La casa di Davide (Pierfrancesco Favino), uno scrittore di fiabe è un vero porto di mare, tra le sue mura gravita la strana e un pò pazza famiglia che l’uomo si è costruito negli anni e che rappresenta per lui il fulcro della sua vita insieme al suo compagno Lorenzo (Luca Argentero).
Lorenzo durante una serata tra amici ha un malore, purtroppo ne segue un coma e la repentina morte, Lorenzo perde così velocemente il suo compagno che non riesce a farsene una ragione e la situazione che ne seguirà coinvolgerà inevitabilmente i suoi amici ed i loro ancor più delicati equilibri messi a dura prova dall’improvviso bisogno di risposte di Lorenzo.
Così attraverso una specie di catartica riunione virtuale tutti metteranno in discussione tutti, i problemi, i rancori e le cose non dette troveranno un naturale sfogo e chi ha perso la strada ed i riferimenti, alla fine grazie all’amicizia e alla solidarietà, potrà in qualche modo ritrovarli, metabolizzando il dolore, con la consapevolezza però che da alcune ferite non si guarisce mai del tutto.
Ferzan Ozpetek rispolvera suggestioni ed atmosfere del racconto corale, stile con il quale si trova più a suo agio, il regista sa ben raccontare i frammenti di anime in pena e la forza taumaturgica dell’amicizia e della solidarietà
Dopo La finestra di fronte e Cuore Sacro, Ozpetek riunisce i suoi attori feticcio e vi aggiunge qualche sorprendente new entry, la bravissima Ambra Angiolini, li lascia liberi di fraternizzare e unirsi in un collettivo d’emozioni che iu più di un’occasione arrivano al cuore.
Sicuramente a qualcuno Saturno contro potrà non sembrare il miglior Ozpetek, noi preferiamo pensare che in questo film ci sia molto del regista, si vede una leggerezza ed una voglia di raccontare se stesso e le proprie emozioni a piccole dosi, frammentandole in più personaggi e lasciando che questi ultimi si appropino del racconto, non sempre riuscendovi in pieno, ma abbastanza per emozionare, ed è questo in fondo quello che più conta.
In Saturno contro si racconta l’amicizia e l’amore e lo si fa con la solita eleganza e raffinatezza, non dimenticando il disagio di vivere, ne la paura della morte e della solitudine, una preziosa e vasta gamma di emozioni e volti raccolti in un opera si imperfetta, ma che ha proprio in questa imperfezione tanto umana, il suo maggior pregio.