Una risata per stare in salute, sentirsi sempre giovani, allungarsi (addirittura) la vita. La filosofia di Mel Brooks è tutta racchiusa in questa concezione dell’esistenza. Un’esistenza, la sua, giunta oggi al traguardo dei 90 anni. Il celebre attore, un genio del nostro tempo, ha un posto di riguardo nella categoria ‘intrattenitori’. Perché è uno dei migliori al mondo, e la sua carriera lo testimonia.
Non a caso, Mel Brooks è uno dei dodici attori al mondo i quali possono vantare un primato come il poker di premi denominato EGOT (oltre all’Oscar, Emmy ne ha vinti 3, sia come attore sia come autore, Grammy di nuovo 3 e Tony Award ancora 3). Una sorta di record, elitario, che lo consacra tra gli Dei dello Spettacolo a 360°, data la sua inclinazione per cinema, tv e teatro.
La carriera di Mel Brooks parte da molto lontano. Nato a Brooklyn da genitori ebrei, figli di immigrati dalla Germania e dalla Russia, Melvin Kaminsky all’anagrafe, è un ragazzino che per difendersi da compagni più grandi e aggressivi di lui sfrutta la chiave della comicità. Per lui la risata è una missione fin da ragazzo:
Ho saputo di essere nato per fare il comico all’età di una settimana, quando tutti si affacciavano sulla mia culla e scoppiavano a ridere. Quando ero un ragazzino osservavo mia madre piangere e ridere, non sapevo perché piangeva o perché rideva ma ero felice se lei rideva e molto infelice se lei piangeva. Così ho cominciato a far ridere mia madre per farla stare bene e poi dopo di lei tutto il resto del mondo.
Casa sua fu dunque il primo palcoscenico. Il secondo fu l’esercito. Già, perché Melvin intratteneva i commilitoni con imitazioni e parodie alla fine della seconda guerra mondiale alla quale partecipò diventando caporale di fanteria. Poi al ritorno a New York iniziò la sua gavetta, furono anni duri. Dopo un lungo periodo passato nei club notturni di fronte ad un pubblico esigente e poco educato, Brooks arrivò in televisione. Lo fece negli anni del boom, scrivendo per vari show televisivi e format, la sua strada si incrociò anche con quella di Woody Allen. Era finalmente arrivato il successo. E la chiamata da Hollywood. Anni dopo, disse:
Non esiste una vera ricetta per il successo, se hai talento il successo arriverà. Sono pochi quelli che hanno talento, che osservano la vita e sanno trasformarla in commedia: Ernest Lubitsch, Billy Wilder, Woody Allen e Mel Brooks. Il talento è necessario ma non basta, occorre ispirazione e duro lavoro perché il sogno si avveri.
Tra i suoi capolavori è impossibile non nominare Frankenstein Junior (un mito che non accenna a diminuire visto che solo quest’anno è stato pubblicato Potrebbe piovere – Storia e mito di Frankenstein Juniordi Cristiano Vinelli) di cui Brooks ha voluto di recente la versione teatrale. Costato 16 milioni di dollari con biglietti da 450 dollari, lo spettacolo ha riscosso un successo inferiore alle aspettative, a causa dell’eccessiva sfarzosità degli ambienti, delle scenografie e soprattutto del prezzo elevato dei biglietti. Ma se come attore e autore Mel Brooks ha abitato la commedia, come produttore ha prodotto film come The Elephant Man (1980) di David Lynch e La mosca (1986) di David Cronenberg. Ecco perché è un artista a tutto tondo, proprio per questa sua immensa versatilità. Testimoniata, peraltro, dal suo pensiero a riguardo:
Esistono due tipi di produttori: un tipo solo interessato ai soldi, che farebbe qualunque cosa purché sia popolare e un altro (ma sono pochi) veramente interessati all’arte. Naturalmente io appartengo al primo gruppo… scherzo io con il mio lavoro cerco sempre di fare qualcosa di pazzo e bello, sperando di farne dei soldi.