Ieri 17 maggio, alla 67esima edizione del Festival di Cannes, è stata la volta di “Saint Laurent” di Bertrand Bonello e di “Relatos Salvajes” di Damian Szifron.
Per la sua quarta volta a Cannes e il suo terzo film in concorso, Bertrand Bonello ha voluto puntare sulla vita dello stilista Yves Saint Laurent, interpretato da Gaspard Ulliel, con un ritratto fatto di chiaroscuri per questa figura iconica della haute couture.
Gli anni 1967-1976 sono stati emblematici per lo stilista, in particolare per la presentazione della sua collezione Russa, momento chiave della sua carriera. Dall’altro lato la vita privata di Saint Laurent, molto complicata: lo stilista era incline alla depressione e ad eccessi di ogni tipo, ed è proprio questo lato più oscuro che ha affascinato il regista:
Con Yves Saint Laurent abbiamo una persona reale degna di un romanzo.
Un’elegante pellicola sull’affascinante dualità della vita del mitico stilista.
Diverso è il ritratto di Damian Szifron, il regista argentino di “Relatos Salvajes”, il suo terzo film, venato d’umorismo, dove però la vendetta e la distruzione vanno di pari passo.
Damian Szifron è uno di quei registi che si muovono senza soluzione di continuità dal piccolo schermo al grande schermo e in questo film ha riprodotto lo stile della serie per spezzettare il plot. Ci sono praticamente sei storie con sei personaggi sfortunati che però decidono ad un certo punto di prendere le redini della propria vita, dopo che la società sta logorando e distorcendo i rapporti umani:
Mi piace pensare al film come a un viaggio attraverso le diverse storie di persone molto differenti che vivono un’esperienza forte comune in un momento in cui la vita quotidiana sembra ostile, intrecciando i loro percorsi.
Ricordiamo che il film, con Ricardo Darin, è coprodotto da Pedro Almodovar.