Oggi andiamo a rovistare in soffitta, come si faceva una volta in cerca di qualche nostalgico giocattolo dimenticato in qualche baule, o tra le fotografie un pò sbiadite, cercheremo di puntare più sulle suggestioni che sui ricordi, perchè solo in questo modo si potrà apprezzare pienamente uno dei film splatter più provocatori degli anni ’80, Horror in Bowery Street di Jim Muro.
J. Michael Muro, esperto operatore steadycam all’epoca studente di cinema, siamo nel 1987, amplia un suo cortometraggio e sforna una splatter-comedy demenziale senza un apparente senso, ma dall’incredibile impatto visivo che rappresenterà forse il canto del cigno della parte più anarcoide di un genere, che negli anni successivi verrà addomesticato e perderà molta della sua forza espressiva.
Raccontando di un liquore, il famigerato Viper, che scioglie letteralmente in pozze di liquame chi ne fa uso, Muro tralascia comapletamente il plot per lanciarsi in una serie di coreografiche e coloratissime liquefazioni, che assumono l’aspetto di un mostruoso e lisergico meltin-pot di carne e sangue, il materializzarsi di un terrificante dopo-sbronza da incubo, che una volta superato il confine della narrazione mostra la parte più artistoide del filone, che già Sam Raimi aveva sondato con le possessioni/mutilazioni selvagge del suo Evil dead.
Da rivalutare perchè: per riscoprire una cinema di genere genuino e lontano da qualsiasi legaccio produttivo, naturalmente riservato ad irriducibili cultori.