Vent’anni all’insegna dell’integrazione e delll’eplorazione di cinematografie troppo lontane dalle nostre sale e dall’attenzione dei distributori italiani, per avere almeno una chance di raccontare tradizione, cultura e pensiero di popolazioni come quella africana piuttosto che asiatica e sudamericana, che hanno sicuramente molto da dare e raccontare.
E’ questo che fa da ormai un ventennio la rassegna milanese Festival Cinema Africano, Asia e America Latina che nasce nel 1991 legata indissolubilmente alla cinematografia africana, il suo programma che accompagna lo spettatore oltre i confini del cinema commerciale ben presto sente il bisogno di allargare i propri orizzonti aprendo la rassegna anche ad altre nazioni aggiungendo Asia e America Latina, e naturalmente altre sezioni.
Così ci troviamo all’odierna ricchissima edizione, pregna di significati che vanno oltre lo schermo cinematografico e il buio di una sala, uno sguardo aperto e senza preconcetti verso culture e tradizioni altre, con una manifestazione che ad oggi vanta oltre 50 nazioni rappresentate, e circa 80 pellicole, tra film e video, selezionate per ogni edizione.
L’edizione di quest’anno, che si svolgerà dal 15 al 21 marzo, prevede le ormai consuete due sezioni competitive, una più ampia, Finestre sul mondo, che oltre al cinema africano comprende appunto produzioni asiatiche e sudamericane, e la seconda sezione che si concentra sulle produzioni africane suddivise in lungometraggi e cortometraggi.
Le sezioni collaterali quest’anno vedranno registi italiani e più in generale occidentali raccontare i tre continenti nelle sezioni FUORICONCORSO ed EXTR’A, la sezione tematica Africa nel pallone che approfitta dell’evento sudafricano dei Mondiali 2010 per raccontarci il fenomeno calscistico africano, e le due sezioni speciali dedicate al gemellaggio con l’International Film Festival Rotterdam e al ventennale della rassegna.
La rassegna aprirà i battenti oggi con la proiezione inaugurale del film Precious di Lee daniels candidato agli Oscar 2010 come miglior film, e trionfatore al Sundance 2009.