Siamo all’inizio degli anni ’90 il fascinoso Jamie Randall (Jake Gyllenhaal) lavora come commesso presso un negozio di elttronica e grazie ad una dote innata per la vendita e un certo carisma misto a faccia tosta è il miglior venditore del negozio, almeno sino a che non viene beccato con la fidanzata del direttore e finisce buttato fuori a pedate.
Jamie però non si arrende e sa che il suo fascino che sino ad ora ne ha fatto infallibile playboy e letale macchina da vendita lo porterà lontano e così si cimenta con l’industria farmaceutica diventando un rappresentante di medicinali e scoprendo da subito la concorrenza spietata dell’ambiente e di contro applicando in men che non si dica la sua capacità fascinatoria su segretarie, infermiere e tutto l’apparato organizzativo in gonnella chesi cela dietro ad ogni ambulatorio medico.
Mentre Jamie è impegnato a piazzare i suoi prodotti fa la conoscenza dell’affascinante Maggie Murdock (Anne Hathaway) di cui si invaghisce e che scopre essere affetta da Parkinson al primo stadio, situazione questa che la costringe ad assumere una corposa dose di medicinali per combattere l’insorgere dei tremori, ma questo non sembra scoraggiare Jamie che per la prima volta vede incrinato il suo lato cinico e manipolatorio dell’universo femminile per scalfire quella che ha tutti gli effetti si dimostrerà un’anaffettività solo costruita e palesata come forma di difesa, lasciando che i sentimenti finalmente prendano il sopravvento.
Nel frattempo il famigerato, miracoloso e presto ricercatissimo Viagra fa la sua comparsa sul mercato americano ed è proprio l’azienda di Jamie a commercializzarlo, inutile dire che è un vero e proprio boom di vendite e Jamie si vede così spianata la strada per un avanzamento di carriera, mentre la relazione con Maggie prosegue tra alti e bassi e la paura di lei che la malattia rovini la vita ad entrambi.
Il regista Edward Zwick (L’ultimo samurai) si rivela dotato di due caratteristiche che possono fare la fortuna di film dai contenuti diciamo oltremodo stereotipati, in questo caso il romance, una è la capacità di parlare il linguaggio del grande pubblico e la seconda è una sorta di dote innata nel miscelare con estrema dovizia diversi generi riuscendo a mantenere un equilibrio invidiabile che nel caso di Amore & altri rimedi raggiunge quasi la perfezione tanto è l’altalenarsi di emozioni messe sul piatto da Zwick tra comedy, incursioni romance, sesso e dramma, insomma un bel pacchetto emotivo non semplice da gestire che in questo caso nonostante l’apparente caos che ne potrebbe derivare raggiunge invece un suo perfetto e gradevole equilibrio.
Perfetta la chimica tra i due protagonisti, talmente in sintonia, intensi e spigliati da togliere ogni volgarità alle numerose scene di sesso che costellano la pellicola e che per una volta sono davvero funzionali al racconto e non solo mero strumento di provocazione. Nel film si ride, ci si commuove e si parla in modo schietto e a tratti brutale di una devastante malattia degenerativa senza cadere in facili moralismi, Zwick si permette anche un finale alla Jerry Maguire che non stona praticamente con nulla, insomma è un gran piacere vedere un romance che esplora l’universo amoroso da entrambe le prospettive e oltretutto riuscendo appieno nell’impresa.
Note di produzione: nel cast anche la veterana da comedy-romantica Judy Greer già vista in 27 volte in bianco e Ptima o poi mi sposo e nel film compare per l’ultima volta l’attrice Jill Clayburgh due volte nominata al premio Oscar scomparsa il 5 novembre 2010, la pellicola è basata sul libro dello scrittore e blogger Jamie Reidy Hard Sell: The Evolution of a Viagra Salesman.