Outlander: recensione in anteprima

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Un’astronave fuori controllo precipita in piena Norvegia e si inabissa, siamo nel 709 D.C. e sono i valorosi e temibili vichinghi a controllare la zona, dell’equipaggio di umanoidi solo un sopravissuto, il cacciatore Kainan (James Caviezel), ma quest’ultimo non è la sola creatura vivente scampata allo schianto, dall’astronave fugge anche una mostruoso predatore carnivoro, il Moorween, che trasformerà Norvegia e villaggi vichinghi nel proprio territorio di caccia.

Cominciano le vittime tra le tribù, cosi l’una pensa all’altra come colpevole delle stragi perpetrate nottetempo, non sapendo del Moorween, e si scatenano così una serie di sanguinosi confronti, Keinan nel frattempo viene catturato e cerca di speigare ai facinorosi indigeni che la minaccia va oltre l’umana comprensione.

Ci vorranno alcuni cadaveri e qualche secchio di sangue perchè si arrivi alla giusta conclusione, un’alleanza a base di caccia al mostro e treppoloni vari, ma il Morween non è un animale selvatico e oltretutto non è solo nelle sue scorribande notturne, così Keinan e un paio di guerrieri vichinghi, tra cui la bella Freya  in cerca di vendetta per il padre assassinato, affronteranno la zannuta minaccia spaziale in un duello all’ultimo sangue a fil di spadone.

Intrigante almeno sulla carta questo fumettone fanta-horror a tinte action, intrigante l’ambientazione, l’idea dell’alieno ultratecnologizzato che si allea con i prodi vichinghi come una sorta di tredicesimo guerriero col trucco, e l’ambientazione che ammicca allo scult Beouwulf con Christopher Lambert, meno intrigante la totale mancanza d’ironia e il citazionismo quasi didattico e poco urlato che avrebbe dato al tutto un look più grezzo e da B-movie che era quello che tutti si aspettavano.

Benedette creature digitali! Scusate lo sfogo, ma ancora una volta si lascia da parte l’animatronica e una sana zampaccia artigliata con cui il nostro eroe/attore di turno puo fisicamente confrontarsi, per sfornare un mostrone palesemente pixelloso che sembra uscito dritto dritto dal museo dell’horror Relic, che nel finale si mostra in tutta la sua digitale e tridimensionale incosistenza.

Il cast è dignitoso, Caviezel fa del suo meglio, un macho poco alieno ma efficace, il regista Howard McCain non osa più di tanto, spinge sull’action, sulla dinamicità delle battaglie, ci regala qualche momento intenso, ma Outlander nonostante alla fine dei conti intrattenga piacevolmente e non manchi di piacevoli sequenze, resta palesemente un’occasione persa.