La saga di Amityville è forse uno delle maggiori rappresentanti del filone delle case infestate, se non per la qualità, che nel corso di ben sette sequel e un remake ha avuto artisticamente fortune alterne, perlomeno per il franchise che ha fatto del nome e dell’edificio vere icone del cinem horror.
Le origini della saga risalgono al 1979, lo script del film capostipite, Amityville Horror, è tratto da un romanzo dello scrittore Jay Anson Orrore ad Amityville, romanzo ispirato a sua volta da una storia vera, una famiglia si trasferisce in una casa che è stata teatro di un’efferata strage e il male che ancora vi alberga chiede nuovi sacrifici umani.
Il primo film è decsiante il migliore del filone, recitazione solida e poco spazio agli effettacci, il sinistro edificio fa il resto. Nel 1982 il nostro Damiano Damiani recluta Burt Young, il Paulie di Rocky, e il sosia americano di Massimo Ranieri e sforna un’ottimo sequel a sfondo demoniaco, Amityville Possession, ottimo film dotato di un’inquietante atmosfera malsana che permea l’intera pellicola.
Il terzo capitolo è una scialba e inutile versione 3D, mentre il quarto e quinto capitolo sono mediocri prodotti televisivi, il primo Amityville Horror-La fuga del diavolo (1989) è un tv-movie mentre il secondo Amityville-il ritorno (1990) finirà direct-to-video.
La saga prosegue la sua strada attraverso la distribuzione home-video, usciranno nell’ordine Amityville 1992, Amityville: a new generation (1993) e Amityville Dollhouse (1996). naturalmente parliamo di prodotti concepiti per l’home video e per questo di qualità inferiore alla media, ma non completamente disprezzabili.
La saga ha un capitolo conclusivo che si riallaccia all’originale, infatti nel 2005 Michael Bay produce Amityville Horror, un dignitoso remake, con un cast azzeccato e una fotografia all’avanguardia, a testimoniare che Amityville a distanza di un trentennio mantiene ancora intatto il suo fascino.