Il direttore artistico e delegato generale del Festival di Cannes Thierry Fremaux, ha rilasciato un’ intervista a Variety riguardo proprio questa 67esima edizione del Festival, e sulla scelta dei film, che sembrano nella maggioranza dei casi, parlare della società contemporanea, ha detto:
È importante per Cannes non allontanarsi dalla realtà. Ci sono un certo numero di film che evocano in modo molto convincente il mondo in cui viviamo. Lo dico sempre, quando le persone mi dicono quanto politico e impegnato sia Cannes, è a causa della tipologia di film che ci vengono presentati. Noi non abbiamo scelto il film di Sissako perché parla della guerra in Mali, lo abbiamo scelto perché è un bel film. Siamo felici di poter dire che il cinema è un’arte in continua evoluzione sugli aspetti artistici e in relazione con il mondo reale. E penso che per gli spettatori di Cannes, scollegati dalla realtà per 10 giorni, sia una cosa buona vedere il mondo sullo schermo.
Anche se Thierry Fremaux ha sempre dichiarato di non badare al genere del regista, riguardo alla presenza delle 15 donne nella selezione ufficiale ha detto:
A dire il vero ho barato un po’ quando ho detto che c’erano 15 donne registe nella selezione, perché due di loro hanno diretto “Party Girl” (il film che apre Un Certain Regard). Ma il fatto che ce ne siano così tante quest’anno è una pura coincidenza. Abbiamo sempre presentato film diretti da donne. L’unica volta che non ne abbiamo avuta nessuna in concorso è stato due anni fa. E poi, si tratta di una questione che deve essere affrontata tutto l’anno e non il giorno in cui è annunciata la selezione ufficiale…Immaginate se noi dicessimo a un regista: “Guarda, hai fatto un bel film ma noi invece abbiamo intenzione di prendere un film diretto da una donna”? Queste sono considerazioni stupide.