Oggi per i B-cult torniamo ad occuparci del regista David Cronenberg e di uno dei suoi film meno apprezzati dalla critica dell’epoca, parliamo del 1981, ma tappa indispensabile per intraprendere il percorso che porterà a capolavori come Videodrome e a tutta la tematica della mutazione che verrà esplorata nei successivi La mosca, Crash ed eXistenZ.
Stiamo parlando Scanners, film che miscela con efficacia horror, fantascienza e thriller raccontandoci di una multinazionale farmaceutica e di un farmaco sperimentale che somministrato a donne in stato di gravidanza crea una generazione di telepati dai devastanti poteri telecinetici, soprannominati Scanners.
Cronenberg teorizza di complotti, multinazionali, sperimentazioni e mutazioni genetiche, un repertorio già affrontato in parte nei precedenti Brood-La covata malefica e Il demone sotto la pelle, in quel caso con l’aggiunta dell’elemento ansiogeno del contagio e alcune tipicità del genere horror.
Scanners nonostante un vistoso taglio televisivo e uno script non sempre all’altezza, possiede gli elementi indispensabili a farne un cult, tra cui contenuti che precorrono i tempi e che ancora oggi a distanza di anni possiedono un mix di fascino ed inquietudine che travalica generi e mode.
Come in tutta la produzione horror di Cronenberg il make-up è parte integrante della narrazione e punta all’estremizzazione visiva e all’effetto disturbante. Per questa pellicola il regista si affida al make-up artist premio Oscar Dick Smith, nel curriculum cult come L’esorcista, Taxi Driver e Il padrino
Scanners fruirà di due sequel direct-to-video, Scanners 2: Il nuovo ordine (1991) e Scanners 3: The takeover (1992) entrambi diretti dal canadese Christian Duguay, che nel 1995 dirigerà un altro piccolo gioiello del genere, il fanta-horror tratto da Philip K. Dick Screamers-Urla dallo spazio.
Da rivalutare perchè: nonostante non sia invecchiato benissimo resta un cult a tutti gli effetti e un riuscito mix di diversi generi che Cronenberg miscela con una certa efficacia.