L.A. Confidential, recensione

Sullo sfondo di una scintillante ed ambigua Los Angeles dei primi anni ’50 più a stelle che a strisce scandali, droga e corruzione si vendono come il pane e a servirli in prima pagina tutti i giorni ci pensa la rivista scandalistica Hush-Hush (Zitti-Zitti), sempre sulla notizia, sempre prima della concorrenza, che però stavolta pescherà nel torbido d’alto bordo, spingendosi troppo al largo rischiando così di affogare. In questo quadretto di perversioni hollywoodiane e brutalità in divisa, facciamo la conoscenza di tre agenti del dipartimento di polizia che vivono su fronti opposti di quella barricata chiamata legge.

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I nuovi mostri, recensione

Torniamo ad occuparci dei classici della commedia al’italiana, quella che ci manca tanto e che stavolta bissa con il sequel I nuovi mostri, ideale evoluzione all’insegna del cinico andante del memorabile I Mostri diretto nel ’63 da Dino Risi e interpretato da Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi. Il film è del ’77 quindi parte della società italiota ha avuto tutto il  il tempo di involvere e regredire verso lo stato brado,  malcelato da un’artificiosa e confusa idea di modernità e uno sfrenato consumismo all’insegna dell’ostentazione a prescindere. La formula resta quella del film ad episodi, anche se stavolta si punta al film corale con un cast decisamente nutrito che oltre al ritorno del dinamico duo Tognazzi/Gassmann, vede l’arrivo dell’Albertone Nazionale e di Ornella Muti, mentre a Risi si  unoscono in cabina regia Ettore Scola e Mario Monicelli.

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The Silent House, recensione in anteprima

Laura (Florencia Colucci) e suo padre Wilson (Gustavo Alonso) giungono in un casolare fuori mano con l’intenzione di dargli una restaurata per conto del suo proprietario Nestor (Abel Tripaldi), visto che l’abitazione sarà presto messa in vendita. Padre e figlia passeranno la notte nel casolare in modo da cominciare le riparazioni il mattino seguente di buon’ora. Tutto sembra andare liscio fino a che Laura, mentre il padre dorme sente dei rumori che con il passare del tempo si fanno sempre più distinti e sembrano provenire dal piano superiore della casa, dove non ci dovrebbe essere nessuno e dove Nestor ha chiesto di non andare a causa di un pavimento poco sicuro.

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Tucker and Dale vs. Evil, recensione in anteprima

Tucker e Dale (Alan Tudyk e Tyler Labine) sono due montanari piuttosto rozzi, ma decisamente innocui, amici da sempre i due insieme hanno realizzato il sogno di una vita, acquistare una casa per le vacanze, beh in realtà più che una casa si tratta di una catapecchia in mezzo alla foresta, ma i due sono orgogliosi di averla acquistata convinti in cuor di loro di aver fatto un affare, inconsapevoli che quell’abitazione è stata la dimora di uno serial-killer che ha terrorizzato la zona e teatro di indicibili torture ed efferati omicidi.

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Rendition-Detenzione illegale, recensione

L’analista della CIA Douglas Freeman (Jake Gyllenhaal) assiste all’attacco di un terrorista suicida  che aveva come obiettivo un alto funzionario di polizia, tale Abasi Fawal (Yigal Naor) che è in contatto con gli Stati Uniti ed i cui compiti includono condurre interrogatori speciali che comprendo l’applicazione di tecniche equivalenti alla tortura, il numero di perdite è altissimo, ma Fawal ne esce indenne. Nel frattempo alcune intercettazioni telafoniche collegano l’ingegnere chimico di origini egiziane Anwar El-Ibrahimi (Omar Metwally), che vive a Chicago con la moglie Isabelle (Reese Witherspoon) in attesa di un bambino e il loro primogenito, ad un’organizzazione di estremisti capeggiata dal noto terrorista Rashid che pare abbia chiamato a più riprese il cellulare di Anwar.

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Solo per vendetta, recensione

Will Gerard (Nicolas Cage) è un mite insegnante d’inglese che si ritrova con la bella moglie Laura (January Jones) aggredita e violentata da un criminale di mezza tacca. La notte stessa dell’aggressione Will viene avvicinato da un uomo di nome Simon (Guy Pierce) che gli chiede se sarebbe interessato, in cambio di qualche futuro favore, che una misteriosa organizzazione si occupi di eliminare l’uomo che ha aggredito sua moglie, Will all’inizio titubante si lascia guidare dalle emozioni e accetta il patto.

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Alla luce del sole, recensione

Don Pino Puglisi (Luca Zingaretti), parrocco del quartiere Brancaccio di Palermo tra il 1990 e il 1993, si trova a toccare con mano quanto la mafia sia radicata nel quartiere e all’interno di famiglie con bambini coinvolti quotidianamente con la malavita e le sue regole deviate e devianti, in molti casi spinti a delinquere dagli stessi genitori mafiosi. Don Puglisi cerca di intervenire con decisione nella vita dei suoi piccoli parrocchiani cercando di spingerli a studiare e provando ad insegnargli che il furto e il malaffare non sono azioni normali, come invece l’ambiente in cui vivono li ha portati a credere.

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Storia di una Capinera, recensione

Siamo a Catania nel 1854, la bella Maria (Angela Bettis) novizia in un convento non per sua scelta si ritrova libera e rispedita a casa dopo un’epidemia di colera, la ragazza una volta tornata a casa riprenderà contatto con i luoghi che le hanno dato i natali e rinverdirà un’attrazione provata per il bell’Antonio che tutti chiamano Nino (Johnathon Schaech), figlio di alcuni vicini di casa e fratello della sua migliore amica. Purtroppo per Maria il sentimento che coltiverà e che presto si trasformerà in passione sarà destinato a sfiorire, perchè si scoprirà che Nino è stato promesso alla di lei sorellastra e per Maria devastata da un amore corrisposto, ma impossibile resteranno solo i voti e le mura di un convento a far da cornice al suo cuore spezzato.

Terzo adattamento ad opera di Franco Zeffirelli tratto dall’omonimo racconto di Giovanni Verga datato 1869, dopo un primo adattamento muto per il grande schermo del 1917 diretto da Giuseppe Sterni seguito da quello di Gennaro Righelli del ’43.

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Ruggine, recensione in anteprima

In un città del nord Italia alla fine degli anni settanta scopriamo un quartiere di periferia abitato da immigrati meridionali, durante l’ennesima afosa estate una banda di ragazzini capeggiata dal siciliano Carmine scorrazza in cerca di guai, scontrandosi con altre piccole bande, giocando tra rottami di automobili e trasformando due vechi silos arruginiti in un luogo di ritrovo dove giocare a fare i grandi e riempire le lunghe e interminabili giornate. Purtroppo quell’estate non sarà come le altre, perchè porterà nel quartiere un male che è ancora sconosciuto per Carmine e i suoi amici, un male sinistro ed ambiguo celato in un nuovo medico, il dottor Boldrini (Filippo Timi), che dietro un fare elegante ed aristocratico che trasmette soggezione cela un mostro pronto a colpire e che sceglierà come agnello sacrificale al suo bestiale ed atavico istinto Rosalia, la sorella di Carmine che l’uomo rapirà scaraventando Carmine e i suoi piccoli amici, Sandro, Cinzia, Betta, Andrea e Tonio nello spietato mondo degli adulti.

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Il postino, recensione

Mario Ruoppolo (Massimo Troisi) figlio di pescatori vive sull’isola di Procida in cui da poco si è trasferito il grande poeta cileno Pablo Neruda (Philippe Noiret)  in esilio forzato dal suo paese e sarà proprio a Mario che verrà assegnato il compito di recapitare e ritirare le lettere scritte e ricevute dal poeta. Mario consegnando la posta al poeta tutti i giorni, resterà sorpreso ed affascinato dalle numerose ammiratrici che scrivono all’uomo e decide così di acquistare un libro del poeta per scoprire quale sia il suo segreto.

Mario ben presto avrà un gran bisogno dei consigli e dell’esperienza dello scrittore visto che innamoratosi perdutamente della bella Beatrice (Maria Grazia Cucinotta) dovrà lottare con la propria timidezza e sarà proprio Neruda che per aiutarlo ad uscire dal suo guscio lo spingerà a comporre versi, instaurando con Mario un legame d’amicizia molto profondo e quando Mario riuscirà, nonostante i numerosi ostacoli a sposare la sua Beatrice vorrà l’amico al suo fianco come testimone di nozze prima che il poeta, revocato il suo esilio possa finalmente far ritorno in patria.

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Una botta di vita, recensione

Due pensionati, Elvio Battistini (Alberto Sordi) e Giuseppe Mondardini (Bernard Blier), stanchi di passare l’ennesimo afoso ferragosto a fissar mosche e abbandonati dalle rispettive famiglie, decidono di concedersi una fuga in automobile diretti in quel di Bordighera per trovare un amico. I due improvvisati compagni di viaggio provengono da mondi piuttosto diversi, colto ed elegante Giuseppe, genuino e piuttosto terra terra Elvio che però può vantare un eroico gesto durante la guerra che gli è costato una gamba.

Purtroppo la tappa a Bordighera non avrà l’esito sperato perchè l’amico da incontrare è morto, ma fatte le condoglianze di rito alla vedova e ripreso il viaggio, la coppia di allegri vegliardi incrocerà una bella ragazza che scroccando un passaggio porterà i due a sconfinare in Francia dove il riluttante Elvio, che ha qualche conto in sospeso con gli abitanti d’oltralpe, verrà convinto dall’amico viveur a cogliere l’attimo e tra grigliate sulla spiaggia e presunte nottate di sesso sfrenato, tra i due ben presto i nodi verranno al pettine e la resa dei conti, oltre che esilarante sarà alquanto rivelatoria.

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Parlami d’amore, recensione

In una piovosa notte romana due anime tormentate in cerca di conforto avranno un’incidente d’auto, la depressa e farmaco-dipendente Nicole (Aitana Sánchez-Gijón) incastrata in una vita che sembra non appartenerle più e un matrimonio affossato dalla routine e l’irrequieto, ma romantico Sasha (Silvio Muccino), appena sfrattato da una comunità di recupero dove è stato cresciuto da genitori tossicodipendenti. Nicole si addormeterà al volante investendo l’auto di Sasha e quasi uccidendo un cane, ma questo catastrofico incontro-scontro servirà ai due per conoscersi ed iniziare un rapporto d’amicizia.

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Until Death, recensione

Il detective della narcotici di New Orleans, Anthony Stowe (Jean-Claude Van Damme) è un eroinomane ormai sull’orlo del baratro, infilatosi in un percorso di lenta auto-distruzione mentre tra una dose e l’altra cerca di incastrare il suo ex-partner Gabriel Callahan (Stephen Rea), che nel frattempo è diventato un boss della droga e che lentamente cerca di prendere in mano il controllo delle attività malavitose della città. Stowe purtroppo getta benzina sul fuoco inanellando una serie di situazioni che lo faranno sprofondare in un buco nero, prima manda all’aria un’operazione di sorveglianza su Callahan, causando la morte della collega Maria Ronson (Rachel Grant), poi ha un alterco in cui viene quasi alle mani con l’agente Van Huffel (Adam Leese) fidanzato della Ronson che accusa Stowe della morte della donna e infine, dopo aver aver saputo che la moglie attende un figlio non suo, finirà con un proiettile in testa nel parcheggio di un bar sparato da un killer inviato da Callahan a fargli la festa.

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L’amore porta fortuna, recensione

Raj Malhotra (Shahid Kapoor) da brillante studente di architettura ai tempi del colege ora si ritrova ad affrontare il mondo del lavoro che oltre a dimostrarsi irto di ostacoli, sembra proprio non vole dargli alcuna possibilità di trovare un impiego, dei clienti o dei progetti da realizzare, insomma qualunque cosa egli faccia o iniziativa intraprenda tutto finisce inesorabilmente per andare storto. Raj così si rivolge ad una zingara che gli conferma che la fortuna sembra proprio averlo abbandonato e gli consiglia di trovare un portafortuna oppure una persona baciata dalla fortuna che potrebbe cambiargli in positivo la vita. Il destino accolta l’istanza di Raj gli farà incontrare l’altruista Priya (Vidya Balan), sempre pronta ad aiutare il prossimo e impegnata nel tentativo di salvare un centro d’accoglienza.

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