Ottava giornata al Festival di Berlino 2012, oggi nessuna anteprima di lusso in programma, ma consueto ampio spazio al cinema d’autore internazionale con due pellicole in concorso. Iniziamo con il dramma ungherese Just the Wind (Csak a szél) che mette in luce la sempre più dilagante intolleranza razziale troppo spesso figlia di ignoranza e paura, che il regista Benedek Fliegauf veicola attraverso una storia basata su eventi reali e il molteplice sguardo di una famiglia rumena di zingari, barricata tra le mura della propria casa dopo un massacro a sfondo razziale perpetrato nel loro villaggio che li ha sprofondati nel terrore.
Secondo film in concorso quest’oggi è il norvegese Mercy (Gnade). Il regista Matthias Glasner ci racconta di come il pesante fardello di un segreto inconfessabile minerà la stabilità emotiva di una coppia tedesca trasferitasi in Norvegia per lavoro e pronta ad iniziare una nuova vita.
la sinossi di Just the Wind:
Notizie si diffondono rapidamente sull’omicidio di una famiglia rom in un villaggio ungherese. Gli autori sono scappati e nessuno pretende di sapere chi abbia commesso il reato. Per un’altra famiglia rom che vive nei pressi, l’omicidio serve solo a confermare le loro latenti paure represse. Lontano in Canada il capo della famiglia decide che sua moglie, i figli e il loro nonno devono riunirsi a lui il più in fretta possibile. Mentre vive nella paura del terrore razzista che li circonda e sentendosi abbandonata dalla maggioranza silenziosa, la famiglia cerca di superare il giorno dopo l’aggressione. Al calar della notte quando il buio scende sul villaggio la famiglia cerca di farsi coraggio. Eppure la loro speranza di sfuggire alla follia si rivela illusoria. Sulla base di una serie di uccisioni reali perpetrate in Ungheria, che costarono la vita ad otto persone in meno di un anno, Bence Fliegauf ritrae il ‘pogrom’ come atmosfera che genera violenza. La macchina da presa rimane sulla scia dei protagonisti, rendendo l’escalation degli eventi fisicamente palpabile.
La sinossi di Mercy:
Hammerfest è una cittadina norvegese sulle sponde dell’Oceano Artico situata alla punta più a nord-ovest del paese. Tra il 22 novembre e il 21 gennaio il sole non va mai oltre l’orizzonte. Questa piccola città sospesa in una gelida atmosfera surreale tra la notte e un permanente crepuscolo è ora la casa di una coppia di tedeschi e del loro figlio. Niels è un ingegnere che lavora in un impianto di liquefazione di gas naturale con base su una piccola isola di fronte ad Hammerfest. Maria, infermiera in un ospizio per malati terminali, ha deciso di raggiungere il marito per sostenerlo in questa importante svolta nella sua carriera. La coppia sembra essersi adattata bene a questo mondo cupo e talvolta surreale. Ma un giorno mentre torna a casa dal lavoro Maria è coinvolta in un incidente, lei sembra aver investito qualcosa o qualcuno. Impossibile far fronte alla situazione, lei va nel panico e si precipita a casa. Mentre gli eventi faranno il loro corso questo episodio solleverà alcune domande fondamentali: è possibile vivere una vita senza pietà o la capacità di perdonare? Un melodramma intimo, raccontato in immagini straordinariamente cinematografiche.