Gli Aristogatti (The Aristocats) è un film ormai storico risalente al 1970. Guardarlo oggi lascia in bocca il sapore del gioiellino, vista l’estrema cura dei disegni e la suggestione dell’ambientazione in cui si svolge la storia dei nostri amici a quattro zampe.
Il canone ufficiale lo considera il ventesimo classico Disney, ed è il quattordicesimo lungometraggio della Walt Disney Productions prodotto successivamente la morte di Walt Disney. La storia è ambientata nel 1910 a Parigi.
In primo piano abbiamo la gatta Duchessa e i suoi cuccioli: Matisse, Bizet e Minou, l’unica femmina della cucciolata. Come si induce dal titolo, la piccola vive insieme ai suoi figli in una casa aristocratica, di proprietà di un ‘anziana signora.
Sono gatti abituati a uno stile di vita estremamente agiato e a un clima steretipicamente aristocartico; l’anziana Madame decide di fare testamento a causa dell’età, e sceglie di lasciare tutti i suoi averi ai suoi gatti. Al momento della dipartita dei gatti, i beni finiranno invece nelle mani del maggiordomo Edgar.
Potete immaginare lo sconforto di quest’ultimo, che prende una decisione abbastanza netta: fare fuori i gatti, e rimanere l’unico erede. I gatti vengono quindi narcotizzati assieme al loro piccolo amico, il topolino Groviera, e nella notte parte col sidecar per portarli lontano.
Napoleone e Lafayette, due cani specializzati in “imboscate”, assaltano però il sidecar, e la culla contenente Duchessa e i gattini viene sbalzata via e finisce sotto ad un ponte, in mezzo ai prati, ed il perfido Edgar se la dà a gambe.
Madame si accorge della sparizione dei mici, li cerca invano e si rende conto che non ci sono più. Meno male che Duchessa incontra Romeo, un gatto affascinante ed intraprendente che viene attratto dalla bellezza della gatta.
Sarà proprio grazie a lui e agli altri strampalati personaggi che Duchessa e gli altri troveranno di nuovo la felicità. Niente da dire: un classicone di questo tipo è sempre piacevole da vedere, e il nostalgico sentore natalizio favorisce la rivisitazione di questi momenti di gloria della storia dell’animazione, e in particolare della Disney di altri tempi.
Non ultima, l’ulteriore conferma che quel tipo d’animazione è tutt’altro che obsoleta; provate a guardarlo e proverete la sensazione che si prova quando si ascolta un vinile di cui siamo abiuati ad ascoltare la versione in cd.