Assassins, recensione

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Roberth Rath (Sylvester Stallone) è un esperto sicario prezzolato ormai da troppi anni sulla piazza, si avvicina il momento di meditare su un ritiro in sordina in qualche assolata località esotica per godersi risparmi e vecchiaia. Così mentre Rath pianifica il suo ritiro ecco arrivare un nuovo incarico, eliminare un uomo d’affari bloccato su una sedia a rotelle, location della missione un cimitero.

Purtroppo per Rath quando sta per portare a termine la sua missione e freddare l’obiettivo, qualcuno lo precede, trattasi di  altro un killer, il giovane e ambizioso  Miguel Bain (Antonio Banderas) che sembra voler rimpiazzare Rath prima del tempo, facendosi notare con plateali invasioni di campo, con la ferma intenzione di scalzare il suo idolo, diventando di fatto il numero uno sulla piazza.

Rath incontra il suo rivale/ammiratore e si accorge ben presto che ha di fronte una copia esatta di se stesso agli inizi della carriera, solo che Bain ha una dose di follia in più e una totale mancanza di scrupoli, due elementi che lo rendono un vera e propria mina vagante.

l’arrivo di Bain darà un’ulteriore spinta a Rath per un pensionamento anticipato ed un ultimo incarico, recuperare un floppy disk con informazioni riservate che un sedicente hacker intende vendere al miglior offerente. Rath troverà l’hacker e scoprendo che è una donna deciderà di rispiarmarla, mentre Bain ingaggiato per il medesimo lavoro mancherà il bersaglio seminando la sua solita scia di cadaveri.

Cosi Rath e la bella hacker Electra (Julianne Moore)  decideranno di entrare in società, vendendo le informazioni del prezioso dischetto per poi ritirarsi, ma piazzare il dischetto e sopravvivere a Bain non sarà impresa semplice.

l’eta avanza e per Sly arrivano le parti da mentore e veterano, o come in questo caso stanco killer prezzolato a fine carriera, dall’altra parte un energico, anche troppo, Antonio Banderas che dopo l’ottma performance da Mariachi nel remake/sequel Desperado di Robert Rodriguez torna a vestire i panni del killer.

Stallone sembra trovarsi a suo agio, il ruolo non richiede chissà quale sforzi, insomma un ruolo costruito ad hoc per lui e che l’attore mette in scena ripescando il dolente bombarolo de Lo specialista, mentre Banderas eccede a volte in entusiasmo spingendo su una recitazione a tratti quasi isterica, ma la flemma di Stallone alla fine riesce a compensare l’istrionismo latino del bel collega.

Lo script decisamente scontato e che punta a miscelare thriller ed action, nelle sapienti mani del veterano Richard Donner, sua la quadrilogia di Arma Letale, acquista in vigore grazie soprattutto a qualche scena spettacolare inseriata d hoc nei momenti di stanca, che bisogna ammetterlo non sono pochi vista l’eccessiva durata del film che in più di un’occasione comporta vistosi cali di ritmo.

Nonostante ciò Assassins intrattiene a dovere, sfoggiando un terzetto di protagonisti che alla fine portano a casa un risultato dignitoso, grazie anche alla oculata messinscena, e ad un finale dalla suggestiva location.