Come nostra consuetudine eccoci al nostro personale dopo-festival, per commentare e tirare le somme sul prestigioso Festival di Cannes che ieri in serata ha chiuso i battenti con la proclamazione dei vincitori, tra i quali il nostro Elio Germano come miglior attore, e la vittoria come miglior pellicola di un outsider come Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives del regista thailandese Apichatpong Weerasethakul, che visto il contenuto surreale e visionario non è strano sia piaciuta tanto all’eclettico presidente di giuria Tim Burton.
Il regista thailandese non nasconde l’entusiasmo per aver battuto veterani della rassegna come l’inglese Mike Leigh, che a ben vedere è quello che esce non solo sconfitto, ma praticamente a mani vuote dalla kermesse, il suo Another Year riceve solo una menzione speciale della giuria ecumenica. Ricordiamo che Leigh prima nel ’93 con Naked, poi nel ’96 con Segreti e bugie si era accaparrato il premio come miglior regia e la Palma d’oro come miglior film, ed in questa edizione era praticamente il favorito di tutta la stampa internazionale insieme ad Alejadro Gonzalez Inarritu, altro grande sconfitto che con il suo Biutiful si deve accontentare del premio come miglior attore assegnato a Javier Bardem.
Altra conferma è arrivata dall’assegnazione del premio come miglior attrice alla bella Juliette Binoche, madrina della rassegna e co-protagonista del nuovo film dell’iracheno Abbas Kiarostami Copia conforme, Kiarostami era uno dei papabili alla Palma d’oro così come Inarritu, niente invece per Ken Loach che con il suo arrabbiato manifesto contro la guerra Route Irish lascia la croisette a mani vuote.
Quest’anno comunque oltre alle sorprese non sono mancate le conferme, vedi il Gran Prix al francese Des hommes et des dieux di Xavier Beauvois, uno dei film in pole position per la Palma d’oro, o il premio al miglior attore, dopo la proiezione di La nostra vita di Lucchetti già circolavano voci su una probabile vittoria di Elio Germano, il fatto che l’attore sia arrivato ex-aequo con Javier Bardem non è così strano visto alcune similitudini tra i loro personaggi, entrambi tormentati padri di famiglia in uno scenario suburbano alle prese con un destino avverso e pratiche illlegali, Germano è un disperato giovane vedovo e Bardem è un malato terminale di cancro, due performance che ne facevano due candidati ideali ed egualmente meritevoli.
Altri due premiati della rassegna non favoritissimi, sono stati il francese Mathieu Almaric, il suo Tournee vince il premio per la miglior regia, l’eccentrico cast femminile da Burlesque era stato considerato per un premio corale alla miglior interpretazione femminile e il film coreano Poetry scritto e diretto da Lee Chang-dong, che in lizza per un premio come miglior attrice alla protagonista Yun Junghee, si accaparra invece un prestigioso premio per la miglior sceneggiatura. In chiusura segnaliamo il Gran premio della giuria che va invece senza grandi sorprese all’intenso A screaming man del regista africano Mahamat-Saleh Haroun.
Vi salutiamo lasciandovi ad una ricchissima galleria fotografica con immagini dalla cerimonia di premiazione, con vincitori e red carpet.