E’ di poche ore fa la notizia che il pluripremiato regista iraniano Jafar Panahi, recentemente al centro dell’attenzione internazionale per alcuni abusi subiti dal suo governo, è stato condannato a sei anni di prigione a cui si aggiunge il divieto di lasciare il paese e di scrivere sceneggiature e girare film per venti anni.
La sentenza arriva dopo varie vicissitudini legali che avevano visto il regista imprigionato per oltre ottanta giorni e liberato solo dietro una cauzione di duecentomila dollari, sdegno e proteste da tutto il mondo del cinema che ha visto mobilitarsi tra gli altri i registi Steven Spielberg e Martin Scorsese e commuoversi di fronte alla platea di giornalisti del Festival di Cannes l’attrice Juliette Binoche.
Panahi vista la sentenza d’accusa che recita: “per aver agito e aver fatto propaganda contro il sistema” è di fatto considerato un pericolo per il regime iraniano visto il suo impegno politico in patria e la risonanza avuta a livello internazionale grazie alle sue opere.
Panahi era stato recentemente invitato ufficialmente alla Berlinale come membro della giuria internazionale e lo scorso settembre il suo corto The Accordion è stato presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia.
Io stesso non so perchè c’è questo accanimento del governo iraniano nei miei confronti. Forse perchè sono un regista che fa film per la gente, per la società e le autorità non amano questo. (fonte Ansa)