Mike Leigh è il regista del quotidiano, come il collega Ken Loach testimonia lo svelarsi di una normalità che ci circonda, i personaggi dei suoi film sono gente comune, operai, casalinghe, impiegati, che ogni mattina al suono della sveglia affrontano i piccoli grandi problemi di tutti i giorni,le scadenze, i figli, la disoccupazione, la vita matrimoniale. Leigh non trasforma i suoi personaggi in eroi per caso o testimonia la loro metamorfosi in qualcosa di meglio, ne osserva i gesti, i pregi ed i difetti dell’essere umano calato in situazioni e ambienti dall’imbarazzante banalità, nessun sogno americano, ma solo ed esclusivamente british life.
Mike Leigh nasce a Manchester il 20 Febbraio 1943, la sua infanzia è influenzata notevolmente dal nonno fotografo, trasferitosi a Londra frequenta la London film school che grazie ad una vasta gamma di materie che comprendono pittura, recitazione, disegno e scenografia da al giovane Mike una formazione completa che gli permetterà un approfondito approccio al mestiere di regista.
Un sobborgo londinese e la sua varia umanità rappresenta il suo esordio registico con il film Bleak moments (1971), poi nonostante gli apprezzamenti e i premi ricevuti Leigh si dedica completamente alla tv dove fa una lunghissima gavetta fatta di serie tv e cortometraggi che terminerà nel 1988, anno che segna il suo ritorno sul grande schermo con Belle speranze, un ritratto di coppie borghesi nell’Inghilterra tatcheriana, seguirà il film che più ha fatto paragonare il regista al collega Ken Loach, Dolce e’ la vita (1991), che rivela una bizzaria narrativa che lo distingue molto da Loach, pur se entrambi prediligono la normalita’ come mezzo espressivo.
Seguono il bellissimo, contraddittorio ed anarchico Naked (1993) miglior regia a Cannes e Segreti e bugie (1996) parabola madre-figlia dal sapore agrodolce. L’anno dopo dirige quella che è considerata l’opera meno riuscita, si narra di donne e amicizia il film è Ragazze (1997).
Topsy-Turvy (1999) porta il talento di Leigh in America, abbandonato l’aspro realismo sociale delle precedenti pellicole il regista si cimenta con il film in costume, segue il film Tutto o niente (2002), storia di degrado, povertà e amori sbagliati nella periferia londinese.
Ancora temi scomodi per Il segreto di Vera Drake (2004),il difficile tema dell’aborto affrontato con una forza narrativa stupefacente, Leone d’oro a Venezia. Infine il cambio di rotta, nella sua ultima pellicola la leggerezza della commedia prende il posto della denuncia sociale, e con La felicità porta fortuna- Happy go lucky (2008), il regista ci regala una divertente e particolare visione del mondo.