Cannes 2010 domenica 23, aspettando la premiazione

Giornata conclusiva del Festival di Cannes, anche quest’anno i film hanno di certo accontentato un pò tutti, dal cinefilo al semplice appassionato e quello che ha colpito di più oltre alla massiccia presenza di pellicole orientali, un trend che segue le ultime edizioni di molti altri prestigiosi festival, è la mancanza in concorso del cinema americano, limitata quest’anno al solo Doug Liman con il suo thriller-politico Fair Game, anche se Hollywood porta due anteprime fuori concorso di alto profilo come il Robin Hood di Ridley Scott e il sequel Wall Street 2-Il denaro non dorme mai di Oliver Stone.

Anche l’Italia si presenta sulla croisette con una sola pellicola in concorso, La nostra vita di Daniele Lucchetti, apprezzato alle proiezioni, ma considerato dalla stampa internazionale inferiore al più solido Mio fratello è figlio unico, anche se il protagonista Elio Germano entusiasma e si candida come miglior attore, poi ci pensa Sabina Guzzanti e il suo Draquila-L’italia che trema ad accentrare l’attenzione convincendo la critica ed entusiasmando la prestigiosa rivista americana Variety:

Anche per gli italiani abituati agli scandali del loro paese Draquila è un pugno nello stomaco…


L’Italia ha anche un ulteriore jolly nella sezione collaterale Quinzaine de realisateurs, il piccolo grande film Le quattro volte di Michelangelo Frammartino,  che riceve uno dei primi premi assegnati ddalla rassegna l’Europa Cinemas Label con la seguente motivazione:

Senza essere mai didattico o sentimentale, si assume dei rischi creativi e riesce a superarli. In un momento in cui il cinema più originale è minacciato, sentiamo che sia decisamente appropriato dare il premio a questo film ed offrire al pubblico europeo l’opportunità di vedere questa visione così vitale di un remoto angolo del nostro continente.

Frammartino non solo vince e convice, ma oltre a guadagnarsi una copertina sul magazine francese Le Film Francais, e a ricevere applausi a scena aperta alla proiezione stampa, si accaparra anche il riconoscimento più curioso del festival, il premio speciale della giuria versione animalista, il Palm Dog, che giunto alla sua decima edizione premia il film di Frammartino e il cane Vuk, che quest’anno era in competizione con il cane del Robin Hood di Scott e il boxer di Tamara Drewe di Frears, ricordiamo che l’anno scorso il premio se lo è accaparrato il cane in CGI del cartoon Disney/Pixar Up!.

Ieri assegnati anche i premi della sezione Quinzaine des realisateurs oltre al nostro Frammartino vincono due pellicole francesi Pieds nus sur les limaces di Fabienne Berthaud (Art Cinema Award), Olivier Masset-Depasse per Illégal (Prix SACD) e per i cortometraggi Prix SFR un ex-aequo, Cautare di Ionut Piturescu (Romania) e Mary Last Seen di Sean Durkin (USA).

Concludiamo segnalandovi il film fuori concorso che chiuderà la kermesse francese, si tratta della co-produzione franco-australiana The tree di Julie Bertuccelli, la regista ci racconta di una madre (Charlotte Gainsbourg) e dei suoi figli in fuga dal dolore per la perdita di un marito e di un padre, la natura e la dolorosa elaborazione del lutto attraverso la metafora della natura e di un albero secolare.