La settantesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, per volere del direttore Alberto Barbera, si apre con uno dei film più attesi degli ultimi anni per quanto riguarda le tematiche allo spazio: Gravity. Il film contempla una narrazione forte e intensa.
“Gravity” è infatti un dramma intimista sullo sfondo silenzioso dell’immensità di uno spazio che non fa rumore e che si dimostra indifferente ai problemi degli astronauti: i due, che si incontrano in due momenti diversissimi delle loro carriere, sono George Clooney e Sandra Bullock. La coppia è alle prese con la distruzione di un satellite russo. L’evento è tale da scatenare una tempesta pronta a coinvolgere e mettere a rischio tutte le missioni attive intorno all’orbita della Terra.
L’equipaggio dello Shuttle, o ciò che ne rimane, dunque dovrà combattere per salvarsi la vita in un crescendo spettacolare dove il 3D viene usato con maestria dal regista Alfonso Cuaròn per tenere gli spettatori sul bordo della poltrona fino alla fine.
Una storia travolgente in cui il cinema d’autore vuole shockare il pubblico con una serie di sorprese emozionanti che portano lo spettatore a riflettere davanti a quanto sta succedendo.
Ecco, dunque, che “Gravity” si presenta come un viaggio emozionante interpretato da due grandissimi attori come George Clooney e Sandra Bullock in una cornice insolita e ostile quale è quella dello spazio dove la forza di gravità è tutto. Qui la vita assume forme diverse.
A Venezia, Barbera su tutti, non hanno dubbi. Quello di Cuaròn è un film sorprendente in cui il cinema rivendica a pieno titolo la sua forza narrativa e la sua capacità di spettacolarizzare l’ambiente in un crescendo di emozioni molto personali che vincolano il pubblico e lo obbligano a riflettere grazie ad una storia di fantascienza fondata sulla realtà possibile. In gioco c’è la forza degli esseri umani anche nelle condizioni più avverse.
Non è un caso che qualcuno azzardi: quella con “Gravity” potrebbe passare alla storia come l’apertura più bella e importante dal punto di vista cinematografico per la Venezia del Ventunesimo secolo, in grado di associare il grande cinema d’autore a una forma di entertainment molto moderna.
D’altronde, non si potevano non fare le cose in grande per la settantesima edizione di questo glorioso Festival!