Il nome di Jerry Bruckheimer è uno di quelli che circolano da sempre negli ambienti cinematografici di Hollywood e del mondo intero. Non è un caso che l’American Cinematheque Award, uno dei più prestigiosi premi statunitensi riservati a coloro che hanno contribuito in maniera significativa all’arte cinematografica, quest’anno sia andato a lui.
Il premio è stato istituito nel 1986 e il primo a vincerlo fu Eddie Murphy, per via dell’enorme successo di “Beverly Hills Cop”. A lui succedettero Michael Douglas, Sean Connery, Al Pacino fino a Ben Stiller, vincitore del premio lo scorso anno. Quest’anno, per la prima volta, l’American Cinematheque Award è stato assegnato a un produttore, ruolo fondamentale ma spesso confinato al rango di personaggio oscuro dietro le quinte.
Tra i produttori, nessuno più di Jerry Bruckheimer poteva meritare il riconoscimento.
Nato nel ‘43 in Michigan da una famiglia tedesca di origine ebrea, Jerry ha mosso i primi passi nel cinema negli anni ‘70 e dopo l’incontro con il coetaneo Don Simpson la sua carriera ha preso il volo. Oltre al già citato “Beverly Hills Cop”, Bruckheimer ha prodotto pellicole che hanno solcato in maniera indelebile la storia del cinema: “Top Gun”, “Armageddon”, “Black Hawk Down”, la serie di “Pirati dei Caraibi” fino all’ultimo “The Lone Ranger”.
Ben diciannove dei suoi film hanno incassato almeno 100 milioni di dollari sul mercato nazionale e Jerry può a buon diritto essere considerato con l’appellativo di “Mr Blockbuster”: nel suo palmares anche nove premi Emmy, vinti a serie tv del calibro di CSI e quattro Producers’ Guild of America. Dopo il successo di The Lone Ranger, Jerry Bruckheimer non ha certo intenzione di ritirarsi, malgrado non sia più un rampante giovane. Eppure, i suoi programmi espansionistici vanno avanti e per il 2015 è prevista l’uscita di “Beware the Night”, un action-crime diretto da Scott Derrickson e con Eric Bana come protagonista.
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