Arriverà nelle sale il prossimo 16 di gennaio “Anita B“, pellicola tratta da “Quanta stella c’è nel cielo“, romanzo di Bruck Edith, e diretta da Roberto Faenza.
Una pellicola forte, senza ombra di dubbio. “Anita B” si sofferma su ciò che successe dopo il periodo dell’Olocausto. Una macchia che ancora è presente nel cuore di gran parte dell’umanità. Uno di quei ricordi indelebili, negativi e difficili da cancellare.
“Anita B” prova, quantomeno, ad accelerare il lentissimo metabolismo da parte della memoria. Racconta del ritorno alla normalità, quantomai difficile per chi supera una tragedia.
Elemento, quest’ultimo, che distingue il film dalle altre pellicole sul tema che affollano la classica letteratura cinematografica. Il ritorno alla normalità, seppur impregnato di una ‘quiete’ apparente, è in realtà una ‘tempesta dopo la tempesta’.
Roberto Faenza porta dunque il romanzo di Bruck Edith sul grande schermo. In particolare si sofferma sulla storia di Anita, una ‘ragazza come tante’ almeno apparentemente.
Quello di Anita è un personaggio pesante. Ben costruito letteralmente e ben interpretato dall’attrice Eline Powell, che dice:
“Già dalle prime audizioni sapevo che sarebbe stato un viaggio importante, volevo interpretarlo a tutti i costi ed è stata un’esperienza emozionante. Ho fatto tante ricerche, ho visitato un campo di concentramento in Belgio e non scorderà mai tutto quello che ho visto. Il regista Roberto Faenza mi ha aiutato molto a mostrare il suo spirito di sopravvivenza e adattamento, e la sua voglia di ricostruirsi un mondo nonostante la brutalità che ha vissuto e che continua a vivere. Mi ha aiutato nel contempo a comprendere in che modo Anita riesca ad essere così genuina e a celebrare sempre la vita”.