Nell’ultimo weekend di gennaio usciranno al cinema sei nuove pellicole che cercheranno di contrastare lo strapotere di Benvenuti al nord: gli amanti di film italiani punteranno sul chiacchieratissimo ACAB All Cops Are Bastards; chi cerca film da Oscar può scegliere tra L’arte di vincere e The Iron Lady; chi vuole un po’ di azione non può lasciarsi sfuggire Mission Impossible: Protocollo fantasma; chi vuole cinema d’autore può guardare Il sentiero; chi preferisce i documentari può andare sul sicuro con Bobby Fischer Against the World.
ACAB – All Cops Are Bastards (drammatico, di Stefano Sollima, con Pierfrancesco Favino, Filippo Nigro, Andrea Sartoretti, Marco Giallini, Roberta Spagnuolo, Domenico Diele): Cobra, Negro e Mazinga sono tre “celerini bastardi”. “Celerini”, così si sentono, più che poliziotti. Sulla loro pelle hanno imparato ad essere bersaglio perché vivono immersi nella violenza. In una violenza che diventa lo specchio deformante di una società esasperata, di un mondo governato dall’odio che ha perso le regole e che loro vogliono far rispettare anche con l’uso spregiudicato della forza.Nel momento forse più delicato delle loro esistenze, quando la vita privata arriva alla resa dei conti, incontrano “il futuro” in una giovane recluta, Adriano, appena aggregata al loro reparto. LA RECENSIONE IN ANTEPRIMA
L’Arte di Vincere (Drammatico sportivo, diretto da Bennett Miller, con Brad Pitt, Jonah Hill, Philip Seymour Hoffman, Robin Wright, Chris Pratt): la storia del GM degli Oakland Athletics Billy Beane capace di portare alla vittoria una squadra scegliendo i giocatori attraverso statistiche computerizzate. LA RECENSIONE IN ANTEPRIMA.
Bobby Fischer Against the World (Documentario, di Liz Garbus): La vita del campione di scacchi americano Bobby Fischer.
The Iron lady (drammatico, diretto da Phyllida Lloyd, interpretato da Meryl Streep, Jim Broadbent, Anthony Head, Richard E. Grant, Roger Allam, Olivia Colman, Nick Dunning, Julian Wadham): Margaret Thatcher, ex Primo Ministro britannico, ormai ottantenne, fa colazione nella sua casa in Chester Square, a Londra. Malgrado suo marito Denis sia morto da diversi anni, la decisione di sgombrare finalmente il suo guardaroba risveglia in lei un’enorme ondata di ricordi. Al punto che, proprio mentre si accinge a dare inizio alla sua giornata, Denis le appare, vero come quando era in vita: leale, amorevole e dispettoso. Lo staff di Margaret manifesta preoccupazione a sua figlia, Carol Thatcher, per l’apparente confusione tra passato e presente dell’anziana donna. Preoccupazione che non fa che aumentare quando, durante la cena che ha organizzato quella sera, Margaret intrattiene i suoi ospiti incantandoli come sempre, ma a un bel momento si distrae rievocando la cena durante la quale conobbe Denis sessant’anni prima. Alla fine della serata, Margaret si ritira nella sua stanza, ma non riesce a prendere sonno. Si alza dal letto e si mette a guardare alcuni vecchi filmini di famiglia, riflettendo sui sacrifici che ha dovuto compiere nella vita privata per perseguire la carriera politica. Il giorno dopo, Carol convince sua madre a farsi vedere da un dottore. Margaret sostiene di stare benissimo e non rivela al medico che i vividi ricordi dei momenti salienti della sua vita stanno invadendo le sue giornate nelle ore di veglia. Di ritorno a Chester Square, Margaret lotta contro l’incessante rievocazione del passato. Impacchetta gli effetti personali di Denis e ribadisce la sua autonomia: certo, i ricordi l’accompagneranno sempre, ma ha anche la sua vita nel presente, meno ricca rispetto a prima, ma non meno degna di essere vissuta. LA RECENSIONE IN ANTEPRIMA
Mission: Impossible – Protocollo Fantasma (azione di Brad Bird, con Tom Cruise, Jeremy Renner, Simon Pegg, Paula Patton, Léa Seydoux, Josh Holloway, Ving Rhames, Tom Wilkinson, Michael Nyqvist, Anil Kapoor): quando l’IMF viene accusato di aver organizzato un complotto terroristico globale, il governo degli Stati Uniti attiva il “Protocollo Fantasma” e Ethan Hunt e la sua squadra dovranno agire di nascosto per difendere il nome del’organizzazione. LA RECENSIONE IN ANTEPRIMA
Il sentiero (drammatico, di Jasmila Zbanic, con Zrinka Cvitesic, Leon Lucev, Ermin Bravo, Mirjana Karanovic, Marija Kohn, Nina Violic, Sebastian Cavazza, Jasna Beri, Izudin Bajrovic): ON THE PATH (in inglese) è la traduzione letterale del titolo originale “NA PUTU”, che in bosniaco vuol dire “essere in cammino verso una meta”. Come in inglese, ha anche un significato spirituale. Si usa quest’espressione per descrivere la ricerca di se stessi o una persona che si appresta a fare delle scelte, oppure che cerca di raggiungere uno scopo. Come coppia, Amar e Luna sono sullo stesso cammino d’amore e di vita in comune. A un certo punto però le loro strade divergono e i due si trovano a dover prendere delle decisioni in quanto coppia e in quanto individui. Noi usiamo l’espressione “NA PUTU” anche per parlare di una donna incinta, nel senso che il bambino è in cammino verso la nascita. LA RECENSIONE IN ANTEPRIMA