Il regista Domiziano Cristopharo è quello che si può definire un artista a tutto tondo, e come tale ha una visione molto personale del fare cinema, ama i classici, ma predilige l’esplorazione miscelando l’estremismo visivo dello splatter al bisogno forte di distinguersi dalla massa, rischiando sulla propria pelle un certo ostracismo produttivo.
House of Flesh Mannequins è un esempio pratico del suo pensiero altro e della sua visione artistica dell’orrore del quotidiano, un film sicuramente non per tutti, ma originale quanto basta per incuriosire l’appassionato e lo spettatore che cerca qualcosa di veramente alternativo. Di seguito l’intervista con il regista che ci racconta del suo lavoro e delle sue passioni.
IC: Come hai cominciato ad interessarti di cinema e dove hai fatto la canonica gavetta?
DC: Ho avuto la passione del cinema fin da piccolo… infatti conservo ancora filmini fatti in super8 di quando avevo 10 e 12 anni; a 16 anni Umberto Lenzi mi invitò a seguire il set di un suo film… iniziai così tra cinema, teatro e figurazioni in TV a seguire più da vicino il mondo in cui volevo entrare…
IC: Quali sono i registi che più ti hanno influenzato?
DC: Amo Polanski, Fellini, Jodorovsky, De Palma e Bob Fosse…
IC: Quasi tutti i cinefili o presunti tali, hanno nel tempo subito un evoluzione nei propri gusti, quali sono i film che piu amavi da bambino?
DC: Son quelli che amo tutt’ora: Cabaret, Rocky Horror Picture Show, Carrie, E la nave va, Giulietta degli spiriti, L’inquilino del terzo piano…
IC: Veniamo ai tuoi progetti, con House of Flesh Mannequins, girato interamente in America, hai alzato un bel polverone, scene estreme, violenza e sesso esplicito, insomma tutto l’armamentario necessario a mandare in fibrillazione la censura italiana, intanto ricevi premi e riconoscimenti a livello nazionale e internazionale, come spieghi questa contraddizione?
DC: Non me la spiego. Anzi spero che qualcuno lo spieghi a me invece di tacciarmi di pornografia sulla base di un film ancora non distribuito…
IC: Cosa vuole raccontare allo spettatore House of Flesh Mannequins?
DC: Vuole semplicemente porre in confronto la violenza e volgarità quotidiana con cui ci bombarda la TV, con un film che “filma” vero sesso e violenza. Alla fine il mio film bisogna SCEGLIERE di VEDERLO e quel che metto in scena è appunto una messinscena del reale. La TV vuoi o non vuoi sappiamo tutti come funziona per fare audience e ce lo dimostra il recente terremoto…
IC: Molti si sono stupiti nel veder recitare una pornostar nel tuo film, l’attrice Roberta Gemma, invece noi vogliamo chiederti come ti sei trovato a lavorare con l’attore Giovanni Lombardo Radice, che ha un curriculum a dir poco impressionante.
DC: Mi son trovato bene con tutti. Da Radice a Roberta Gemma. Li ho scelti tutti (gli attori) per la loro bontà d’animo, simpatia e professionalità. Sul set ogni giorno era come una festa, nonostante i momenti duri non son mancati. Radice è un grande attore, secondo solo alla sua grandezza di UOMO dal nobile spirito. E’ stato un onore averlo nel mio film…
IC: Parlaci un pò del progetto La casa dal giardino di pietra.
DC: La casa dal giardino di pietra è un progetto in fìeri, che mi vedrà autore di uno degli episodi assieme a registi come Federico Greco e Luciano Melchionna. Il mio episodio, Madame, vedrà protagonista Maria Rosaria Omaggio in un ruolo molto insolito… E’ un progetto indipendente ma che richiede un certo investimento e purtroppo i nostri cari produttori son pronti a sborsare cifre astronomiche se si parla di amore e studenti a fine scuola, mentre per il resto… i rubinetti son chiusi!
IC: Tornando a House of Flesh Mannequins, lo consideri un film di genere o invece qualcosa che va oltre la mera classificazione?
DC: La prestigiosa rivista francese Ecran Fantastique lo definisce una nota di speranza, una rinascita del genere… qui in patria invece mi han tacciato di aver voluto fare un film porno con pretese intellettuali… e questo solo perchè avendo avuto pochi soldi ho dovuto metter più idee! Niente Intellettualismo quindi, è un film di GENERE! Quale di preciso non lo so però… è uno di quei film stile anni ’70 che non sai bene dove volevano andare a parare, ma ti facevano divertire e magari pure pensare un pò!
IC: Hai girato un film palesemente di nicchia, pensi che il cinema generalista, quello che porta il grande pubblico nelle sale, non abbia artisticamente più nulla da offrire?
DC: Non mi curo di cosa gli altri offrono… io mi curo di fare quel che diverte me e quello in cui credo… penso che se ti accingi a fare un film pensando se sarà gradito dal pubblico… hai già fallito in partenza!
IC: Se ti chiedessero di girare un remake di una pellicola cult italiana e per girarla ti dessero delle limitazioni espressive e una serie di input palesemente commerciali, coglieresti comunque l’occasione?
DC: Credo che hai fatto un esempio molto vicino alla realtà. Se trovassi un accordo che soddisfa entrambi perchè no?
Sarà per questo però che mi tocca cercare soldi all’estero? Se dovessi fare un remake qui però sappi che avevo già preparato Cannibal Ferox 2000 con Giovanni Lombardo Radice… era un cannibal-movie tratto da un romanzo inedito di Gualtiero Serafini… molto diverso dal solito. Ma anche qui i geni delle nostre produzioni non se la son sentita di investire in un progetto che già dal titolo avrebbe risonanza internazionale! In risposta pensa mi è stato detto… ma proprio non vorresti fare una COMMEDIA ALL’ITALIANA?
IC: Gabriele Albanesi, Alex Visani, Stefano Bessoni e Luigi Cecinelli, conosci il lavoro di questi registi e se si cosa ne pensi?
DC: Si conosco i loro lavori e colgo l’occasione per salutare Alex! E van sostenuti… ci dovremmo tutti sostenere perchè non è nell’individualismo che ci sarà la forza di cambiare, ma nell’unione. Per questo La casa dal giardino… è nato come un progetto corale. Di alcuni dei registi che hai citato, devo purtroppo criticare la mancanza di idee compensata dall’uso di effettacci mal fatti. Penso che per dare voce a un cinema Italiano morente ci voglia uno sforzo qualitativo in più. O sennò a volte è meglio tacere.
IC: Ho letto che oltre che regista, attore e performer, sei anche un tatuatore, sempre in riferimento al connubio arte e cinema, che cosa pensi di artisti come H.R. Giger che attraverso la loro arte hanno partorito incubi da grande schermo rimasti nella storia del cinema?
DC: Beh molti artisti si son espressi ANCHE col cinema… basta pensare a Renoir o Greenaway! Però, proprio perchè mi nomini Giger, inviterei critici e pubblico a rivedere un misconosciuto film del rande Mario Bava Terrore nello spazio… questo film del ’68 è quello da cui è stato direttamente ripreso Alien.
Tutti osannano Alien, ma nessuno si è mai curato di dire che i creatori di Alien han fatto man bassa nel film di BAVA. Comprese le ispirazioni bio-organiche di Giger… e basti pensare che l’astronave relitto in cui loro trovano le uova aliene ha la stessa forma dell’astronave dle film in questione! E nel film di Bava c’è la stessa scena del fossile alieno gigante nella stanza circolare… si son nazionalista!
IC: Hai qualche film da consigliare ai nostri lettori, magari di quelli quasi introvabili, da riscoprire?
DC: Boh… inviterei a vedere Toby Dammit, l’episodio horror di Fellini in Tre passi nel delirio, poi magari Occhi senza volto di Franjou e Come si può uccidere un bambino di Ibanez, da poco ri-distribuiti anche in dvd! Se qualcuno riesce a farselo mandare dall’america anche il Nightamre on a damage brain di Romano Scavolini, film ITALIANO da cui Craven generò la serie di Nightmare.
IC: Prova a spiegare ai nostri lettori perchè dovrebbero scegliere di vedere un film come House of Flesh Mannequins.
DC: Perchè è un film fatto da giovanissimi (dai 19 anni ai 35 miei) di cui molti alla prima esperienza su un set… un’energia così è difficile da ritrovare!
Un solo motivo per i critici: vedetelo, così per criticarlo almeno stavolta lo avrete visto! Il film si troverà presto in distribuzione tramite Terre Sommerse.
IC: In conclusione la canonica domanda, progetti futuri?
DC: Il 1° Luglio iniziano ufficialmente le riprese del mio secondo film: The Palace of Wonders, con Venantino Venantini, Francesco Venditti, Irena Hoffman, Giampiero Ingrassia e Lucia Batassa… un cast davvero unico per un film altrettanto… unico!