e uno di licantropi dietro agli omicidi e che entrambi sono sulle tracce di una potente reliquia in grado di evocare un potente demone capace di scatenare l’inferno in terra.

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Nessuno mi può giudicare, recensione

Alice (Paola Cortellesi) trentacinquenne sposata e con un figlio di nove anni vive nell’agiatezza grazie ai soldi del consorte designer di sanitari, la vita della donna che mostra una personalità piuttosto superficiale ed arrogante scorre tranquilla almeno sino a quando il consorte non la lascia vedova con un figlio a carico e una montagna di debiti che l’avvocato di famiglia elencherà a Maria prospettandogli oltre alla vendita di ogni bene anche il rischio di finire in galera.

Raccolti gli effetti personali sopravvissuti alla bancarotta Alice verrà indirizzata da Aziz (Hassani Shapi), uno degli ex-domestici della famiglia in un quartiere popolare alla periferia di Roma dove Alice con figlioletto al seguito affitterà un locale fatiscente da Lionello (Rocco Papaleo) rozzo portiere dello stabile e dove oltre a fare la conoscenza dei suoi nuovi e alquanto  folkloristici vicini di casa Enzo (Lillo) e Tiziana (Lucia Ocone), reincontrerà Biagio (Raoul Bova) amico e datore di lavoro di Aziz che gestisce un internet point.

Purtroppo la ricerca di un lavoro per Alice sarà una vera via crucis, per non parlare delle prospettive di stipendio che se gli permetterebbero a malapena di sopravvivere con il figlio, di certo non sarebbero sufficienti a coprire i restanti debiti ereditati alla morte del marito.

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Johnny Stecchino, recensione

Dante (Roberto Benigni) è un’autista di scuolabus per diversamente abili un tantinello eccentrico che una notte viene quasi investito da Maria (Nicoletta Braschi) che sembra restare sbigottita alla vista dell’uomo che tornerà a visitare l’indomani, facendosi invitare a casa sua con una scusa e continuando a guardarlo con aria sognante.

Dante e Maria comiceranno a frequentarsi, la donna gli comprerà abiti eleganti e inizierà a chiamarlo per gioco Johnny, poi Maria ripartirà improvvisamente per Palermo dove vive con lo zio (Paolo Bonacelli)  lasciando Dante ormai infatuatosi della bella sconosciuta ad arrovellarsi.

Dante non ha intenzione di lasciarsi sfuggire la bella Maria, così parte alla volta della Sicilia dove incontra il famoso zio che mostra lo stresso sbigottimento della nipote nell’incontrarlo, sbigottimento che scopriremo dovuto alla somiglianza imperssionate di dante con un locale crimimale mafioso noto come Johnny Stecchino e di cui Dante è un perfetto sosia.

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Amici miei-Come tutto ebbe inizio, recensione

La saga di Amici Miei, capolavoro monicelliano all’insegna della malinconica goliardia si sposta indietro nel tempo alla ricerca delle origini in quel di Firenze, siamo infatti alla fine del ‘400 alla corte di Lorenzo De’ Medici.

I toscanacci che hanno segnato il percorso e forse l’epilogo della commedia all’italiana stavolta in questo inedito formato retrò hanno le fattezze di Michele Placido (Duccio), Giorgio Panariello (Cecco), Paolo Hendel (Jacopo) e la coppia da cinepanettone Massimo Ghini (Manfredo) e Christian De Sica (Filippo).

I cinque incapaci di diventare adulti si aggirano come mine vaganti per la città organizzando scherzi e goliardate varie spesso all’insegna del pecoreccio, le loro zingarate come una sorta di fontana dell’eterna giovinezza gli permettono di fuggire alle responsabilità di una vita adulta e a dimostrazione della follia che ne pervade l’operato neanche l’avvento di un’epidemia di Peste in città servirà a frenarne le gesta.

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Gnomeo e Giulietta, recensione

La signora Montecchi e il signor Capuleti hanno case e rispettivi giardini confinanti e tra i due le regole del buon vicinato valgono a ben poco visto che si insultano ad ogni incontro, quello che non sanno è che i loro giardini popolati da nanetti e una bislacca fauna in plastica quando non visti prendono vita e replicano il conflitto tra vicini in una vera e propria faida formato mignon.

Le due fazioni, Rossi e Blu, tra gare a cavallo di tosaerba, incursioni notturne all’insegna del sabotaggio di aiuole e dispetti vari non si renderanno conto che Gnomeo campione dei Blu e la bella Giulietta figlia del capo dei Rossi si incontreranno ed innamoreranno dando il via ad una romantica storia d’amore segreta.

Naturalmente la scoperta di questo sentimento inasprirà l’acredine tra le due fazioni che porteranno lo scontro ad un livello successivo che mieterà qualche vittima, ma estremizzerà la situazione a tal punto da riportare tutti alla ragione, anche grazie all’amore sincero che unisce i due giovani innamorati.

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Leoni per agnelli, recensione

Il professore universitario Stephen Malley (Robert Redford) ha una grande fiducia nei suoi studenti e li sprona ad impegnare le loro vite e il il loro tempo in attività costruttive che siano di apporto e supporto non solo a loro stessi, ma anche al prossimo e ad un disegno più grande che possa spingerli verso importanti ideali che ne arricchiscano vita e stimolino coscienza e libero arbitrio.

Mentre i suoi insegnamenti spronano inaspettatamente due suoi studenti, Ernest Rodriguez (Michael Peña) ed Arian Finch (Derek Luke), a scegliere con grande sgomento di Malley di arruolarsi e servire il proprio paese nella guerra contro il terrorismo in Afghanistan, il professore si ritrova alle prese con Todd Hayes (Andrew Garfield), brillante e privilegiato studente dalle grandi potenzialità adagiatosi su voti discreti e un fine corso ormai in tasca a cui propone un ultimo voto buono o la possibilità di impegnarsi in un ultimo progetto di spessore che gli regali una qualche soddisfazione magari mostrandogli un futuro partecipato piuttosto che subito.

Nel frattempo a Washington il carismatico senatore repubblicano Jasper Irving (Tom Cruise) ha un nuovo piano strategico con cui insidiare lo strapotere sul terrritorio afgano dei talebani sfruttando piccole unità al fine di conquistare strategici avamposti montani, il piano di Roth ha però bisogno dell’appoggio dell’opinione pubblica e per questo convoca la giornalista Janine Roth (Meryl Streep) affinchè scriva una serie di servizi in esclusiva che illustrino agli americani tutto ciò.

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Elephant White, recensione in anteprima

Curtie Church (Djimon Hounsou) è un killer professionista di altissimo profilo che in Thailandia si trova ad essere pagato per decimare una gang criminale che opera nella prostituzione minorile, ad ingaggiarlo un padre disperato per una figlia finita tra le mani della gang in questione, drogata e costretta a prostituirsi.

Church con l’aiuto di Jimmy l’inglese (Kevin Bacon), un intrallazzatore locale che commercia in armi e informazioni, si armerà di tutto punto e comincerà a seminar cadaveri tra le fila della gang proprio mentre ai vertici della stessa è in corso un cambio di leadership, con il vecchio boss indeciso se passare il comando dell’organizzazione al figlio ben poco affidabile o al più fidato braccio destro e consigliere.

Mentre è impegnato in una delle sue incursioni  con tanto di fucile di precisione Church incontra Mae (Jirantanin Pitakporntrakul) una graziosa ragazzina di quattordici anni che diventerà per lui una sorta di coscienza, gli starà vicino nei momenti più difficili e gli mostrerà che esiste una strada per la redenzione anche per chi come lui toglie la vita per mestiere.

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Chatroom, recensione in anteprima

Cinque ragazzi si incontrano e interagiscono in una chatroom, tutti complessari, insicuri e con problemi in famiglia riversano le loro frustrazioni on line guidati da William (Aaron Johnson) personalità borderline, narcisista e distruttiva, abile nell’arte dello scoprire i punti deboli dei propri interlocutori e manipolarne le azioni conducendoli verso comportamenti che avranno conseguenze più o meno deleterie sulle loro vite reali.

William è figlio di una sorta di emulo in celluloide della britannica J.K. Rowlings complessato e geloso del fratello maggiore Ripley a cui la madre ha dato il nome del personaggio letterario da  lei creato e conosciuto in tutto il mondo, Eva (Imogen Poots) è una ragazza che aspira a diventare una modella ma non ha i numeri pur essendo molto graziosa e questo le crea un forte complesso d’inferiorità nei confronti delle sue amiche alcune delle quali già in carriera, Jim (Matthew Beard) è schiavo degli antidepressivi a causa dell’abbandono del padre sparito nel nulla, Emily (Hannah Murray) è una ragazza tanto perfettina quanto disperata per il matrimoino dei genitori che sta per culminare in un divorzio, infine il diciassettenne Mo (Daniel Kaluuya) terrorizzato per una forte attrazione che prova per la sorella undicenne del suo miglior amico.

William prima sfrutterà il suo mellifluo carisma virtuale per conquistare i suoi compagni di chat per poi concentrarsi sul piu fragile di tutti, l’introverso Jim che diventerà per lui oggetto di una vera e propria ossessione che porterà William a spingere il ragazzo verso una sorta di suicidio assistito.

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Frozen, recensione in anteprima

Dan (Kevin Zegers) e Joe (Shawn Ashmore) sono due amici d’infanzia che amano sciare e per la loro ennesima incursione sulla neve hanno portato con loro anche Parker (Emma Bell) la fidanzata di Dan a cui spetterà il compito di convincere Jason, uno degli addetti agli impianti di risalita, a farli arrivare sulle piste ad un prezzo conveniente visto che iil terzetto è a corto di soldi.

Jason sembra avere un debole per la bella Parker, ma anche per i cento dollari che quest’ultima gli offre, così intascati i soldi i tre prendono la seggiovia e raggiungono gli impianti in cima alla montagna passando una domenica ad insegnare a Parker a sciare. Al calar del sole i tre si apprestano a tornare a valle, ma Dan visto che l’impianto sta per chiudere in anticipo sul consueto orario prova a convincere Jason a permettergli un’ultima risalita e grazie al bel sorriso di Parker i tre si ritrovano in seggiovia diretti verso le piste.

Purtroppo accadrà l’impensabile perchè a causa di incredibile serie di coincidenze Jason abbandonerà i comandi e il suo sostituto pensando che la seggiovia sia ormai vuota spegnerà l’impianto lasciando i tre amici al buio e sospesi nel vuoto, ma la cosa più agghiacciante e mai termine fu più appropriato e che gli impianti riapriranno di li a sei giorni e i tre ragazzi bloccati avranno ben poche speranze di sopravvivere al gelo.

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Il diario di una tata, recensione

Annie Braddock (Scarlett Johansson) è una neolaureata che sta vivendo un momento di difficoltà riguardo la pianificazione del proprio futuro, a causa di una vita sino ad allora scandita da esami e obiettivi ben tangibili e che ora nel cimentarsi con il mondo del lavoro incontra difficoltà non solo nell’integrarsi, ma anche nell’immaginarsi solo parte dell’ingranaggio stesso.

Così dopo alcuni fallimentari colloqui che la gettano nello sconforto il destino decide di mostrare ad Annie una via alternativa e decisamente inaspettata che arriva grazie all’incontro con un ragazzino prima (Niocholas Art) e con la sua ricchissima madre snob (Laura Linney) in seguito, che proporrà alla ragazza in cerca di un minimo sindacale di sicurezza un posto come tata con annesso vitto e alloggio nell’esclusivo Upper East Side.

Annie accetterà il lavoro, ma ben presto scoprirà gioie e dolori di una professione che non è rappresentata solo dal rapporto tutto da costruire con una piccola e ribelle personalità in evoluzione, ma con la stessa madre e padrona di casa afflitta da manie compulsive e un carettere spigoloso con cui scendere a patti diventerà ogni giorno più difficile.

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Zack & Miri amore a primo…sesso!, recensione in anteprima

Zack Brown (Seth Rogen) e Miriam Miri Linky (Elizabeth Banks) sono una coppia di amici e coinquilini sempre in bolletta, nonostante si dividano l’affitto non riescono mai ad arrivare a fine mese, ritrovandosi con tonnellate di bollette non pagate che si accumulano sino a che accade l’inevitabile e si ritrovano in pieno inverno senza corrente elettrica, acqua e riscaldamento.

I due fuggiti a gambe levate dall’appartamento ormai ridotto ad un frigorifero si rifugiano in un bar e tra un drink e l’altro Zack ha un’idea folgorante, perchè non girare un porno amatoriale con entrambi protagonisti? Nessun convolgimento sentimentale, ma solo sesso per denaro, Miri dopo un momento di imbarazzato sconcerto decide cha la situazione è tanto disperata da trasformare la follia dell’amico in qualcosa di fattibile.

Reclutata una troupe di amici e provinate alcune aspiranti pornodive si comincia a pianificare una sorta di parodia hard di Star Wars, ma dopo le prime riprese di prova dei costumi il loro set andrà distrutto, dopo lo sconforto iniziale e trovatone un’altro d’emergenza verrà dato finalmente il primo ciak, ma non appena Zack e Miri gireranno la loro scena tutto tra di loro cambierà e quel tanto ventilato coinvolgimento emotivo capace di rovinare tutto sarà inevitabile.

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Observe and report, recensione in anteprima

Ronnie Barnhardt (Seth Rogen) è il capo delle guardie di  sicurezza di un centro commerciale, il suo più grande desiderio è di indossare la divisa da poliziotto e nel frattempo sogna ad occhi aperti cimentandosi con qualche taccheggiatore, teppistelli in skate e la sua nemesi, un pervertito in impermeabile che da qualche tempo terrorizza le clienti nei parcheggi denudandosi e sfuggendo ogni volta al controllo dei ben poco svegli colleghi di Ronnie.

Ronnie prende ansiolitici, vive con una madre alcolizzata, sogna di uscire con la bella commessa Brandi (Anna Faris) e viene trattato come un idiota dal direttore del centro commerciale, che decide di prendere provvedimenti per la manifesta incapacità del suo personale nel fermare il maniaco sessuale interpellando il detective della polizia Harrison (Ray Liotta) che diventerà una sorta di odiato rivale per Ronnie che si sentirà ingiustamente defraudato della sua autorità.

Così mentre le indagini proseguono e il pervertito torna a colpire indisturbato, Ronnie decide di prendere in mano la sua vita strappando un appuntamento a Brandi, smettendo di assumere farmaci e affrontando i test per entrare all’accademia di polizia, ma le cose non andranno come previsto, la situazione precipiterà e il nostro mancato poliziotto si troverà al centro di una serie di disastri che lo getteranno nello sconforto, ma il destino sul grande schermo sembra amare i perdenti e per lui ci sarà la possibilità di riscattarsi.

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In viaggio con una rock star, recensione in anteprima

In un incipit stile videoclip faremo la conoscenza della rockstar britannica Aldous Snow (Russell Brand) dall’ego talmente spropositato da considerarsi un Gesù bianco venuto dallo spazio in un album dedicato ai bambini africani, album che oltre ad essere considerato razzista e patetico segnerà per lui l’inizio di un declino con caduta a picco nelle chart, seguito da un periodo di trasgressioni, droga ed eccessi che lo riporteranno sulle copertine dei tabloid, ma non di certo in cima alle classifiche.

Qualche tempo dopo presso la Pinnacle Records, etichetta discografica in crisi, Aaron Green (Jonah Hill) giovane talent scout in erba propone al suo boss Sergio Roma (Sean Combs) di risollevare l’immagine della casa discografica convincendo proprio Aldous a suonare al Greek Teather celebrando una delle sue più leggendarie performance live, Roma dopo aver metabolizzato l’idea affida proprio ad Aaron il compito di volare a Londra e portare Aldous sano, salvo e soprattutto sobrio in quel di Los Angeles.

Aaron che è da sempre un grande ammiratore del cantante raggiunta Londra e imbarcatosi in un viaggio allucinante con la più capricciosa e fuori di testa rockstar del pianeta finirà strafatto e ubriaco nel bel mezzo di una sorta di alllucinogeno incubo alla Ozzie Osbourne con groupie che proveranno a violentarlo e il suo compagno di viaggio che lo trascinerà ovunque, trasformando  il viaggio per Los Angeles in una maratona a tappe all’insegna di sesso, droga e rock n’roll.

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