Oggi vogliamo celebrare insieme a voi il compleanno di uno dei maggiori autori e interpreti del cinema italiano, quel Carlo Verdone che proprio oggi spegne sessanta candeline sul set di Manuale d’amore 3 di Giovanni Veronesi.
Verdone resta uno dei baluardi della sempre più maltrattata commedia all’italiana nel senso più nobile del termine, l’attore romano proveniente da una lunga gavetta televisiva dove ha costruito molti dei suoi personaggi più amati. ha saputo nel corso della sua lunga e prolifica carriera distaccarsi dal format televisivo cercando di raccontare una commedia altra, tratteggiando e caratterizzando di volta in volta perdenti, fobici, tamarri e cinici, tutte maschere comunque dotate di una grande umanità di fondo.
Verdone ha incrociato grandi registi nella sua carriera che ne hanno segnato il percorso artistico, tra questi Sergio Leone che produsse il suo debutto su grande schermo Bianco, rosso e verdone senza contare i caratteristi che Verdone ha contribuito a imprimere indelebilmente nell’immaginario cinematografico di noi spettatori tra cui Lella Fabrizi, il Manuel Fantoni di Angelo Infanti o il paterno Mario Brega di Un sacco bello.
Concludiamo con una dichiarazione di Sergio Leone che descrive il Carlo Verdone uomo e artista:
…mi accorsi che la sua vèrve derivava da un controllo esagitato di un corpo senza inibizioni: Carlo parlava, parlava, parlava, riproponendo il divertente standard sordiano degli anni ’50 con disinvolta reiterazione(…) Un attore che non apparteneva a un “genere” ma solo a se stesso. Volli conoscerlo. Volevo scoprire la fonte di quella reputazione: totale, inesorabile, cinica carogneria commista ad una romanità coatta e generosa, candida e patetica, Carlo era “l’uomo che guarda”, questa fu la risposta. E per questo volli produrre il suo film di esordio, affidando a lui stesso la regia: i suoi personaggi non potevano correre il rischio di interpretazioni inautentiche… (fonte Wikipedia)