Sarà un week-end molto speciale nei cinema d’Italia. Uno di quelli in cui “arrivano i nostri” e sono carichi più che mai.
Potremmo ribattezzarlo il week-end degli eroi. Eroi come il pilota di volo che salva molte vite in “Flight”, il nuovo capolavoro del redivivo Robert Zemeckis. Eroi come Abramo Lincoln, Presidente degli Usa raccontato da Steven Spielberg sul grande schermo.
Eroi come l’uomo che salva gli ebrei dalla persecuzione dei nazisti in Polonia, nel film “In Darkness”.
Eroi, dicevamo. Eroi veri.
E’ dunque un week-end di emozioni allo stato puro, come quelle regalate da “Quartet”, primo film di Dustin Hoffman dietro la macchina da presa. Protagonisti sono quattro cantanti d’opera in pensione, che decidono di riunirsi malgrado le complicazioni e i problemi tra di loro.
I registi
Che dire? Non capita tutti i giorni che due pellicole, una diretta da Robert Zemeckis e una diretta da Steven Spielberg, arrivano nelle sale italiane.
Per di più, il signor Zemeckis è accompagnato (in volo) da un certo Denzel Washington (candidato all’Oscar), il quale avrà da sbrigare una missione di natura umana difficile da portare a termine: salvare vite umane prima e salvare la sua vita poi.
Spielberg per Abraham Lincoln ha scelto niente di meno che Daniel Day Lewis (anch’egli in nomination per l’Oscar)
Tra i due colossi c’è un esordiente di lusso. Dustin Hoffman ha dato tutto come attore. Ora ha scelto di farsi vedere anche come regista, rilegendo una piece teatrale in chiave cinematografica. Come se la caverà?
La storia
Se Lincoln è un quadro perfettamente riuscito degli ultimi 4 mesi di vita del Presidente che abolì la schiavitù, “In Darkness” è una fotografia delle sofferenze procurate dal nazismo. Esce tardi nei cinema italiani, a distanza di un anno dalla sua candidatura all’Oscar come miglior film straniero. Guardandolo però, sorge spontaneo usare la seconda frase fatta in poche righe: “Meglio tardi che mai”. Peraltro, forse, è proprio questo il senso sotteso dell’intera pellicola.
Un idiota in un harem
C’è gloria anche per la produzione italiane. Francesco Mandelli, più noto come Ruggero De Ceglie de “I soliti idioti”, dopo aver sbancato il box office con il secondo episodio della saga uscito un mese fa, si è messo al servizio di Fausto Brizzi per “Pazze di me”. Perché ha accettato? I motivi sono tanti, ma di certo quello di lavorare con sette splendide donne è uno di quelli in cima alla lista.