Guardare Capri Revolution con la convinzione di star per visionare una cronistoria della Grande Guerra può essere un errore. Il film di Mario Martone racconta la voglia di trascendenza instillata in una giovane contadina, analfabeta e ma non ingenua, e del suo incontro con Seybu e con la sua gente, una comune di giovani nordeuropei.
Lucia, questo il nome della guardiana di capre, non ha mai visto un gruppo di persone avvezze al nudismo, che mangiano vegetariano e che cercano nel Sole un dio da adorare e venerare. Per questo, favorita da un giovane medico progressista e socialista, si spinge sempre di più verso quel mondo che ai suoi occhi si presenta incantato e libero.
Nel suo background ci sono i doveri di famiglia, l’uomo ricco da “maritare”, la tradizione e il lavoro, e soprattutto dall’altra parte del mare sta per arrivare la Grande Guerra, l’inutile strage, la morte e la paura. Sarà proprio Carlo, il medico interpretato da Antonio Folletto (vi dice niente ‘o Principe di Gomorra?), a vedere nella ribellione di Lucia una grande forza e per questo cerca di convincerla a studiare per diventare infermiera, ma senza risultati.
Il resto sarà il caos calmo ma teso di un pericolo imminente: Lucia è sempre più inserita nella comune di Seybu e per questo perde i contatti con la sua famiglia nella quale i fratelli, che per lei avevano previsto un altro destino, oramai la ripudiano anche nel momento in cui, chiamati alle armi, vengono invitati dalla sorella a partire clandestinamente per l’America.
Il mondo di Lucia è un universo disordinato: lei, interpretata dalla bravissima Marianna Fontana, diventa il pendolo che oscilla tra la solitudine e lo stato di necessità. Nella comune ha scoperto se stessa, ma la trascendenza l’ha allontanata dalle sue origini e per questo correrà dalla madre per chiederle perdono.
La storia raccontata in Capri Revolution prende ispirazione dalla storia del pittore e utopista tedesco Karl Wilhelm Diefenbach che proprio a Capri fondò una comune dopo aver fallito la sua missione a Vienna (la comune originariamente fondata andò in bancarotta) e sull’isola trascorse i suoi ultimi giorni.