C’è chi dice no, recensione

Durante una riunione di ex-compagni di scuola, tre amici si ritrovano circondati da un manipolo di  parassiti che hanno fatto carriera e raggiunto posti di prestigio grazie a raccomandazioni e nepotismo.

Max (Luca Argentero) è un giornalista di talento i cui genitori tra mille sacrifici per farlo studiare e qualche rimpianto per il fatto che il figlio non abbia voluto a suo tempo seguire le orme del padre ferroviere, se lo ritrovano sull’orlo della depressione e scalzato, dopo anni di precariato in un giornale e articoli su improbabili riviste, dalla figlia di uno scrittore di successo, che gli scippa un sin troppo agognato contratto da redattore.

Irma (Paola Cortellesi) è un medico preparato che sopravvive grazie ad una borsa di studio e che perde letteralmente la testa quando il figlio del primario dell’ospedale in cui lavora, invece di facilitarle un avanzamento di carriera dandole finalmente la possibilità di fruire di un contratto, le piazza davanti la sua nuova fidanzata australiana e fa pressioni sul padre affinchè sia quest’ultima ad essere assunta in pianta stabile al posto di Irma.

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50 volte il primo bacio, recensione

Nella splendida cornice delle esotiche Hawaii il veterinario Henry Roth (Adam Sandler), impiegato in un locale parco acquatico in cui lavora insieme agli assistenti Ula (Rob Schneider) e Alexa (Lusia Strus), tra un paziente e l’altro è impegnato ad infranger cuori, almeno fino qunado in un caffè un bel giorno non incontra l’insegnante Lucy (Drew Barrymore) ed è amore a prima vista.

Tornato sul posto l’indomani per rincontrarla si accorge che la ragazza sembra non ricordare nulla ne del loro incontro ne tantomeno dell’appuntamento fissato per quel giorno, a far luce sul mistero ci pensa il proprietario del locale che spiega ad Henry che la ragazza soffre di una perdita di memoria a breve termine conseguenza di un incidente d’auto, tutto ciò che la ragazza ha fatto durante la giornata una volta trascorsa la notte viene cancellato, azzerando di fatto ogni recente ricordo immagazzinato dalla memoria, Henry compreso.

Gli amici e la sua famiglia, il padre pescatore e il fratello sportivo, cercano in ogni modo di proteggere Lucy da una verità che non solo la farebbe soffrire, ma di cui ad ogni alba perderebbe comunque la consapevolezza, quindi tutti si affannano affinchè l’ultimo rimasuglio di memoria di cui la ragazza fruisce, il giorno del compleanno del padre nonchè data dell’incidente, venga rivissuto da Lucy ogni singolo giorno della sua vita come se non fosse ancora trascorso.

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Hobo with a shotgun, recensione in anteprima

Hobo (Rutger Hauer), un senzatetto in viaggio su di un treno, approda in una cittadina in mano alla criminalità e alla più folle e anarchica violenza, non appena entrato in città si accorge subito che il luogo è ormai fuori controllo e nelle mani del bieco Drake (Brian Downey), un boss che gestisce tutte le attività criminali della zona supportato dai suoi due figli psicopatici Slick (Gregory Smith) ed Ivan (Nick Bateman).

Dopo aver assistito alla decapitazione pubblica del fratello di Drake, Hobo interverrà in aiuto di Abby (Molly Dunsworth) una giovane prostituta finita nelle mani di uno dei figli del boss, che avrà la peggio e verrà consegnato da Hobo alla polizia, purtroppo  l’intero distretto è al soldo di Drake e Hobo dopo aver subito qualche sevizia finirà sanguinante in mezzo alla strada dove ad aiutarlo troverà di nuovo Abby che lo porterà nel suo appartamento prestandogli le prime cure.

Capita l’antifona Hobo cercherà di stare alla larga dai guai e raccimolato qualche dollaro deciderà di acquistare un tosaerba con il quale ha internzione di iniziare una piccola attività di giardinaggio, ma proprio mentre è intento ad acquistare l’agognato tosaerba un terzetto di rapinatori entra nel negozio minacciando una donna con un bambino, a quel punto adocchiato un fucile a pompa su uno scaffale Hobo deciderà di cambiare i suoi piani intraprendendo una più soddisfacente carriera da vigilante, così stesi i tre entrerà in modalità mattanza seminando cadaveri per la città tra spacciatori, pedofili vestiti da babbo natale e viscidi pappa che sfruttano minorenni.

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Rasputin, recensione in anteprima

Il 19 dicembre 1916 il misterioso mistico russo Grigorij Efimovic Rasputin (Francesco Cabras) esalava l’ultimo respiro in concomitanza con l’impero dei Romanov, la sua morte come la sua vita restano in parte avvolti nel mistero, tra leggenda e storia scopriremo l’evolversi dell’ultimo giorno di vita di questa controversa figura la cui influenza sui regnanti russi si vociferava fosse figlia di poteri occulti e manipolazione della mente e attraverso flashback ne ripercorreremo le tappe fondamentali dell’avanzata a corte.

Occultismo, carisma ed eccentricità divennero potenti armi di persuasione per lo Stregone-Demonio come veniva definito da chi più lo temeva, punti di forza che però rappresenteranno per Rasputin anche il suo tallone d’Achille, perchè se il suo potere a corte cresceva in maniera esponenziale in veste di consigliere di Nicola II ultimo Zar di Russia e sotto la protezione della Zarina Alessandra Feodorovna eternamente grata all’uomo per aver salvato la vita al figlio morente, le fila di nemici celati nell’ombra e pronti al complotto aumentava e ben presto il fato avrebbe fatto il suo inevitabile corso regalando un’altra leggendaria e controversa figura ai libri di storia ed occultismo.

Rasputin fu infatti vittima designata di un complotto che lo vide avvelenato con del cianuro, ma la sua resistenza al veleno richiese anche l’utilizzo di una pistola e le gelide acque del fiume Neva per porre definitivamente la parola fine sulla sua esistenza terrena. Leggenda vuole che una volta ripescato il corpo di Rasputin non rivelasse alcuna traccia di veleno e che in realtà Rasputin morì annegato visto che l’autopsia rivelò che al momento in cui fu gettato in acqua l’uomo era ancora in vita.

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Source Code, recensione in anteprima

Il capitano Colter Stevens (Jake Gyllenhaal) è un pilota di elicotteri decorato che si ritrova privo di memoria su un treno per Chicago, nessun ricordo di come sia arrivato in quel luogo, unico indizio un portafoglio che rivela che il suo nome è Sean Fentress. Nel suo stesso scompartimento seduta di fronte a lui una bella donna di nome Christina (Michelle Monaghan) che si rivolge a lui come lo Sean Fentress dei documenti, ma prima che Stevens possa rendersi conto di ciò che gli accade, una bomba esplode distruggendo il treno.

Stevens però non è morto nell’esplosione, anzi sembra che l’esplosione in realtà non sia mai avventuta, almeno per quanto lo riguarda, infatti al suo risveglio il soldato si ritroverà in una stanza dove da un monitor il capitano Colleen Goodwin (Vera Farmiga), un ufficiale dell’esercito racconterà a Stevens che si trova all’interno del Source Code, un programma che gli permette di prendere in consegna il corpo di un soggetto nei suoi ultimi otto minuti di vita, vivendo una sorta di iperrealistica simulazione.

La missione dell’avatar occupato da Stevens sarà quella di individuare una bomba che ha recentemente distrutto un treno diretto a Chicago. proprio il treno in cui Stevens si è risvegliato, cercando di scoprire chi ha costruito e piazzato l’ordigno utilizzando il suo alter ego virtuale e fornendo a Goodwin informazioni utili prima che gli attentatori riescano a far esplodere un secondo ordigno molto più grande, una bomba sporca che potrebbe colpire il centro di Chicago causando la morte di milioni di persone.

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London Boulevard, recensione in anteprima

Mitchell (Colin Farrell) è appena uscito di prigione e vorrebbe mettere più distanza possibile tra lui è le losche frequentazioni che l’hanno portato a finire in carcere per una rissa sfuggita di mano, ma ad attenderlo fuori c’è Billy (Ben Chaplin), criminale di mezza tacca cocainomane al soldo di Bob Gant (Ray Winstone) un usuraio locale, che offre all’amico un appartamento ed un lavoro, guardargli le spalle mentre lui ritira le quote dai debitori del suo boss.

Mitchell all’inizio accetta con la certezza che un suo tropo repentino rifiuto avrebbe innescato qualche sgradita reazione, ma quando viene pestato e coinvolto suo malgrado nel brutale assassinio di un uomo, si scontra con l’amico Billy ed ha un alterco con Gant rischiando di finire cadavere, se non fosse che il boss ha un debole per il ragazzo e lo vuole ad ogni costo nella sua banda.

Nel frattempo Mitchell si è trovato un lavoro vero come factotum presso la residenza di Charlotte (Keira Knightley), un’attrice ritiratasi dalle scene dopo aver subito violenza ed aver sviluppato diversi disturbi legati all’ansia come attacchi di panico e agorafobia che hanno segnato la fine della sua carriera, sintomi accentuati da una vita da reclusa e invandenti paparazzi che le assediano l’abitazione.

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Country Strong, recensione in anteprima

La star country Kelly Canter (Gwyneth Paltrow) viene dimessa da un centro di riabilitazione dove era stata ricoverata per abuso di alcol, abuso che durante un concerto gli era costato una rovinosa caduta da un palco seguita dalla perdita del bambino di cui la cantante era in attesa insieme al marito e manager James (Tim McGraw).

Kelly durante la sua permanenza nella struttura instaura una relazione con Beau Hutton (Garrett Hedlund) che oltre ad essere impiegato nella clinica è anche un cantautore country di grande talento a cui Kelly decide di dare una possibilità consigliando al marito che sia lui ad aprire i concerti del suo prossimo tour.

James vorrebbe invece che fosse Chiles Stanton (Leighton Meester) ex-reginetta di bellezza aspirante cantautrice ed interprete di brani country-pop ad aprire gli spettacoli della moglie, così una sera decide di vederli entrambi esibirsi e destino vuole che li veda esibirsi in un duetto scoprendo oltre ad un indubbio talento anche un buon feeling sul palco che li farà ingaggiare entrambi.

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In fuga per tre, recensione

Lucas (Nick Nolte) è un ex-detenuto fresco di rilascio che ha appena trascorso gli ultimi cinque anni dietro le sbarre per rapina a mano armata, purtroppo per lui non riuscirà neanche ad assaporare la riconquistata libertà perchè recatosi in una banca si troverà coinvolto suo malgrado in una rapina che vede l’imbranatissimo Ned Perry (Martin Short) improvvisarsi rapinatore prendendolo in ostaggio per coprirsi la fuga.

I due detective asssegnati al caso saputo che Lucas è coinvolto nella rapina si convincono che sia l’ex-detenuto ad aver rapinato la banca e che Perry sia l’ostaggio, nel frattempo Perry in fuga ne combina un’altra ferendo Lucas con un colpo partito accidentalmente dalla sua pistola, così i due saranno costretti ad una sosta forzata per farsi curare da un eccentrico veterinario.

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Infiltrato speciale, recensione

Sascha Petrosevitch (Steven Seagal) è un ladro d’auto che riesce a lavorare per l’organizzazione del boss Sonny Eckvall (Richard Bremmer) per intercessione del criminale Nick Frazier (Jeffrey Ja Rule Atkins).

Petrosevitch è in realtà in cerca di vendetta visto che Eckvall pare sia responsabile della morte della moglie ed è al contempo sorvegliato dall’agente dell’FBI Ellen Williams (Claudia Christian), che purtroppo non riesce ad intervenire prima che Petrosevitch finisca in mezzo ad una sparatoria rimanendo gravemente ferito.

Dopo alcuni mesi di ricovero e scampata la morte, Petrosevitch si ritrova in compagnia di Frazier al’interno di un rinnovato Alcatraz, riaperto in occasione dell’allestimento di un nuovissimo braccio della morte dove il condannato può scegliere la modalità della propria esecuzione e il prossimo della lista è un certo Lester McKenna (Bruce Weitz), un vecchio detenuto che pare porterà con se nella tomba il luogo segreto in cui ha nascosto duecento milioni in lingotti d’oro.

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Hop, recensione

C.P. è l’erede di un’attività di famiglia piuttosto insolita e soprattutto importante nel suo tramandare una delle tradizioni pasquali per eccellenza, quella della consegna delle uova e dei dolci tradizionali legati alla festività ai bambini di tutto il mondo.

La maggiore età si avvicina e C.P. dovrà ben presto prendere le redini dell’azienda che il suo orgoglioso padre da tempo immemore dirige, ma C.P. non ha alcuna intenzione di seguire le orme paterne e portare Avanti la tradizione di famiglia, lui è un’aspirante batterista e il suo sogno è sfondare come musicista, il che evidentemente cozza decisamente con le volontà paterne.

C.P. comunque decide di dar retta al suo lato ribelle e fugge dalla fabbrica di famiglia alla volta di Hollywood in cerca di fama e fortuna come nella migliore tradizione del sogno americano formato famiglia, qui incontra Fred (James Marsden) annoiato bamboccione che per alcuni versi è il suo esatto opposto, per altri gli somiglia più di quanto entrambi vogliano ammettere, così superate le prime fisiologiche incomprensioni i due diventeranno grandi amici.

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I spit on your grave, recensione in anteprima

Jennifer Hills (Sarah Butler) è una giovane scrittrice che in cerca di quiete ed ispirazione decide di lasciare la città per passare un paio di mesi in un cottage isolato per completare il suo libro, giunta sul posto in cerca di indicazioni e carburante incrocerà un gruppo di giovinastri del luogo che dopo qualche imbarazzante approccio sessuale andato a vuoto le forniranno indicazioni utili.

Purtroppo Jennifer avrà un secondo incontro stavolta da incubo con quegli stessi ragazzi che armati di una pistola e di una videocamera, accompagnati da un quarto ragazzo aflitto da gravi turbe mentali, irromperanno nottetempo nella sua abitazione e le useranno violenza, ma Jennifer riuscirà a fuggire e ad inoltrarsi nei boschi circostanti dove fortuna vuole che incontri lo sceriffo locale impegnato in una battuta di caccia con il quale tornerà al cottage in cerca degli aggressori.

Quello che Jennifer non sa è che lo sceriffo se possibile è ancor peggio dei suoi aguzzini e così la ragazza finirà dalla padella nella brace violentata sia dallo psicopatico tutore della legge che dai suoi degni compari, ma quando terminate le violenze il gruppetto tenterà di eliminarla, Jennifer si lancerà in un vicino corso d’acqua e il suo corpo non verrà più ritrovato.

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Mia moglie per finta, recensione

Danny Maccabee (Adam Sandler) è un chirurgo plastico di successo che in gioventù ha subito una grossa delusione d’amore che l’ha portato a diventare piuttosto cinico verso l’altro sesso e ad escogitare un sistema che gli permette di non impegnarsi con nessuna donna in particolare e avere di contro tutte le avventure che desidera.

L’idea è di fare l’opposto di quello che fanno tutti gli uomini sposati, che in cerca di un’avventura celano la loro fede nuziale, Danny in realtà single la sua fede invece la sfoggia e sopra ci costruisce un finto matrimonio disastrato e questo incredibilmente sembra ogni volta far breccia in tutte le donne che l’uomo incontra.

Purtroppo quando Danny sembra aver finalmente incontrato la donna della sua vita, la splendida insegnante di matematica Palmer (Brooklyn Decker) a differenza delle altre volte l’anello sortirà l’effetto indesiderato di far scappare la potenziale donna dei sogni, costringendo così Danny ad improvvisare inventandosi stavolta un divorzio in via di definizione, la cosa al momento sembrerà funzionare, ma quando Palmer gli chiederà di incontrare l’ex-moglie, il disastro incomberà nuovamente sulla coppia.

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Boris Il film, recensione

Renè Ferretti (Francesco Pannofino), dopo la fiction di dubbia qualità ma di buon seguito di pubblico, Gli occhi del cuore, ha la possibilità di cambiare genere girando Il giovane Ratzinger, ma proporre il futuro papa al rallentatore mentre corre felice nel prato, è troppo trash anche per lui. Il suo rifiuto porta la produzione a farlo fuori dal progetto.

Qualche mese dopo il regista, bisognoso di soldi, vedendo al cinema Natale al Polo Nord, decide di tornare in pista. Per lui ci sono due opzioni: girare la soap Sottaceto o darsi al cinema d’autore, adattando per il grande schermo il libro di Stella e Rizzo La casta. Deciso a fare il salto di qualità Renè punta tutto sul film impegnato e si circonda di professionisti del cinema d’autore. Purtroppo la sua incompatibilità con la nuova realtà lo porterà a dover rivedere i suoi piani.

In Boris – Il Film, commedia italiana girata dal trio Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo, si ritrovano (oltre a Renè Ferretti) tutti i personaggi che hanno fatto grande la serie televisiva della Fox, dal direttore della fotografia cocainomane e svogliato Duccio Patanè (Ninni Bruschetta) al capo elettricista coatto Biascica (Paolo Calabresi), dall’attore egocentrico Stanis La Rochelle (Pietro Sermonti) all’attrice cagna Corinna Negri (Carolina Crescentini), dalla segretaria di edizione  Itala (Roberta Fiorentini) all’assistente di regia che cerca stabilità nel campo della ristorazione Arianna (Caterina Guzzanti), dallo (ex) stagista appassionato di cinema Alessandro (Alessandro Tiberi) all’antipatico operatore “schiavo” della fotografia Lorenzo (Carlo De Ruggieri), dal direttore di produzione truffaldino e sofferente di cuore Sergio (Alberto Di Stasio) al delegato di rete viscido e calcolatore Diego Lopez (Antonio Catania), dal tranquillo aiuto regista Alfredo (Luca Amorosino) ai tre sceneggiatori fancazzisti, arricchiti, agiati e ingegnosi (Valerio Aprea, Massimo De Lorenzo, Andrea Sartoretti).

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Drive Angry, recensione in anteprima

John Milton (Nicolas Cage) è un’anima dannata fuggita dall’inferno e in cerca di vendetta, il suo  obiettivo tornato sulla terra è rintracciare Jonah King (Billy Burke) lo psicopatico leader di una setta dedita al satanismo per corrispondenza che non solo gli ha ucciso la figlia, ma ha intenzione di sacrificare la sua nipotina ancora neonata in un rito per portare nientemeno che l’inferno in Terra e guadagnare così l’immortalità per lui e tutti i suoi debosciati adepti.

Milton non  ha molto tempo perchè sulle sue tracce c’è l’infallibile Contabile (William Fichtner), cacciatore di taglie inviato dagli inferi per riportare l’evaso indietro a scontare la sua pena eterna, così Milton per portare a termine la sua ultima missione chiederà il supporto di Piper (Amber Heard) sensuale cameriera che picchia come un camionista e di Webster (David Morse), un suo vecchio amico meccanico che in nome dei bei tempi andati, nonostante la sorpresa nel veder l’amico resuscitato, accetterà di fare la sua parte.

Così tra scazzottate, inseguimenti, sparatorie e incontri ravvicinati dell’ultimo tipo Milton riuscirà a rintracciare King, che come una sorta di Charles Manson versione nomade si aggira per gli States a bordo di un camper in attesa di una propizia notte di luna piena in cui mettere in atto l’efferato rito di sangue.

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